di raGAZZE, FANTASMI E LUCI COLORATE...

Amo il
Natale, lo dico ogni anno.
Del Natale amo tutto, dal significato religioso a quello consumistico.
Mi piace che anche per un non credente possa essere un momento di rinascita spirituale, adoro dimostrare il mio amore alle persone che mi circondano dandogli un segno tangibile magari impacchettato.
Amo lo zabaione di mia figlia che mi sveglia al mattino, l’aperitivo da mio padre, il pranzo da mia suocera, bere il negroni della Tata e il caffè della zia a pomeriggio inoltrato.
L’albero, le decorazioni e le luci colorate.
A Natale il gap generazionale coi miei figli si azzera e io ho improvvisamente la loro età.
Ma questo è un Natale speciale.
L’anno non è stato perfetto ma ha visto compiersi piccoli miracoli.
È l’anno delle mie ragazze, l’anno in cui un sogno è diventato realtà e non finisce più di dar soddisfazioni.
Il mio libro, scommessa fatta con me stessa e produzione tutta homemade, col supporto di pochi fidati amici, grazie ad un passaparola che mi sorprende e mi scalda il cuore, è approdato su tanti comodini, bagni, che si sa che sono loro che danno il vero polso della qualità di un’opera, borse…
Il mio Di fantasmi, di fughe e di ragazze questo Natale diventerà per molti un regalo. continua qui...
Del Natale amo tutto, dal significato religioso a quello consumistico.
Mi piace che anche per un non credente possa essere un momento di rinascita spirituale, adoro dimostrare il mio amore alle persone che mi circondano dandogli un segno tangibile magari impacchettato.
Amo lo zabaione di mia figlia che mi sveglia al mattino, l’aperitivo da mio padre, il pranzo da mia suocera, bere il negroni della Tata e il caffè della zia a pomeriggio inoltrato.
L’albero, le decorazioni e le luci colorate.
A Natale il gap generazionale coi miei figli si azzera e io ho improvvisamente la loro età.
Ma questo è un Natale speciale.
L’anno non è stato perfetto ma ha visto compiersi piccoli miracoli.
È l’anno delle mie ragazze, l’anno in cui un sogno è diventato realtà e non finisce più di dar soddisfazioni.
Il mio libro, scommessa fatta con me stessa e produzione tutta homemade, col supporto di pochi fidati amici, grazie ad un passaparola che mi sorprende e mi scalda il cuore, è approdato su tanti comodini, bagni, che si sa che sono loro che danno il vero polso della qualità di un’opera, borse…
Il mio Di fantasmi, di fughe e di ragazze questo Natale diventerà per molti un regalo. continua qui...
presentazione 8 novembre 2014 biblioteca di Cairate
Quanto ho amato questa presentazione!
Ho amato il posto in cui è stata fatta, una biblioteca bella da perdere la testa, ho amato l'idea malsana di tentare una pettinatura alla Carrie Bradshaw che per estrema botta di fortuna mi stava anche bene assai, ho amato la scelta di vestirmi come un mazzo di fiori a novembre. E poi il sole, i miei ragazzi allegri, il trovarmi, già vestita di tutto punto, a pulir casa che neanche Barbara D'Urso su Instagram azzarda tanto. E poi le amiche, le facce note e quelle no, la padrona di casa Daniela, Sara che a sorpresa finisce chiedendomi che mamma sono, e mia figlia grande che risponde pronta "Potente"....e io che me ne guardo bene da cercar di capire se mi sfottendo...grande pomeriggio, con anche una dedica inaspettata... |
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UNA DELLE TANTE VITE POSSIBILI...

Capita che un posto ti entri subito nel cuore.
E capita che non a caso si tratti di una biblioteca.
I libri, cosa sarebbe stata la mia vita senza i libri non lo so, e sinceramente non lo voglio neanche sapere, so solo che non quando si è trattato di scrivere il mio non ho avuto dubbi ad investire dello stesso infinito amore la protagonista.
Che poi quanto di te c’è nella protagonista del tuo libro è una domanda che mi sento fare fin dall’inizio.
E così è stato anche sabato.
Non so se si può dire, non so se sia giusto nei confronti delle altre, ma la presentazione di sabato alla biblioteca di Cairate l’ho amata moltissimo.
Per il posto, appunto, una biblioteca immersa in un contesto storico con ampie vetrate che danno su un cortile, quasi un chiostro; per il clima che dopo una settimana d’acqua regalava alle mie ragazze una giornata primaverile a novembre e soprattutto per la gente.
Tanta, meravigliosa, partecipe e sorridente.
C’erano amiche lontane nel tempo che dopo più dieci anni, complice mister Fb, venivano a trovarmi per emozionarsi con me; c’era chi prendeva una pausa dal pranzo di famiglia perché dopo aver letto il libro voleva far scorta per i regali di Natale donando a me un “le cose belle van condivise” che mi ha catapultato sotto l’albero senza bisogno di aspettar due mesi; c’era l’anima affine che, sempre grazie al social network più denigrato, ho imparto a conoscere e amare e che decide che è ora di passare dal virtuale al reale, perché non si vive di soli bite e ad un certo punto un abbraccio ci vuole!
E poi lei, Chiara, meraviglia delle meraviglie che qualche mese fa rubò il libro a sua mamma e che ora ne vuole uno tutto suo e magari guardare in faccia la cialtrona che l’ha scritto.
Insomma, forse per la prima volta da quando mi sono lanciata in questa cosa ho avuto la sensazione che la gente fosse veramente lì per me, non solo come persona ma come creatrice di storie.
È stato bello, emozionante, come belle sono state le domande di Sara, altro regalo meraviglioso che devo ai libri.
Conosciuta in biblioteca, perché il destino sa essere profetico quando vuole, è diventata compagna di vita quotidiana, un’amicizia scandita dalle parole, dalle frasi, dai racconti, nostri e di altri.
Sara l’amica, quella brava, da cui puoi solo imparare.
E poi tante chiacchiere, tante parole, una domanda che mi aspettavo già da tempo e altre che mi fanno sorridere.
Spiegare quanto di me c’è nel libro è stato bello, emozionante e liberatorio.
Perché è inutile girarci intorno, da me parte, poi diventa altro, ma da me sicuramente parte.
Se poi io sia Elisabetta non importa, non credo di esserlo, ma non mi spiacerebbe per nulla, perché le cose che racconti non devono per forza rispecchiarti in tutto, non sono per forza l'affresco di chi sei, sono solo storie.
Se raccontassi solo la mia vita non godrei del più grande regalo che la fantasia mi ha fatto.
Quello di inanellare parole e poter vivere migliaia di esistenze.
p.s. Grazie alla biblioteca di Cairate e in particolar modo a Daniela, ci vorrebbero più persone come lei, i libri ne guadagnerebbero e noi anche…
E capita che non a caso si tratti di una biblioteca.
