9 lustri

QUELLA DELL'IMMAGINE, PER CHI NON FOSSE SOLITO AI PERSONAGGI DISNEY, E' LA PRINCIPESSA MERIDA CON SUA MADRE TRAMUTATA PER UN INCANTESIMO IN ORSA, UN SENTIMETO CHE NEANCHE LA FORMA MUTATA POTRA' CAMBIARE, HO LASCIATO DI PROPOSITO IL FLASH E SE AVRETE LA COMPIACENZA DI LEGGERE FINO IN FONDO FORSE VI SARA' CHIARO IL PERCHE'.
AH, DIMENTICAVO, E' IL REGALO DI MIA FIGLIA...
E un altro anno è passato.
Non sono una che ha paura degli anni.
Son altre le cose che mi fanno paura.
Le malattie, la solitudine, il non amore, l'essere sola in mezzo alla folla...il non essere capita.
Ma l'età no.
A gennaio io dichiaro già l'anno in corso, senza paturnie o pensieri, sarà che oggettivamente non li dimostro gli anni che ho, e quindi, bella forza, è facile.
Ma quest'anno ho fatto un pensiero.
Da domani, a computo di giorni, son più vicina ai 50 che ai 40...e un brivido lungo la schiena è corso.
Ma ho scrollato le spalle e l'ho lasciato dove deve stare, in un angolo remoto della mente.
Perché cancellare un pensiero non è possibile, si può al limite ricoprire di carte luccicante, di strati di vita, di libri e maglioni, come una sedia ai piedi del letto.
Ma poi arriva la mattina del tuo compleanno...poi il pomeriggio ed infine la sera e tu pensi chissenefrega.
Chissenefrega se il prossimo lustro saranno 50, se i primi 45 hanno portato ad oggi, mi hanno condotto qui, non li ho spesi male.
Si parte da auguri alla spicciolata, fotografie d'autore regalate, messaggi, spunte con l' “io ci sono” molto chiaro vergato sopra.
Una telefonata con invito per una zuppa di cipolla mai tanto gradita, tanti messaggi e chiamate da un'amica attenta che vuol monitorare, la mia persona che decide che oggi compio 9 lustri e questo mi piace assai.
Un messaggio di mio padre lontano che mi fa piangere e mia sorella che piange con me.
Poi la convocazione per il pomeriggio dalle compagne di veranda, un caffè è d'obbligo, ma prima un'anima recente incontrata grazie alle mie ragazze che mi regala emozioni incredibili che mi fan sperare di meritarle e in mezzo la telefonata della mia compagna di giochi preferita quella che chiamerei per nascondere un cadavere e alla quale ho nascosto ben volentieri scheletrini, perché scheletri non si può proprio dire, nel mio armadio.
E ancora messaggi tanti...proprio tanti, perché è vero che facebook ricorda i compleanni, ma se son sinceri gli auguri lo capisci.
E poi quelli che non vogliono usare fb e chiamano finché non riesci a rispondere e dichiarano che avrebbero chiamato fino a mezzanotte se fosse stato necessario.
E le amiche, quelle già citate e le altre che premettono di tentare di usare parole per me, per me che con le parole di gioco, che le faccio girare in bocca e in punta di dita, mischiandole e scegliendole per creare emozioni e risate, dichiarano di non poter far molto e invece fan tantissimo, mi commuovono e rendono indimenticabile questa giornata.
I miei ragazzi che alternano momenti da calci in piene terga e altri strappacuore e Lui, nervoso per problemi suoi che riesce ad andare a trovare il regalo perfetto sul filo di lana.
Ma soprattutto c'è stata lei, la mia ragazza grande quella a cui ho trasmesso l'amore per le parole, quella molto ma molto più brava di me alla sua età a sceglierle ed assemblarle che mi fa piangere, e non solo me ma tutta la veranda, rischiando l'inondazione in una giornata di pieno sole.
Ho chiesto a lei...lei ha acconsentito.
Di seguito il biglietto che ho trovato sul tavolo oggi e che mi ha fatto pensare che 45 o 50, 60 o 90, una cosa buona nella vita l'ho fatta.
Io sono una mamma. (per chi conosce gli attori nessuno aspetta bambini, è un gioco tra noi)
Tempo fa esisteva una parola.
Era piccola e poco usata per descrivere la sua padrona.
Fin da quando era nata, la parola, si vedeva sorpassare dalle altre “fiore”, “sole”, “ pioggia”, “luna”, “stella”....
ma non solo, anche da: “fa paura”, “sono triste” e “ho fame”.
Un giorno la piccola parola chiese a chi la possedeva -ma io...quando mi sentirò pronunciare?-
Non ebbe risposta.
Forse perché colei che l'aveva scritta era troppo piccola, o forse era solo sorda alla domanda.
Gli anni passarono.
Le stagioni anche.
E la parola era ancora piccina a confronto di lei che la possedeva.
La parola restava seduta, in un angolo della mente umana, silenziosa, immobile e stretta a sé nella speranza di scomparire in fretta, per non dover più venir sorpassata da parole più maestose, luccicanti di significato.
E poi un giorno...
-Mam...ma
Eccolo!
Quel suono insicuro e tanto nostalgico, sembrava provenire da un sogno.
I giorni passavano....
-Mamma! Cantiamo?
-Mamma! Guardiamo un film?
“Ancora....
ti prego continua...”
-Mamma! Ma Enea non è una femmina?
“Dilla ancora”
Implorava la parola...
e cresceva...
cresceva...
cresceva...
-Mamma!
-Maman? Mi caghi?
-Mamma!!!! La Lidia è incinta!
-Mamma! La Rachi è una rompi!
E ora eccola...
