DUE MAGNIFICHE RAGAZZE

Inizio settembre...tempo di Tor des Geants.
E per il terzo anno consecutivo sono qui in attesa.
Lei, la ragazza col dono di accomunare, quella magica, di cui ho parlato gli anni scorsi, sta arrivando.
Scilla Tonetti, la scheggia, la macchina da guerra, finirà tra poco la sua gara.
E quest'anno siamo tutti live.
Tutto il gruppo che l'ha seguita, tutti quelli che ogni giorno, appena acceso il pc, correvano alla pagina del Tor per controllare i passaggi, quelli che attendevano notizie dal campo, foto e curiosità, sono on line.
Abbiamo già spuntato il nostro presente e attendiamo impazienti.
Sto scrivendo con nelle orecchie le cuffie con la voce dello speaker, sono pronta, basterà un click, cambierò immagine e la vedrò tagliare il traguardo.
È stato un Tor complicato questo, dopo il terzo posto dell'anno passato, inizia con problemi di stomaco, si riprende, ma poi un paio di notti fa una caduta il ginocchio duole, il quadricipite probabilmente strappato e l'ala triste del ritiro che volteggia.
Si scoraggia, aspetta il medico e il passaggio, non arrivano e decide di farsela a piedi...e decide...decide che la medaglia di finisher lei la porta a casa!
E a me vengono i brividi e aspettando mi commuovo.
Non è passato un giorno che non mi sentissi parte di una cosa bellissima, qualche notte fa, complice la cana dall'impianto idrico difettoso, mi sono ritrovata in giardino e, vedendo la luna più incredibile dell'estate, non ho potuto non pensare a lei e a tutti quelli che a lei pensavano, sperando che quella meraviglia in cielo potesse illuminarli tutti.
Tutti loro che ancora sanno cosa significa appassionarsi ad un'impresa al limite delle forze, che sanno cosa vuol dire sentirsi partecipi, che sanno godere di emozioni conto terzi ed emozionarsi a loro volta.
Ma se io, noi, abbiamo potuto fare questo non è stato grazie solo a lei.
Certo senza di lei non ci sarebbe stata la base, ma una casa di adrenalina e battiti del cuore, di attesa e preoccupazione, di risate e gioia, non ha bisogno solo delle fondamenta.
Ha bisogno di chi la rende splendente attraverso i racconti, della forza e la cura con cui la custodisce.
Noi avevamo bisogno di Lidia, semplice.
Perché è inutile girarci intorno, senza il suo lavoro costante, senza il suo reportage, le sue foto, i suoi post ora seri ora cialtroni noi non ci saremmo appassionati così.
Lidia che credo abbia usato le sue ferie, Lidia che dorme in macchina dal primo giorno, che fa chilometri di tornanti per arrivare al punto successivo, per vederla, mangiare con lei, sentire i suoi “che odio!!!”, per vedere i suoi sorrisi tirati e gestire il suo sconforto.
Parlo di lei perché le donne sono anche così, meravigliose.
Capaci di tutto per un'amica, capaci di fare il bucato, di stenderlo in auto, di vederla star male e non riuscire a fermarla anche se a volte lo vorrebbero.
Non so cosa sia passata nella testa di Lidia quando si parlava di ritiro, so che non deve essere stato facile, la nostra Scilla non è tipino da accettare la resa senza arrabbiarsi e battere i piedi, anche solo metaforicamente.
Quello che so è che è rimasta lì, ad aspettare le decisioni, pronta a sostenerle e condividerle, perché noi ragazze siamo fatte anche così, e capiamo quando l'unica cosa che ci resta è metterci al fianco della nostra persona e dire sono qui, comunque vada, qualsiasi cosa tu decida.
E questo ha incantato tutti.
Ci ha catturati e tenuti incollati a facebook, impazienti di notizie.
Fino alla fine, fino ad adesso.