I libri, cosa sarebbe stata la mia vita senza i libri non lo so, e sinceramente non lo voglio neanche sapere, so solo che non quando si è trattato di scrivere il mio non ho avuto dubbi ad investire dello stesso infinito amore la protagonista.
Che poi quanto di te c’è nella protagonista del tuo libro è una domanda che mi sento fare fin dall’inizio.
E così è stato anche sabato.
Non so se si può dire, non so se sia giusto nei confronti delle altre, ma la presentazione di sabato alla biblioteca di Cairate l’ho amata moltissimo.
Per il posto, appunto, una biblioteca immersa in un contesto storico con ampie vetrate che danno su un cortile, quasi un chiostro; per il clima che dopo una settimana d’acqua regalava alle mie ragazze una giornata primaverile a novembre e soprattutto per la gente.
Tanta, meravigliosa, partecipe e sorridente.
C’erano amiche lontane nel tempo che dopo più dieci anni, complice mister Fb, venivano a trovarmi per emozionarsi con me; c’era chi prendeva una pausa dal pranzo di famiglia perché dopo aver letto il libro voleva far scorta per i regali di Natale donando a me un “le cose belle van condivise” che mi ha catapultato sotto l’albero senza bisogno di aspettar due mesi; c’era l’anima affine che, sempre grazie al social network più denigrato, ho imparto a conoscere e amare e che decide che è ora di passare dal virtuale al reale, perché non si vive di soli bite e ad un certo punto un abbraccio ci vuole!
E poi lei, Chiara, meraviglia delle meraviglie che qualche mese fa rubò il libro a sua mamma e che ora ne vuole uno tutto suo e magari guardare in faccia la cialtrona che l’ha scritto.
Insomma, forse per la prima volta da quando mi sono lanciata in questa cosa ho avuto la sensazione che la gente fosse veramente lì per me, non solo come persona ma come creatrice di storie.
È stato bello, emozionante, come belle sono state le domande di Sara, altro regalo meraviglioso che devo ai libri.
Conosciuta in biblioteca, perché il destino sa essere profetico quando vuole, è diventata compagna di vita quotidiana, un’amicizia scandita dalle parole, dalle frasi, dai racconti, nostri e di altri.
Sara l’amica, quella brava, da cui puoi solo imparare.
E poi tante chiacchiere, tante parole, una domanda che mi aspettavo già da tempo e altre che mi fanno sorridere.
Spiegare quanto di me c’è nel libro è stato bello, emozionante e liberatorio.
Perché è inutile girarci intorno, da me parte, poi diventa altro, ma da me sicuramente parte.
Se poi io sia Elisabetta non importa, non credo di esserlo, ma non mi spiacerebbe per nulla, perché le cose che racconti non devono per forza rispecchiarti in tutto, non sono per forza l'affresco di chi sei, sono solo storie.
Se raccontassi solo la mia vita non godrei del più grande regalo che la fantasia mi ha fatto.
Quello di inanellare parole e poter vivere migliaia di esistenze.
p.s. Grazie alla biblioteca di Cairate e in particolar modo a Daniela, ci vorrebbero più persone come lei, i libri ne guadagnerebbero e noi anche…
presentazione all'old inn pub 27 luglio 2014
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Presentazione nata per caso, grazie a Katia e Federico che hanno segnalato il mio libro ad Ugo, presidente dell'associazione culturale Borgo Antico di Castiglione Olona e che all'Old Inn Pub organizza i tè con l'autore.
Ecco una cosa si può dire delle mie Ragazze, mi hanno dato l'opportunità di conoscere persone fantastiche, bizzarre, curiose e coinvolgenti. Questa presentazione è stata sorprendente, un tuffo nel passato... |
c'e' un posto dove...

C'è un posto che sembra fuori dal tempo.
Un posto dove la cortesia è di casa.
Un posto dove la prima volta che si entra si ha una sensazione di ritorno, di deja-vu.
Qualcosa di atavico che ci riporta ai cavalieri, alla madonne in abiti di broccato, all'onore ma soprattutto alla calma.
Entrandoci hai il sentore di lasciare fuori la fretta, la frenesia, il rincorrersi di pensieri e azioni.
Quel turbine assurdo e spesso inconcludente che è la vita di tutti i giorni.
Sparisce tutto, il tempo si dilata e tu ricominci a respirare...e a sorridere.
E a pensarci non potrebbe essere diversamente da così, ogni cosa intorno a lui sa di storia, di cardinali eccellenti, di cultura.
Varcarne la soglia è una sorta di ritorno al passato, pare di essere dei troisi, dei benigni, vien da chiedere se non ci si trovi a Frittole nel 1492...quasi 1500.
Ecco in questa atmosfera incredibile ieri pomeriggio sono entrate anche le mie ragazze.
Ed è stato magnifico.
Ogni mese in questa magica cornice viene promossa la lettura.
Viene presentato un libro, mentre gli avventori sorseggiano un te ascoltando storie scritte da altri.
Andando con la mente alla ricerca di assassini, dialetti lontani, leggende o, come ieri, fanno conoscenza con ragazze incasinate e forti, delicate e solidali.
Le mie.
Ecco loro di medioevale non hanno molto, non sono fanciulle da proteggere, loro si proteggono da sole o almeno ci provano, ma in fondo anche loro anelano ad un cavaliere che le salverà...se non la vita almeno la serata.
I padroni di casa sono speciali, con la dote più bella al mondo.
Quella della familiarità, quella che Saint de Exupery fa descrivere così bene alla volpe.
La dote dell'addomesticare.
Quell'addomesticare che non significa piegare al proprio volere, ma che è usato nella sua accezione più bella: creare dei legami.
Ed è questo che fanno.
Creano legami.
Ecco ieri mi hanno regalato un pomeriggio fantastico, mi hanno fatto entrare in un mondo che sapeva di circoli letterari di fine '800, di Jane Austin.
Se ad un tratto fosse entrata Elizabeth Bennet sottobraccio al pieno di pregiudizi Mr.Darcy non credo che nessuno si sarebbe sconvolto più di tanto.
Anche se si stava parlando di un fantasma bizzarro e di una blogger sgangherata.
E per questo dico grazie, la vita è fatta di piccoli favori, di emozioni inaspettate, di coincidenze e fortunate congiunzioni astrali.
Devo dire che ultimamente nella mia vita pare ci siano allineamenti planetari costanti e rutilanti.
E come sempre, come ho fatto più volte, anche oggi, mi viene da citare una delle mie poesie preferite:
Questa volta lasciate che sia felice, non è successo nulla a nessuno...
Grazie a Ugo Gio e Maria dell'OLD INN PUB di Castiglione Olona, un inchino profondo a voi.
Un posto dove la cortesia è di casa.
Un posto dove la prima volta che si entra si ha una sensazione di ritorno, di deja-vu.
Qualcosa di atavico che ci riporta ai cavalieri, alla madonne in abiti di broccato, all'onore ma soprattutto alla calma.
Entrandoci hai il sentore di lasciare fuori la fretta, la frenesia, il rincorrersi di pensieri e azioni.