Quarantacinque anni dopo
Bella, luminosa....come una regina.
Forse un pò stanca, ma fiera di essere quella parola che possiede sempre più significati.
p.s. Mamma...ti devo dire una cosa....
tanti auguri..
e allora io dico solo grazie Lidia per essere la meraviglia che sei....
AH, DIMENTICAVO, E' IL REGALO DI MIA FIGLIA...
E un altro anno è passato.
Non sono una che ha paura degli anni.
Son altre le cose che mi fanno paura.
Le malattie, la solitudine, il non amore, l'essere sola in mezzo alla folla...il non essere capita.
Ma l'età no.
A gennaio io dichiaro già l'anno in corso, senza paturnie o pensieri, sarà che oggettivamente non li dimostro gli anni che ho, e quindi, bella forza, è facile.
Ma quest'anno ho fatto un pensiero.
Da domani, a computo di giorni, son più vicina ai 50 che ai 40...e un brivido lungo la schiena è corso.
Ma ho scrollato le spalle e l'ho lasciato dove deve stare, in un angolo remoto della mente.
Perché cancellare un pensiero non è possibile, si può al limite ricoprire di carte luccicante, di strati di vita, di libri e maglioni, come una sedia ai piedi del letto.
Ma poi arriva la mattina del tuo compleanno...poi il pomeriggio ed infine la sera e tu pensi chissenefrega.
Chissenefrega se il prossimo lustro saranno 50, se i primi 45 hanno portato ad oggi, mi hanno condotto qui, non li ho spesi male.
Si parte da auguri alla spicciolata, fotografie d'autore regalate, messaggi, spunte con l' “io ci sono” molto chiaro vergato sopra.
Una telefonata con invito per una zuppa di cipolla mai tanto gradita, tanti messaggi e chiamate da un'amica attenta che vuol monitorare, la mia persona che decide che oggi compio 9 lustri e questo mi piace assai.
Un messaggio di mio padre lontano che mi fa piangere e mia sorella che piange con me.
Poi la convocazione per il pomeriggio dalle compagne di veranda, un caffè è d'obbligo, ma prima un'anima recente incontrata grazie alle mie ragazze che mi regala emozioni incredibili che mi fan sperare di meritarle e in mezzo la telefonata della mia compagna di giochi preferita quella che chiamerei per nascondere un cadavere e alla quale ho nascosto ben volentieri scheletrini, perché scheletri non si può proprio dire, nel mio armadio.
E ancora messaggi tanti...proprio tanti, perché è vero che facebook ricorda i compleanni, ma se son sinceri gli auguri lo capisci.
E poi quelli che non vogliono usare fb e chiamano finché non riesci a rispondere e dichiarano che avrebbero chiamato fino a mezzanotte se fosse stato necessario.
E le amiche, quelle già citate e le altre che premettono di tentare di usare parole per me, per me che con le parole di gioco, che le faccio girare in bocca e in punta di dita, mischiandole e scegliendole per creare emozioni e risate, dichiarano di non poter far molto e invece fan tantissimo, mi commuovono e rendono indimenticabile questa giornata.
I miei ragazzi che alternano momenti da calci in piene terga e altri strappacuore e Lui, nervoso per problemi suoi che riesce ad andare a trovare il regalo perfetto sul filo di lana.
Ma soprattutto c'è stata lei, la mia ragazza grande quella a cui ho trasmesso l'amore per le parole, quella molto ma molto più brava di me alla sua età a sceglierle ed assemblarle che mi fa piangere, e non solo me ma tutta la veranda, rischiando l'inondazione in una giornata di pieno sole.
Ho chiesto a lei...lei ha acconsentito.
Di seguito il biglietto che ho trovato sul tavolo oggi e che mi ha fatto pensare che 45 o 50, 60 o 90, una cosa buona nella vita l'ho fatta.
Io sono una mamma. (per chi conosce gli attori nessuno aspetta bambini, è un gioco tra noi)
Tempo fa esisteva una parola.
Era piccola e poco usata per descrivere la sua padrona.
Fin da quando era nata, la parola, si vedeva sorpassare dalle altre “fiore”, “sole”, “ pioggia”, “luna”, “stella”....
ma non solo, anche da: “fa paura”, “sono triste” e “ho fame”.
Un giorno la piccola parola chiese a chi la possedeva -ma io...quando mi sentirò pronunciare?-
Non ebbe risposta.
Forse perché colei che l'aveva scritta era troppo piccola, o forse era solo sorda alla domanda.
Gli anni passarono.
Le stagioni anche.
E la parola era ancora piccina a confronto di lei che la possedeva.
La parola restava seduta, in un angolo della mente umana, silenziosa, immobile e stretta a sé nella speranza di scomparire in fretta, per non dover più venir sorpassata da parole più maestose, luccicanti di significato.
E poi un giorno...
-Mam...ma
Eccolo!
Quel suono insicuro e tanto nostalgico, sembrava provenire da un sogno.
I giorni passavano....
-Mamma! Cantiamo?
-Mamma! Guardiamo un film?
“Ancora....
ti prego continua...”
-Mamma! Ma Enea non è una femmina?
“Dilla ancora”
Implorava la parola...
e cresceva...
cresceva...
cresceva...
-Mamma!
-Maman? Mi caghi?
-Mamma!!!! La Lidia è incinta!
-Mamma! La Rachi è una rompi!
E ora eccola...
Quarantacinque anni dopo
Bella, luminosa....come una regina.
Forse un pò stanca, ma fiera di essere quella parola che possiede sempre più significati.
p.s. Mamma...ti devo dire una cosa....
tanti auguri..
e allora io dico solo grazie Lidia per essere la meraviglia che sei....