
E anche quest’anno niente comprensione del testo su Venditti e la sua menosissima Notte prima degli esami, e dire che io e Sara avevamo creduto fosse la volta buona!
Avevamo studiato cosi’ tanto la relazione tra Claudia non tremare e le sirene della polizia che, nel nostro romantico immaginario, venivano a portarselo via prima che le promettesse di non farle male.
Anche perche’ noi lo sappiamo che sarebbe stato solo il prequel di quel Sara svegliati e’ primavera che ha rovinato la vita ad un sacco di Sare anni 80.
Quel Sara che e’ forse la cosa piu’ misogina scritta all’ombra del cupolone.
Le canzoni dovrebbero essere sempre scritte a quattro mani, due per genere.
Se cosi’ fosse al “Forse un giorno ti sposero’, mi devo laureare”, per par condicio ci sarebbe stato il “tranquillo amo’ io cambio pannolini e faccio pappe...intanto tu vedi di prenderti anche un master in vaffanculo”.
E comunque Venditti non ce lo vogliono dare, dicono che Calvino gli pare piu’ autorevole, valli a capire quelli del ministero.
Sarebbe stato bello…sai che spiegazioni astruse e elucubrazione intorno al pianoforte sulla spalla, che diciamocelo, e’ sempre stata una pirlata di dimensioni bibliche.
Ma niente e quindi lasciamo Antonellone ai ragazzi dell’84 e inventiamoci qualcosa di piu’ metropolitano per quelli del 2015.
Quelli che ho visto arrivare a scuola col sorriso sfrontato e gli zaini quasi vuoti sulle spalle, quelli che la maturita’ non la prenderanno certo tra 10 giorni, perche’ o ce l’hanno gia’ o dovranno far cazzate ancora per un po’.
Giusto il tempo di capire che di far cazzate non si smette mai, si trovano solo alibi migliori.
Quei ragazzi che hanno mamme 2.0 a casa, che oggi si scambiavano messaggi e chattavano facendo previsioni sulla traccia scelta dai figli…mamme che, per quel che mi riguarda, c’hanno azzeccato tutte, perche’ saremo, distratte, convulse, interrotte e in pieno vento, ma il cordone ombelicale lo sappiamo ascoltare ancora bene.
Sentiamo ogni strattone quando volete allontanarvi, ogni avviluppamento quando la distanza diventa troppa e inizia a farvi paura, anche se non lo direste mai, anche se siete alti due metri e girate in macchina.
Capiamo perfettamente quando il nostro starvi addosso lo fa arrotola intorno al collo rischiando di soffocarvi.
Lo sappiamo perche’ ci ricordiamo perfettamente di quando lo strattonavamo, lo accorciavamo per timore e lo sentivamo troppo stretto da farci mancare il fiato.
E allora facciamo un patto.
Noi non vi diremo mai apertamente che annusiamo la vostra paura, se voi non ci direte che siamo pesanti.
Anzi no, lasciate stare, ditecelo, rimarcatelo con sbuffi, tanto sapete che c’e’? non ce ne potrebbe fregare meno, continueremo a starvi addosso, a dirvi come la pensiamo, le piu’ coerenti di noi forniranno spiegazioni e cercheranno un dialogo paritario, ma non crediate che siano diverse dalle altre.
Siamo tutte uguali, siamo uguali alle nostre mamme e alle mamme delle loro mamme, magari piu’ ragionevoli, meno castranti, ma non siamo cadute troppo lontano dall’albero, e va bene cosi’.
Perche’ verra’ il giorno che vi diremo quel “buon viaggio e buon vento” che qualcuno ha detto a noi, se siamo state fortunate, o che ci siamo comunque dette da sole.
E visto che la vendetta e’ un piatto da gustare freddo, tra un po’ di anni, quando la vostra notte prima degli esami sara’ lontana e non dormirete per quella di chi vi dorme beato nella stanza accanto, noi prenderemo i pop corn e vi guarderemo.
Guarderemo voi, maschi o femmine che siate, fare tutte le cose che abbiamo fatto noi, guarderemo loro sbuffare come sbuffate voi ora e sorrideremo…
Berremo un caffe’, perche’ nel frattempo avran scoperto che le tisane fanno male e non vi diremo mai “te l’avevo detto che saresti diventato come me”…
No… non lo faremo…non sarebbe maturo…
Tornando all'augurio metropolitano:
Che il Dio dello studio a singhiozzo sia con voi e vi ripeta come un mantra nonsimollauncazzo nonsimollauncazzo non.....