Quel turbine assurdo e spesso inconcludente che è la vita di tutti i giorni.
Sparisce tutto, il tempo si dilata e tu ricominci a respirare...e a sorridere.
E a pensarci non potrebbe essere diversamente da così, ogni cosa intorno a lui sa di storia, di cardinali eccellenti, di cultura.
Varcarne la soglia è una sorta di ritorno al passato, pare di essere dei troisi, dei benigni, vien da chiedere se non ci si trovi a Frittole nel 1492...quasi 1500.
Ecco in questa atmosfera incredibile ieri pomeriggio sono entrate anche le mie ragazze.
Ed è stato magnifico.
Ogni mese in questa magica cornice viene promossa la lettura.
Viene presentato un libro, mentre gli avventori sorseggiano un te ascoltando storie scritte da altri.
Andando con la mente alla ricerca di assassini, dialetti lontani, leggende o, come ieri, fanno conoscenza con ragazze incasinate e forti, delicate e solidali.
Le mie.
Ecco loro di medioevale non hanno molto, non sono fanciulle da proteggere, loro si proteggono da sole o almeno ci provano, ma in fondo anche loro anelano ad un cavaliere che le salverà...se non la vita almeno la serata.
I padroni di casa sono speciali, con la dote più bella al mondo.
Quella della familiarità, quella che Saint de Exupery fa descrivere così bene alla volpe.
La dote dell'addomesticare.
Quell'addomesticare che non significa piegare al proprio volere, ma che è usato nella sua accezione più bella: creare dei legami.
Ed è questo che fanno.
Creano legami.
Ecco ieri mi hanno regalato un pomeriggio fantastico, mi hanno fatto entrare in un mondo che sapeva di circoli letterari di fine '800, di Jane Austin.
Se ad un tratto fosse entrata Elizabeth Bennet sottobraccio al pieno di pregiudizi Mr.Darcy non credo che nessuno si sarebbe sconvolto più di tanto.
Anche se si stava parlando di un fantasma bizzarro e di una blogger sgangherata.
E per questo dico grazie, la vita è fatta di piccoli favori, di emozioni inaspettate, di coincidenze e fortunate congiunzioni astrali.
Devo dire che ultimamente nella mia vita pare ci siano allineamenti planetari costanti e rutilanti.
E come sempre, come ho fatto più volte, anche oggi, mi viene da citare una delle mie poesie preferite:
Questa volta lasciate che sia felice, non è successo nulla a nessuno...
Grazie a Ugo Gio e Maria dell'OLD INN PUB di Castiglione Olona, un inchino profondo a voi.
presentazione di libri al lago 21 giugno 2014
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Il 21 giugno, grazie a Giacomo Morandi e a Sara Magnoli con cui ho un debito di gratitudine immenso che aumenta di giorno in giorno, ho la grande opportunità di presentare le mie Ragazze all'interno di una piccola fiera dell'editoria indipendente a Porto Ceresio.
La location è stupenda il clima di più. Lo show, se lasciato nelle mani di due guascone patentate come me e Sara, assicurato. Mi sono divertita parecchio e si è visto! p.s. riguardo alla foto in cui molti, tutti uomini, giurano che si vedano le mie mutande devo dire, mi spiace togliere un'illusione è il secondo strato del vestito...e soprattutto che non porto mutandoni bianchi...suvvia vi pare possano andare bene con un tacco 12 fucsia??? |
e vedi che c'era un perché!

Ci vuole fortuna, fattore C o come volete chiamarlo, ci vuole la forza di credere che tutto capiti per un motivo.
È un lavoro a tempo pieno cercare di vedere e scovare il lato positivo in tutto quello che ci accade.
Ma come per tutto è una questione di pratica.
All'inizio ci sarà la difficoltà di scindere tra gli accadimenti negativi e quel minimo di luce sullo sfondo, l'incapacità di spostare di lato una scelta fatta senza apparentemente motivo che però, se guardata con attenzione, rivela un concatenarsi di eventi che portano in quel momento in quel determinato posto.
Un momento e un posto che cambiano le cose o almeno magari ne scatenano altre.
Ormai posso dire di essere cintura nera primo dan di dietrologia degli eventi con specializzazione in motivazione scelte prese apparentemente a muzzo.
Perché, se lo scorso fine settima e il prossimo, sono stata e sarò presente alla mostra della piccola editoria indipendente Libri al lago a Porto Ceresio è grazie a questo.
Ho un banco dove il mio libro, colorato e patinato, aspetta solo di essere raccontato.
Per sottolineare il succo di questa storia d'amicizia è alternato a scarpe di ogni genere, come a rafforzare il concetto di un cammino condiviso con stili e stiletti diversi.
Sabato ho avuto prima l'onore di presentare il libro di Sara, amica e complice in questo incredibile percorso e a seguire di sentire lei presentare il mio magistralmente.
Tra uno e l'altro il nostro piccolo show, cosa volete se non son cialtrone non mi rivolgono neanche la parola, e quindi, davanti al pubblico in attesa, via le ballerine usate per raccontare il suo libro per ragazzi e su il tacco 12, da parte la giacca e al collo la sciarpa in tinta alle decolleté fucsia.
Anche gli occhiali passano da marroni a rosa e si può iniziare.
Domande alternate a letture singole e a due voci, con il pubblico che ride e si diverte, chiede altri pezzi e, con mio grande gaudio, la lettura dei titoli dei capitoli, ognuno tributo ad un libro o autore con conseguente piccola divagazione.
I minuti scorrono veloci, i brani scelti al momento, siamo delle pazze!, tra i più brillanti e tutto termina lasciando in bocca un sapore di buono e nelle orecchie l'eco delle risate.
Complimenti che ti chiedi siano davvero tutti per te e un grazie enorme da tributare all'altra attrice della scena quella che di esperienza ne ha un mondo più di te, quella da cui puoi solo imparare.
E poi altra gratitudine per il suo editore che, mezz'ora dopo averti incontrata, in quel meraviglioso giorno alla fiera del libro, ti aveva invitata a presentare il tuo alla sua rassegna.
Senza rete, senza pensarci, con grande generosità e un filo d'incoscienza, a lui solo un grazie sentito.
Sarò debitrice a vita per le emozioni.
E la gente che scrive e ti dice che pareva di essere a teatro e io, commediante nata, non posso che sentirmi benissimo nel mio ruolo di guitta da improvvisazione scenica.
Altri che si scusano di non poter leggere il libro...non riescono a smettere di ridere.
E allora va tutto bene e il mio obbiettivo è raggiunto o almeno lo è il primo.
Far divertire.
Il prossimo fine settimana sarò ancora là, ormai la presentazione è fatta, ma conoscendomi, se mi pungolate, quattro amenità riesco lo stesso a metterle insieme.
E come potrei non farlo.
Inoltre sabato, l'amico fotografo, quello bravo, quello che tutte le donne dopo i quaranta dovrebbero avere, mi ha immortalato nei momenti cruciali.
