
Inizio con una precisazione doverosa.
Non ho nulla contro i vegani.
Nulla contro i vegetariani.
Nulla contro i fruttariani.
Nulla contro gli onnivori.
Nulla contro chi decide di nutrirsi di semi di lino e bere solo chinotto.
Basta che nessuno di loro tenti di influenzare gli altri a suon di fondamentalismo e terrorismo alimentare, mi vanno tutti bene.
Sintetizzando, mangia quel cazzo che vuoi e non rompere i maroni.
Dico questo perche’ nel giro di due giorni mi trovo a criticare delle cose collegate, erroneamente, alle filosofia vegana.
Qualche post fa parlavo di una diatriba sull’allattamento al seno e di altri fluidi corporei biancastri, oggi parlo di vegan shoes style!
Oh yeah!
L’unica cosa di cui mi rammarico e’ di non aver fatto uno shotscreen della pagina sponsorizzata.
Credetemi sulla parola.
Allora la pagina in questione aveva un campionario di scarpe total vegan.
La piu’ brutta accozzaglia di involucri per piedi mai vista, un misto tra la signora Rottermeier e un frate trappista, con un’idea di Pelin Story che, per i piu’ giovani, era un’orfana sfigata che si cuciva le scarpe da sola e viveva con un mulo.
E qui, se gia’ il termine vegan shoes non mi avesse abbastanza stupito, son rimasta senza parole.
Son decenni che io porto scarpe rigorosamente vegane, da quando in Italia se ti azzardavi a dire che eri vegano ti arrivavo due lame rotanti e 4 alabarde spaziali tra capo e collo da tuo cugino che nel ‘78 si era vestito da Goldrake e aveva ancora l’attrezzatura in garage, che lui e’ un nostalgico vero.
Le scarpe vegane le porto da allora perche’ quelle di vera pelle sono intoccabili, e sinceramente ne posso fare benissimo a meno.
Ma io delle schifezze cosi’ non le ho mai messe, non ci andrei neanche dalla cucina al bagno, quindi mi chiedo perche’?
Sono brutte perche’ devono contraddistinguersi dalle quelle di Zara, Primadonna, Bata, che ci vendono delle deliziose scarpettine di simil plastica, polimeri strani, tela, gomma e corda? Perche' la gomma vegan e' meno gomma e piu' ecologica?
O perche’ c’e’ questa tendente mortificazione della bellezza ad ogni costo.
Sono secoli che il connubio virtu’ e bellezza non vende e allora adeguiamoci.
La bella deve essere oca, l’intelligente…beh lei e’ interessante.
Quindi una cosa per sembrare a prima vista eticamente corretta deve essere triste.
Dopo aver visto la pagina in questione ho girato sui siti, ci sono anche aziende che propongono modelli vegani assolutamente gradevoli, per carita’, ma il punto e’ un altro.
Il bussinnes.
Il vegano tira? Fa moda? Perfetto, cambiamo i nomi e via, nella compilation delle scarpe viste oggi c’erano delle simil Converse, delle cose che ricordavano le espadrillas e qualche accenno di Vans.
No scusate, son la solita superficiale schiava del consumismo piu’ becero, loro son vegane.
Anche perche’ a ben vedere qualcosa di diverso dalle scarpe animal free che porto da anni ce l’hanno.
Il prezzo.
Infatti, con quello che costa il modello Gilda, come minimo un’ectoplasmatica Rita Hayworth dovrebbe consegnarmele cantando.
p.s. foto del campionario donna...ma il modello Marica & Marco e' per le indecise?
Non ho nulla contro i vegani.
Nulla contro i vegetariani.
Nulla contro i fruttariani.
Nulla contro gli onnivori.
Nulla contro chi decide di nutrirsi di semi di lino e bere solo chinotto.
Basta che nessuno di loro tenti di influenzare gli altri a suon di fondamentalismo e terrorismo alimentare, mi vanno tutti bene.
Sintetizzando, mangia quel cazzo che vuoi e non rompere i maroni.
Dico questo perche’ nel giro di due giorni mi trovo a criticare delle cose collegate, erroneamente, alle filosofia vegana.
Qualche post fa parlavo di una diatriba sull’allattamento al seno e di altri fluidi corporei biancastri, oggi parlo di vegan shoes style!
Oh yeah!
L’unica cosa di cui mi rammarico e’ di non aver fatto uno shotscreen della pagina sponsorizzata.
Credetemi sulla parola.
Allora la pagina in questione aveva un campionario di scarpe total vegan.
La piu’ brutta accozzaglia di involucri per piedi mai vista, un misto tra la signora Rottermeier e un frate trappista, con un’idea di Pelin Story che, per i piu’ giovani, era un’orfana sfigata che si cuciva le scarpe da sola e viveva con un mulo.
E qui, se gia’ il termine vegan shoes non mi avesse abbastanza stupito, son rimasta senza parole.
Son decenni che io porto scarpe rigorosamente vegane, da quando in Italia se ti azzardavi a dire che eri vegano ti arrivavo due lame rotanti e 4 alabarde spaziali tra capo e collo da tuo cugino che nel ‘78 si era vestito da Goldrake e aveva ancora l’attrezzatura in garage, che lui e’ un nostalgico vero.
Le scarpe vegane le porto da allora perche’ quelle di vera pelle sono intoccabili, e sinceramente ne posso fare benissimo a meno.
Ma io delle schifezze cosi’ non le ho mai messe, non ci andrei neanche dalla cucina al bagno, quindi mi chiedo perche’?
Sono brutte perche’ devono contraddistinguersi dalle quelle di Zara, Primadonna, Bata, che ci vendono delle deliziose scarpettine di simil plastica, polimeri strani, tela, gomma e corda? Perche' la gomma vegan e' meno gomma e piu' ecologica?
O perche’ c’e’ questa tendente mortificazione della bellezza ad ogni costo.
Sono secoli che il connubio virtu’ e bellezza non vende e allora adeguiamoci.
La bella deve essere oca, l’intelligente…beh lei e’ interessante.
Quindi una cosa per sembrare a prima vista eticamente corretta deve essere triste.
Dopo aver visto la pagina in questione ho girato sui siti, ci sono anche aziende che propongono modelli vegani assolutamente gradevoli, per carita’, ma il punto e’ un altro.
Il bussinnes.
Il vegano tira? Fa moda? Perfetto, cambiamo i nomi e via, nella compilation delle scarpe viste oggi c’erano delle simil Converse, delle cose che ricordavano le espadrillas e qualche accenno di Vans.
No scusate, son la solita superficiale schiava del consumismo piu’ becero, loro son vegane.
Anche perche’ a ben vedere qualcosa di diverso dalle scarpe animal free che porto da anni ce l’hanno.
Il prezzo.
Infatti, con quello che costa il modello Gilda, come minimo un’ectoplasmatica Rita Hayworth dovrebbe consegnarmele cantando.
p.s. foto del campionario donna...ma il modello Marica & Marco e' per le indecise?