Avevamo studiato cosi’ tanto la relazione tra Claudia non tremare e le sirene della polizia che, nel nostro romantico immaginario, venivano a portarselo via prima che le promettesse di non farle male.
Anche perche’ noi lo sappiamo che sarebbe stato solo il prequel di quel Sara svegliati e’ primavera che ha rovinato la vita ad un sacco di Sare anni 80.
Quel Sara che e’ forse la cosa piu’ misogina scritta all’ombra del cupolone.
Le canzoni dovrebbero essere sempre scritte a quattro mani, due per genere.
Se cosi’ fosse al “Forse un giorno ti sposero’, mi devo laureare”, per par condicio ci sarebbe stato il “tranquillo amo’ io cambio pannolini e faccio pappe...intanto tu vedi di prenderti anche un master in vaffanculo”.
E comunque Venditti non ce lo vogliono dare, dicono che Calvino gli pare piu’ autorevole, valli a capire quelli del ministero.
Sarebbe stato bello…sai che spiegazioni astruse e elucubrazione intorno al pianoforte sulla spalla, che diciamocelo, e’ sempre stata una pirlata di dimensioni bibliche.
Ma niente e quindi lasciamo Antonellone ai ragazzi dell’84 e inventiamoci qualcosa di piu’ metropolitano per quelli del 2015.
Quelli che ho visto arrivare a scuola col sorriso sfrontato e gli zaini quasi vuoti sulle spalle, quelli che la maturita’ non la prenderanno certo tra 10 giorni, perche’ o ce l’hanno gia’ o dovranno far cazzate ancora per un po’.
Giusto il tempo di capire che di far cazzate non si smette mai, si trovano solo alibi migliori.
Quei ragazzi che hanno mamme 2.0 a casa, che oggi si scambiavano messaggi e chattavano facendo previsioni sulla traccia scelta dai figli…mamme che, per quel che mi riguarda, c’hanno azzeccato tutte, perche’ saremo, distratte, convulse, interrotte e in pieno vento, ma il cordone ombelicale lo sappiamo ascoltare ancora bene.
Sentiamo ogni strattone quando volete allontanarvi, ogni avviluppamento quando la distanza diventa troppa e inizia a farvi paura, anche se non lo direste mai, anche se siete alti due metri e girate in macchina.
Capiamo perfettamente quando il nostro starvi addosso lo fa arrotola intorno al collo rischiando di soffocarvi.
Lo sappiamo perche’ ci ricordiamo perfettamente di quando lo strattonavamo, lo accorciavamo per timore e lo sentivamo troppo stretto da farci mancare il fiato.
E allora facciamo un patto.
Noi non vi diremo mai apertamente che annusiamo la vostra paura, se voi non ci direte che siamo pesanti.
Anzi no, lasciate stare, ditecelo, rimarcatelo con sbuffi, tanto sapete che c’e’? non ce ne potrebbe fregare meno, continueremo a starvi addosso, a dirvi come la pensiamo, le piu’ coerenti di noi forniranno spiegazioni e cercheranno un dialogo paritario, ma non crediate che siano diverse dalle altre.
Siamo tutte uguali, siamo uguali alle nostre mamme e alle mamme delle loro mamme, magari piu’ ragionevoli, meno castranti, ma non siamo cadute troppo lontano dall’albero, e va bene cosi’.
Perche’ verra’ il giorno che vi diremo quel “buon viaggio e buon vento” che qualcuno ha detto a noi, se siamo state fortunate, o che ci siamo comunque dette da sole.
E visto che la vendetta e’ un piatto da gustare freddo, tra un po’ di anni, quando la vostra notte prima degli esami sara’ lontana e non dormirete per quella di chi vi dorme beato nella stanza accanto, noi prenderemo i pop corn e vi guarderemo.
Guarderemo voi, maschi o femmine che siate, fare tutte le cose che abbiamo fatto noi, guarderemo loro sbuffare come sbuffate voi ora e sorrideremo…
Berremo un caffe’, perche’ nel frattempo avran scoperto che le tisane fanno male e non vi diremo mai “te l’avevo detto che saresti diventato come me”…
No… non lo faremo…non sarebbe maturo…
Tornando all'augurio metropolitano:
Che il Dio dello studio a singhiozzo sia con voi e vi ripeta come un mantra nonsimollauncazzo nonsimollauncazzo non.....