Ma la palma per la miglior foto non è, mi spiace Davide, per lui.
Il premio foto dell'anno è per Rachele, la mia ragazzina, che con maestria mi fotografa seduta al banco dell'intervista e mi tributa per magia delle gambe da urlo.
E se questo non bastasse mi regala anche un accenno di caviglia, dotazione non standard, che mi vedeva impegnata nella fila per il sarcasmo alla sua distribuzione.
Quindi tornando al concetto iniziale.
Grazie Giacomo, grazie Sara, Grazie Libri al Lago...adesso ho capito il perché di questa grande opportunità.
HO SCOPERTO DI AVERE LE CAVIGLIE!!!
p.s. avrei un'altra presentazione il 27 luglio...se si potesse trovarmi il punto vita io ringrazierei anticipatamente
È un lavoro a tempo pieno cercare di vedere e scovare il lato positivo in tutto quello che ci accade.
Ma come per tutto è una questione di pratica.
All'inizio ci sarà la difficoltà di scindere tra gli accadimenti negativi e quel minimo di luce sullo sfondo, l'incapacità di spostare di lato una scelta fatta senza apparentemente motivo che però, se guardata con attenzione, rivela un concatenarsi di eventi che portano in quel momento in quel determinato posto.
Un momento e un posto che cambiano le cose o almeno magari ne scatenano altre.
Ormai posso dire di essere cintura nera primo dan di dietrologia degli eventi con specializzazione in motivazione scelte prese apparentemente a muzzo.
Perché, se lo scorso fine settima e il prossimo, sono stata e sarò presente alla mostra della piccola editoria indipendente Libri al lago a Porto Ceresio è grazie a questo.
Ho un banco dove il mio libro, colorato e patinato, aspetta solo di essere raccontato.
Per sottolineare il succo di questa storia d'amicizia è alternato a scarpe di ogni genere, come a rafforzare il concetto di un cammino condiviso con stili e stiletti diversi.
Sabato ho avuto prima l'onore di presentare il libro di Sara, amica e complice in questo incredibile percorso e a seguire di sentire lei presentare il mio magistralmente.
Tra uno e l'altro il nostro piccolo show, cosa volete se non son cialtrone non mi rivolgono neanche la parola, e quindi, davanti al pubblico in attesa, via le ballerine usate per raccontare il suo libro per ragazzi e su il tacco 12, da parte la giacca e al collo la sciarpa in tinta alle decolleté fucsia.
Anche gli occhiali passano da marroni a rosa e si può iniziare.
Domande alternate a letture singole e a due voci, con il pubblico che ride e si diverte, chiede altri pezzi e, con mio grande gaudio, la lettura dei titoli dei capitoli, ognuno tributo ad un libro o autore con conseguente piccola divagazione.
I minuti scorrono veloci, i brani scelti al momento, siamo delle pazze!, tra i più brillanti e tutto termina lasciando in bocca un sapore di buono e nelle orecchie l'eco delle risate.
Complimenti che ti chiedi siano davvero tutti per te e un grazie enorme da tributare all'altra attrice della scena quella che di esperienza ne ha un mondo più di te, quella da cui puoi solo imparare.
E poi altra gratitudine per il suo editore che, mezz'ora dopo averti incontrata, in quel meraviglioso giorno alla fiera del libro, ti aveva invitata a presentare il tuo alla sua rassegna.
Senza rete, senza pensarci, con grande generosità e un filo d'incoscienza, a lui solo un grazie sentito.
Sarò debitrice a vita per le emozioni.
E la gente che scrive e ti dice che pareva di essere a teatro e io, commediante nata, non posso che sentirmi benissimo nel mio ruolo di guitta da improvvisazione scenica.
Altri che si scusano di non poter leggere il libro...non riescono a smettere di ridere.
E allora va tutto bene e il mio obbiettivo è raggiunto o almeno lo è il primo.
Far divertire.
Il prossimo fine settimana sarò ancora là, ormai la presentazione è fatta, ma conoscendomi, se mi pungolate, quattro amenità riesco lo stesso a metterle insieme.
E come potrei non farlo.
Inoltre sabato, l'amico fotografo, quello bravo, quello che tutte le donne dopo i quaranta dovrebbero avere, mi ha immortalato nei momenti cruciali.
Ma la palma per la miglior foto non è, mi spiace Davide, per lui.
Il premio foto dell'anno è per Rachele, la mia ragazzina, che con maestria mi fotografa seduta al banco dell'intervista e mi tributa per magia delle gambe da urlo.
E se questo non bastasse mi regala anche un accenno di caviglia, dotazione non standard, che mi vedeva impegnata nella fila per il sarcasmo alla sua distribuzione.
Quindi tornando al concetto iniziale.
Grazie Giacomo, grazie Sara, Grazie Libri al Lago...adesso ho capito il perché di questa grande opportunità.
HO SCOPERTO DI AVERE LE CAVIGLIE!!!
p.s. avrei un'altra presentazione il 27 luglio...se si potesse trovarmi il punto vita io ringrazierei anticipatamente
presentazione di Cardano al campo 21 marzo 2014
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Parte dalla biblioteca di Cardano al Campo l'avventura delle mie Ragazze.
Biblioteca del paese in cui vivo da sempre e in cui per un periodo ho lavorato, non poteva quindi che essere quello il teatro per la prima, e teatro è stato. Infatti presenti erano gli splendidi attori della compagnia Anni Verdi che hanno letto magistralmente pezzi del libro, incantando i presenti ed emozionando me. Di seguito gli articoli che scrissi sul blog, prima e dopo la presentazione, sono pieni di emozione, un po' sconnessi e increduli, proprio come lo ero io. |
il primo giorno di un sacco di cose

La scelta del giorno non è casuale.
Me ne avevano proposti tre, ma mi è sembrato che il primo giorno di primavera fosse perfetto.
Per un sacco di motivi.
Per un senso di rinascita, per la voglia che porta di vestitini colorati, per il lento accomiatarsi dalle tanto da me odiate calze, perché le mie ragazze le immagino un po' così.
Leggere e luminose, passare lievi e intense a volte, come solo le donne e la primavera sanno fare.
E adesso inizia a crescere la tensione.
Quella che accompagna i giorni speciali.
Quelli che non vedi l'ora che vengano ma temi il momento che lo faranno.
Ti chiedi cosa succederà, come la vivrai, se sarai tesa o riuscirai a controllarti, se la tua parlantina, di solito fluida e prolissa sarà all'altezza della situazione o come ti accade sempre quando parli in pubblico ti salirà il cuore in gola talmente tanto da non sentire più quel che dici, perché nelle orecchie c'è posto solo per lui.
Poi il pensiero divaga, siamo donne e fortunatamente a volte futili, e quindi: cosa mi metto?
Vestitino con volants tricolore con collane abbinate? Quello con volants panna?
Abito nero chic nel più rigoroso insegnamento di Mrs Audrey Hepburn?
Quello a pois? Monospalla? Tuta intera color cipria?Vestito lungo con rosa rossa annessa Desigual?
Nero e color verde petrolio? Chissà...
Intanto una cosa che mi entusiasma è già in programma.
Quando scrivevo delle mie donne, come tutti quelli che vivono di fantasia, sognavo.
E i sogni o si fanno bene o si lascia perdere.
Sognare in piccolo è un ossimoro, una limitazione.
Il massimo della codardia.
Se sogni devi sognare il più grande sogno che ti riesce, come disse Lella Costa in uno dei suoi spettacoli più belli, deve essere un sogno scritto da Spielberg e girato da Kubrick.
Ho citato Lella Costa non a caso.
Perché se pensavo al mio fantasma vedevo lei, su di un palco che creava scompiglio e divertiva tutti, pensavo che il teatro sarebbe stato il luogo dove le ragazze avrebbero trovato una casa confortevole e giusta per loro.
E visto che i sognatori a volte vengono premiati, la sera del ventuno ci dovrebbe essere una lettura del testo, ovviamente non recitata da Lella Costa, ma da delle ragazze che il teatro lo fanno e lo vivono e che per caso, destino, karma o dei benevoli, hanno letto il libro e deciso che sarebbe stato bello provarci.
Ragazze con vite normali e una passione speciale.
Questo mi riempie di gioia, spero che non nascano problemi o intoppi, sarebbe troppo entusiasmante sentire la parlantina di Amelia, il sarcasmo della madre, i dubbi di Elisabetta e magari la boria del dott.proff.Gozzi.
È solo da vedere se reggerò all'emozione.
Ma anche qui non mi preoccupo, come ha detto, nella sua meravigliosa dialettica romana, la Dottoressa Susanna Cesarini, che si è divertita molto a vedere il suo nome con tanto di titolo accademico sul cartellone: Meno male che ce sta la dottoressa se dovesse sentì male qualcheduno!
Quindi anche qui "sto apposto".
Vi lascio solo con un quesito, ma prima di posizionare le sedie conviene interpellare il signore qui sotto? Visto mai che sia un tuttologo da cantiere e lavori in corso e non fosse d'accordo.....
Me ne avevano proposti tre, ma mi è sembrato che il primo giorno di primavera fosse perfetto.
Per un sacco di motivi.
Per un senso di rinascita, per la voglia che porta di vestitini colorati, per il lento accomiatarsi dalle tanto da me odiate calze, perché le mie ragazze le immagino un po' così.
Leggere e luminose, passare lievi e intense a volte, come solo le donne e la primavera sanno fare.
E adesso inizia a crescere la tensione.
Quella che accompagna i giorni speciali.
Quelli che non vedi l'ora che vengano ma temi il momento che lo faranno.
Ti chiedi cosa succederà, come la vivrai, se sarai tesa o riuscirai a controllarti, se la tua parlantina, di solito fluida e prolissa sarà all'altezza della situazione o come ti accade sempre quando parli in pubblico ti salirà il cuore in gola talmente tanto da non sentire più quel che dici, perché nelle orecchie c'è posto solo per lui.
Poi il pensiero divaga, siamo donne e fortunatamente a volte futili, e quindi: cosa mi metto?
Vestitino con volants tricolore con collane abbinate? Quello con volants panna?
Abito nero chic nel più rigoroso insegnamento di Mrs Audrey Hepburn?
Quello a pois? Monospalla? Tuta intera color cipria?Vestito lungo con rosa rossa annessa Desigual?
Nero e color verde petrolio? Chissà...
Intanto una cosa che mi entusiasma è già in programma.
Quando scrivevo delle mie donne, come tutti quelli che vivono di fantasia, sognavo.
E i sogni o si fanno bene o si lascia perdere.
Sognare in piccolo è un ossimoro, una limitazione.
Il massimo della codardia.
Se sogni devi sognare il più grande sogno che ti riesce, come disse Lella Costa in uno dei suoi spettacoli più belli, deve essere un sogno scritto da Spielberg e girato da Kubrick.
Ho citato Lella Costa non a caso.
Perché se pensavo al mio fantasma vedevo lei, su di un palco che creava scompiglio e divertiva tutti, pensavo che il teatro sarebbe stato il luogo dove le ragazze avrebbero trovato una casa confortevole e giusta per loro.
E visto che i sognatori a volte vengono premiati, la sera del ventuno ci dovrebbe essere una lettura del testo, ovviamente non recitata da Lella Costa, ma da delle ragazze che il teatro lo fanno e lo vivono e che per caso, destino, karma o dei benevoli, hanno letto il libro e deciso che sarebbe stato bello provarci.
Ragazze con vite normali e una passione speciale.
Questo mi riempie di gioia, spero che non nascano problemi o intoppi, sarebbe troppo entusiasmante sentire la parlantina di Amelia, il sarcasmo della madre, i dubbi di Elisabetta e magari la boria del dott.proff.Gozzi.
È solo da vedere se reggerò all'emozione.
Ma anche qui non mi preoccupo, come ha detto, nella sua meravigliosa dialettica romana, la Dottoressa Susanna Cesarini, che si è divertita molto a vedere il suo nome con tanto di titolo accademico sul cartellone: Meno male che ce sta la dottoressa se dovesse sentì male qualcheduno!
Quindi anche qui "sto apposto".
Vi lascio solo con un quesito, ma prima di posizionare le sedie conviene interpellare il signore qui sotto? Visto mai che sia un tuttologo da cantiere e lavori in corso e non fosse d'accordo.....
il ballo

Ho dovuto far passare un giorno.
Un po' perché dovevo cercare di capire, rendermi conto di quello che era successo e un po' perché ci sono cose che bisogna assaporare per qualche istante da soli, riviverle, cercare di trovarne memorie nitide e nitide emozioni.
Il primo giorno di primavera coincideva con la prima presentazione del mio libro.
E le prime van fatte vicino a casa, con gli amici intorno, con chi ti conosce e ti supporta con chi è in grado di raccoglierti se mai tu dovessi scivolare.
La “mia” biblioteca, quella della città in cui abito, quella in cui ho lavorato per un periodo, quella in cui tutto mi è famigliare.
La mattina è stato panico puro.
Quelle giornate in cui un nulla diventa un tutto, in cui una decisione costa fatica pura e niente pare semplice.
Io mi impunto, faccio i capricci, non voglio fare cose che penso mi provochino solo stress, ma fortunatamente c'è chi veglia, se ne frega, perché le amiche vere son così, del mio puntare i piedi e del mio isterismo, espresso in whatssapp categorici, e insiste.
Perché lo sa, perché conosce i suoi polli, o in questo caso la sua polla, si rende conto di aver ragione ed è consapevole che, dopo il primo recalcitrante momento, cederò le armi.
E poi il come mi vesto, il cosa faccio, come iniziamo, cosa leggeranno gli attori, ci capiremo al volo??
Riuscirò a parlare o mi impappinerò? Avrò il cuore in gola o nelle orecchie?
Ma gli dei benevoli vogliono che al mio fianco ci siano donne speciali, che san quel che fanno, che prendono in mano le redini e governano salde il carrozzone.
L'abbigliamento non è facile da scegliere ma alla fine si opta sul più classico dei neri con tocchi di colore rigorosamente in tinta con il libro con un effetto veramente particolare che si può riassumere, come dirà la Fede, in uno scortese “Enzo Miccio ciapà su e purta a cà!”
Ma le ventuno del ventuno arrivano presto, dopo una giornata di coincidenze ben augurali, la barista che ci dispensa un cappuccino soya e cannella con cuore annesso che si chiama Elisabetta come la mia protagonista; l'incontro con l'altra Fede quella del “apriti un blog”, che tanto ha portato bene, subito fuori dal bar, l'abbraccio stretto che ne è seguito a risarcirmi del fatto che non potesse essere con me la sera, il tutto avvenuto non in centro città ma in una via di un paese che non è né mio né suo, in una via nascosta un po' inculandia, come direbbe mia nipote.
E poi l'ultimo segno: loro.
Partire per cercare le scarpe giuste per noi ragazze è sempre un salto nel buio, perché non solo abbiamo un'idea chiara, noi le abbiamo disegnate in testa, dovremmo imparare tutte a farcele da sole.
Una delle più grandi soddisfazioni e quando sullo scaffale del negozio trovi quello che volevi, se poi accade al primo negozio e sul primo scaffale è magia, è una cosa che i maschi non potranno mai capire, è natale e il tuo compleanno assieme.
Le volevo fucsia, col tacco assassino e la linea affusolata e loro erano là ad aspettarmi.
Trovate loro il resto sarebbe stato in discesa: siamo donne, abbiamo bisogno di segni rituali del pensiero magico.
L'arrivo, la sistemazione del posto e la gente che inizia a gremire la sala ancor prima del tempo, facce amiche e facce sconosciute si mischiano in sorrisi e saluti.
Gente che vuole esserci, che vuol condividere vita con me e io che non sono abbastanza lucida per rendermene bene conto e meno male, altrimenti l'emozione sarebbe troppa da gestire.
Aspettiamo le nove e un quarto e almeno una ventina di persone non trovano posto a sedere arrivando ad un conteggio di circa 80 presenze...mi scuso per quello che sto per dire, ma come mi siete piaciuti voi in piedi....
Io e la dottoressa iniziano il nostro solito cazzeggio, dovesse andar male tutto un numero di cabaret l'abbiamo assicurato, spalle ideali una dell'altra, e dopo la presentazione iniziale inizia lo spettacolo vero e proprio.
La nuova compagnia teatrale anni verdi compie il miracolo.
E le mie ragazze son lì...vive e pulsanti, sarcastiche ed emotive, vibranti e coinvolte...son vere.
Di vero c'è anche il dott.proff.Gozzi....in un'interpretazione magistrale dell'unico uomo in scena che, a detta della dottoressa, farà anche il marito meglio del marito.
Dopo il primo emozionate pezzo mi scappa una lacrima, ma non solo a me, e mi scappa anche uno sgraziato vigliacche, anche perché so che se iniziamo così non ne esco viva.
Ma mi riprendo parlo, parlo di qualcosa che conosco, qualcosa che amo: del mio libro, le mie amiche e la mia vita.
E sono come a casa, protetta dalla bolla salvifica dell'affetto che sento vibrare in sala.
Poi gli autografi e le dediche, che mi impongo di non fare mai uguali, siamo a più di 180 libri e non una è sovrapponibile all'altra, almeno così ho tentato di fare, e le foto.
Le foto mi scioccano.
Che qualcuno voglia farsi una foto con me mi lascia perplessa, se poi son creature che incontro da anni sui circuiti podistici e che avranno almeno 200 scatti di me in calzoncini e canottiera sudata stremata o mentre mi abbuffo ai ristori è una cosa che proprio non riesco a concepire.
Ma è stato bellissimo e di questo li ringrazio.
Come ringrazio tutto e tutti: la mia maestra delle elementari che mi fa trovare in borsa un biglietto talmente bello da farmi piangere, come la bambina che ha guidato nei primi anni di scuola, una volta arrivata a casa.
Ringrazio mio padre fiero in prima fila, le mie amiche e i miei amici in festa, chi non conoscevo ancora, la tata e i miei figli partecipi e orgogliosi.
Ringrazio mia sorella che, impossibilitata a venire, mi ha coperto di messaggi, energia positiva, amore, che mai come in quel momento ho sentito con me....e ultimo ma non ultimo per le scarpe!
E Lui...Lui che è stato tutta la sera nascosto dietro uno scaffale per potersi emozionare in privato, Lui che non mi ha mai perso di vista...Lui che in qualunque momento girassi lo sguardo trovavo il suo appoggiato su di me.
Mi sto scusando con tutti per non aver dato la giusta attenzione ad ognuno di loro, ma ero frastornata al punto che durante le letture mi pareva quasi che stessero leggendo parole d'altri.
E infine ringrazio la mia Clo che, quando mi ha sentito spiaciuta per non averla considerata abbastanza, mi ha detto la cosa che ogni bambina vorrebbe sentirsi dire “Non eravamo noi a dover avere la tua attenzione! Eri tu la reginetta, bellissima, del ballo!”.
Un po' perché dovevo cercare di capire, rendermi conto di quello che era successo e un po' perché ci sono cose che bisogna assaporare per qualche istante da soli, riviverle, cercare di trovarne memorie nitide e nitide emozioni.
Il primo giorno di primavera coincideva con la prima presentazione del mio libro.
E le prime van fatte vicino a casa, con gli amici intorno, con chi ti conosce e ti supporta con chi è in grado di raccoglierti se mai tu dovessi scivolare.
La “mia” biblioteca, quella della città in cui abito, quella in cui ho lavorato per un periodo, quella in cui tutto mi è famigliare.
La mattina è stato panico puro.
Quelle giornate in cui un nulla diventa un tutto, in cui una decisione costa fatica pura e niente pare semplice.
Io mi impunto, faccio i capricci, non voglio fare cose che penso mi provochino solo stress, ma fortunatamente c'è chi veglia, se ne frega, perché le amiche vere son così, del mio puntare i piedi e del mio isterismo, espresso in whatssapp categorici, e insiste.
Perché lo sa, perché conosce i suoi polli, o in questo caso la sua polla, si rende conto di aver ragione ed è consapevole che, dopo il primo recalcitrante momento, cederò le armi.
E poi il come mi vesto, il cosa faccio, come iniziamo, cosa leggeranno gli attori, ci capiremo al volo??
Riuscirò a parlare o mi impappinerò? Avrò il cuore in gola o nelle orecchie?
Ma gli dei benevoli vogliono che al mio fianco ci siano donne speciali, che san quel che fanno, che prendono in mano le redini e governano salde il carrozzone.
L'abbigliamento non è facile da scegliere ma alla fine si opta sul più classico dei neri con tocchi di colore rigorosamente in tinta con il libro con un effetto veramente particolare che si può riassumere, come dirà la Fede, in uno scortese “Enzo Miccio ciapà su e purta a cà!”
Ma le ventuno del ventuno arrivano presto, dopo una giornata di coincidenze ben augurali, la barista che ci dispensa un cappuccino soya e cannella con cuore annesso che si chiama Elisabetta come la mia protagonista; l'incontro con l'altra Fede quella del “apriti un blog”, che tanto ha portato bene, subito fuori dal bar, l'abbraccio stretto che ne è seguito a risarcirmi del fatto che non potesse essere con me la sera, il tutto avvenuto non in centro città ma in una via di un paese che non è né mio né suo, in una via nascosta un po' inculandia, come direbbe mia nipote.
E poi l'ultimo segno: loro.
Partire per cercare le scarpe giuste per noi ragazze è sempre un salto nel buio, perché non solo abbiamo un'idea chiara, noi le abbiamo disegnate in testa, dovremmo imparare tutte a farcele da sole.
Una delle più grandi soddisfazioni e quando sullo scaffale del negozio trovi quello che volevi, se poi accade al primo negozio e sul primo scaffale è magia, è una cosa che i maschi non potranno mai capire, è natale e il tuo compleanno assieme.
Le volevo fucsia, col tacco assassino e la linea affusolata e loro erano là ad aspettarmi.
Trovate loro il resto sarebbe stato in discesa: siamo donne, abbiamo bisogno di segni rituali del pensiero magico.
L'arrivo, la sistemazione del posto e la gente che inizia a gremire la sala ancor prima del tempo, facce amiche e facce sconosciute si mischiano in sorrisi e saluti.
Gente che vuole esserci, che vuol condividere vita con me e io che non sono abbastanza lucida per rendermene bene conto e meno male, altrimenti l'emozione sarebbe troppa da gestire.
Aspettiamo le nove e un quarto e almeno una ventina di persone non trovano posto a sedere arrivando ad un conteggio di circa 80 presenze...mi scuso per quello che sto per dire, ma come mi siete piaciuti voi in piedi....
Io e la dottoressa iniziano il nostro solito cazzeggio, dovesse andar male tutto un numero di cabaret l'abbiamo assicurato, spalle ideali una dell'altra, e dopo la presentazione iniziale inizia lo spettacolo vero e proprio.
La nuova compagnia teatrale anni verdi compie il miracolo.
E le mie ragazze son lì...vive e pulsanti, sarcastiche ed emotive, vibranti e coinvolte...son vere.
Di vero c'è anche il dott.proff.Gozzi....in un'interpretazione magistrale dell'unico uomo in scena che, a detta della dottoressa, farà anche il marito meglio del marito.
Dopo il primo emozionate pezzo mi scappa una lacrima, ma non solo a me, e mi scappa anche uno sgraziato vigliacche, anche perché so che se iniziamo così non ne esco viva.
Ma mi riprendo parlo, parlo di qualcosa che conosco, qualcosa che amo: del mio libro, le mie amiche e la mia vita.
E sono come a casa, protetta dalla bolla salvifica dell'affetto che sento vibrare in sala.
Poi gli autografi e le dediche, che mi impongo di non fare mai uguali, siamo a più di 180 libri e non una è sovrapponibile all'altra, almeno così ho tentato di fare, e le foto.
Le foto mi scioccano.
Che qualcuno voglia farsi una foto con me mi lascia perplessa, se poi son creature che incontro da anni sui circuiti podistici e che avranno almeno 200 scatti di me in calzoncini e canottiera sudata stremata o mentre mi abbuffo ai ristori è una cosa che proprio non riesco a concepire.
Ma è stato bellissimo e di questo li ringrazio.
Come ringrazio tutto e tutti: la mia maestra delle elementari che mi fa trovare in borsa un biglietto talmente bello da farmi piangere, come la bambina che ha guidato nei primi anni di scuola, una volta arrivata a casa.
Ringrazio mio padre fiero in prima fila, le mie amiche e i miei amici in festa, chi non conoscevo ancora, la tata e i miei figli partecipi e orgogliosi.
Ringrazio mia sorella che, impossibilitata a venire, mi ha coperto di messaggi, energia positiva, amore, che mai come in quel momento ho sentito con me....e ultimo ma non ultimo per le scarpe!
E Lui...Lui che è stato tutta la sera nascosto dietro uno scaffale per potersi emozionare in privato, Lui che non mi ha mai perso di vista...Lui che in qualunque momento girassi lo sguardo trovavo il suo appoggiato su di me.
Mi sto scusando con tutti per non aver dato la giusta attenzione ad ognuno di loro, ma ero frastornata al punto che durante le letture mi pareva quasi che stessero leggendo parole d'altri.
E infine ringrazio la mia Clo che, quando mi ha sentito spiaciuta per non averla considerata abbastanza, mi ha detto la cosa che ogni bambina vorrebbe sentirsi dire “Non eravamo noi a dover avere la tua attenzione! Eri tu la reginetta, bellissima, del ballo!”.
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le ragazze vanno ovunque...
C'è chi l'ha fatto per vincere un aperitivo, chi per giocare, chi per farmi piacere...
Non importa da dove sia venuta l'idea, ma ogni immagine che scorre è la prova tangibile che qualcuno ha perso anche solo il tempo di un click per immortalare le Ragazze! A tutte voi un grazie di cuore e un aperitivo virtuale da parte mia e visto che c'è un po' di ognuna di noi in tutte le protagoniste vi faccio decidere anche con chi lo volete prendere. Volete che sfoderi il tacco 12 di Amelia? Il pragmatismo di Bianca? La filosofia zen di Lavinia? L'ottimismo di Caterina? O volete fare un giro sulle montagne russe della vita di Elisabetta? A voi la scelta, sapete comunque che siete in tempo a cambiare idea anche tra il primo e secondo Mojto, tanto noi donne di sfumature, e non solo di grigio, ne abbiamo molte più di 50... |
dicono delle ragazze
recensioni...idee...emozioni...
"Generalmente non amo i libri che parlano di amicizie al femminile, ci si confronta spesso con troppi modelli dai telefilm che hanno spopolato negli anni 90, alla sempreverde Bridget Jones fino ad arrivare alle casalinghe tutt'altro che disperate e tutt'altro che casalinghe. Ma questo libro è diverso, per questo l'ho letto, inizialmente tutto d'un fiato, poi centellinandolo verso la fine, come a non volermi separare dalla meraviglia. Il fantasma di una mamma che riappare dopo vent'anni e che vuole rimanere a far compagnia alla vita della figlia, ditemi voi se non riesce a far ridere e commuovere allo stesso tempo! Le amiche, le ragazze, parlano e interagiscono tra loro in maniera realistica (ho letto certi dialoghi in precedenti romanzi di genere da rimanere allibita, le amiche tra loro parlano come mangiano proprio come in questo libro) la fuga con l'imbianchino e il biglietto della gattamorta...piccoli episodi di contorno ma vitali nella trama. Brava Stefania, io ho gusti difficili in quanto a letture (anzi, nella prefazione già il fatto che mi hai citato la divina Banana ehm...Yoshimoto mi ha fatto sussultare) adoro però la leggerezza, l'ironia e si...il caffè americano, la camomilla (non a colazione ma quasi), le piccole stranezze, gli occhi magri e i fantasmi/angeli custodi. bello bello bello.." (Roberta Mascellani)
Letto.....tutto d un fiato ! bello, coinvolgente e con la voglia di arrivare all ultima pagina. Complimenti Stefania Visentini. Aspetto con ansia il prossimo !!!! (Monica Re)
Letto, anzi divorato! Romanzo divertente, coinvolgente e scritto in maniera scorrevole. Descrizione delle situazioni spesso realisticamente surreali! ...insomma, brava Stefania! Brillante e diretta! da leggere! (Katia Fornasa)
"Ok. Ci siamo. Ho appena finito il tuo libro, che ho sapientemente centellinato "perchè-così-dura-di-più" ma alla fine la curiosità ha vinto e l'ho finito. E mi sento sola. Mi sembra di aver perso le amiche di una vita, stessa cosa che mi succede quando vedo l'ultima puntata dell'ultimissima stagione di un telefilm che mi piace. Mi sembra che alla mia vita manchi qualcosa, tanto che mi sono immedesimata nella storia. Mi manca il profumo di libri che sentivo quando ero nello studio di Elisabetta, il rumore dei tacchi che sentivo quando camminavo con Amelia..e così via. E adesso cosa cavolo faccio???? Stai già scrivendo il secondo, vero?????? Ti prego dimmi di sì!!!!!" (Chiara Faini)
"E' un libro leggero e ricco allo stesso tempo. Il titolo suggerisce qualcosa di impegnativo - quasi un testo classico - ma dalla prefazione, ho colto il tono ironico che l'autrice ha voluto (e saputo) dare al suo racconto, a partire dal confrontarsi con Archimede... La storia mi ha subito coinvolta: il fantasma è il vero protagonista e per questo, forse, apre il titolo. Le ragazze sono vive, intense, anche stupide, come solo le donne sanno essere quando c'è un'amica su cui contare. E quindi si trovano ad organizzare visite specialistiche, a supervisionare le storie d'amore, a preoccuparsi per una fuga. Mi ha colpito quanto queste donne siano persone vere e proprie, quasi ne sentivo la voce. Forse per come l'autrice usa le parole e riesce a giocarci, descrivendo i sentimenti come fossero cose reali! E proprio perchè questo libro è un piccolo spaccato anche della mia vita, lo posso considerare il mio nuovo compagno di viaggio. L'ho messo sul mio smartphone e, senza volerlo, è diventato una piacevole presenza quando vado in giro, o sono ferma in coda, oppure in lungo viaggio sui bus. Ritrovo frasi ed episodi che già conosco, e forse il piacere è proprio li, perchè si parla di me e delle mie amiche. Le 5 stelle le do' volentieri perchè se le merita, anche se, a dir del vero, forse l'ultima luccica di meno, per aspetti un po' deludenti: ho poco apprezzato il linguaggio talvolta un po' crudo (è di moda ma con un titolo così volevo qualcosa di più aulico), e la copertina, bellissima icona sul mio smartphone, che pero' è anch'essa banalmente alla moda." (Susanna Cesarini)
"E' un libro puramente femminile, ciononostante e' gredevole anche letto e interpretato in chiave maschile per meglio capire il mondo femminile, e' comunque un'opera molto fresca e immediata" (Roberto) su amazon
Letto.....tutto d un fiato ! bello, coinvolgente e con la voglia di arrivare all ultima pagina. Complimenti Stefania Visentini. Aspetto con ansia il prossimo !!!! (Monica Re)
Letto, anzi divorato! Romanzo divertente, coinvolgente e scritto in maniera scorrevole. Descrizione delle situazioni spesso realisticamente surreali! ...insomma, brava Stefania! Brillante e diretta! da leggere! (Katia Fornasa)
"Ok. Ci siamo. Ho appena finito il tuo libro, che ho sapientemente centellinato "perchè-così-dura-di-più" ma alla fine la curiosità ha vinto e l'ho finito. E mi sento sola. Mi sembra di aver perso le amiche di una vita, stessa cosa che mi succede quando vedo l'ultima puntata dell'ultimissima stagione di un telefilm che mi piace. Mi sembra che alla mia vita manchi qualcosa, tanto che mi sono immedesimata nella storia. Mi manca il profumo di libri che sentivo quando ero nello studio di Elisabetta, il rumore dei tacchi che sentivo quando camminavo con Amelia..e così via. E adesso cosa cavolo faccio???? Stai già scrivendo il secondo, vero?????? Ti prego dimmi di sì!!!!!" (Chiara Faini)
"E' un libro leggero e ricco allo stesso tempo. Il titolo suggerisce qualcosa di impegnativo - quasi un testo classico - ma dalla prefazione, ho colto il tono ironico che l'autrice ha voluto (e saputo) dare al suo racconto, a partire dal confrontarsi con Archimede... La storia mi ha subito coinvolta: il fantasma è il vero protagonista e per questo, forse, apre il titolo. Le ragazze sono vive, intense, anche stupide, come solo le donne sanno essere quando c'è un'amica su cui contare. E quindi si trovano ad organizzare visite specialistiche, a supervisionare le storie d'amore, a preoccuparsi per una fuga. Mi ha colpito quanto queste donne siano persone vere e proprie, quasi ne sentivo la voce. Forse per come l'autrice usa le parole e riesce a giocarci, descrivendo i sentimenti come fossero cose reali! E proprio perchè questo libro è un piccolo spaccato anche della mia vita, lo posso considerare il mio nuovo compagno di viaggio. L'ho messo sul mio smartphone e, senza volerlo, è diventato una piacevole presenza quando vado in giro, o sono ferma in coda, oppure in lungo viaggio sui bus. Ritrovo frasi ed episodi che già conosco, e forse il piacere è proprio li, perchè si parla di me e delle mie amiche. Le 5 stelle le do' volentieri perchè se le merita, anche se, a dir del vero, forse l'ultima luccica di meno, per aspetti un po' deludenti: ho poco apprezzato il linguaggio talvolta un po' crudo (è di moda ma con un titolo così volevo qualcosa di più aulico), e la copertina, bellissima icona sul mio smartphone, che pero' è anch'essa banalmente alla moda." (Susanna Cesarini)
"E' un libro puramente femminile, ciononostante e' gredevole anche letto e interpretato in chiave maschile per meglio capire il mondo femminile, e' comunque un'opera molto fresca e immediata" (Roberto) su amazon