Adesso che, mentre scrivo, è arrivato un suo messaggio che ci chiama a raccolta e che ci avverte, taggandoci tutti, che tra 20 minuti taglierà il traguardo.
Brava Scilla, ma bravissima tu Lidia.
Bravissima tu che in questo mondo in cui i sentimenti hanno la consistenza di nuvole di passaggio, sai ancora legare delle creature ad un sogno, far sì che lo sentano loro.
Perché i sogni che senti tuoi restano per sempre dentro di te.
Brava Lidia che sai ancora creare ricordi.
p.s. pensatela come volete, ma è arrivata giusto 30 secondi dopo che avevo messo l'ultimo punto....coincidenza? Se ci credete voi....
E per il terzo anno consecutivo sono qui in attesa.
Lei, la ragazza col dono di accomunare, quella magica, di cui ho parlato gli anni scorsi, sta arrivando.
Scilla Tonetti, la scheggia, la macchina da guerra, finirà tra poco la sua gara.
E quest'anno siamo tutti live.
Tutto il gruppo che l'ha seguita, tutti quelli che ogni giorno, appena acceso il pc, correvano alla pagina del Tor per controllare i passaggi, quelli che attendevano notizie dal campo, foto e curiosità, sono on line.
Abbiamo già spuntato il nostro presente e attendiamo impazienti.
Sto scrivendo con nelle orecchie le cuffie con la voce dello speaker, sono pronta, basterà un click, cambierò immagine e la vedrò tagliare il traguardo.
È stato un Tor complicato questo, dopo il terzo posto dell'anno passato, inizia con problemi di stomaco, si riprende, ma poi un paio di notti fa una caduta il ginocchio duole, il quadricipite probabilmente strappato e l'ala triste del ritiro che volteggia.
Si scoraggia, aspetta il medico e il passaggio, non arrivano e decide di farsela a piedi...e decide...decide che la medaglia di finisher lei la porta a casa!
E a me vengono i brividi e aspettando mi commuovo.
Non è passato un giorno che non mi sentissi parte di una cosa bellissima, qualche notte fa, complice la cana dall'impianto idrico difettoso, mi sono ritrovata in giardino e, vedendo la luna più incredibile dell'estate, non ho potuto non pensare a lei e a tutti quelli che a lei pensavano, sperando che quella meraviglia in cielo potesse illuminarli tutti.
Tutti loro che ancora sanno cosa significa appassionarsi ad un'impresa al limite delle forze, che sanno cosa vuol dire sentirsi partecipi, che sanno godere di emozioni conto terzi ed emozionarsi a loro volta.
Ma se io, noi, abbiamo potuto fare questo non è stato grazie solo a lei.
Certo senza di lei non ci sarebbe stata la base, ma una casa di adrenalina e battiti del cuore, di attesa e preoccupazione, di risate e gioia, non ha bisogno solo delle fondamenta.
Ha bisogno di chi la rende splendente attraverso i racconti, della forza e la cura con cui la custodisce.
Noi avevamo bisogno di Lidia, semplice.
Perché è inutile girarci intorno, senza il suo lavoro costante, senza il suo reportage, le sue foto, i suoi post ora seri ora cialtroni noi non ci saremmo appassionati così.
Lidia che credo abbia usato le sue ferie, Lidia che dorme in macchina dal primo giorno, che fa chilometri di tornanti per arrivare al punto successivo, per vederla, mangiare con lei, sentire i suoi “che odio!!!”, per vedere i suoi sorrisi tirati e gestire il suo sconforto.
Parlo di lei perché le donne sono anche così, meravigliose.
Capaci di tutto per un'amica, capaci di fare il bucato, di stenderlo in auto, di vederla star male e non riuscire a fermarla anche se a volte lo vorrebbero.
Non so cosa sia passata nella testa di Lidia quando si parlava di ritiro, so che non deve essere stato facile, la nostra Scilla non è tipino da accettare la resa senza arrabbiarsi e battere i piedi, anche solo metaforicamente.
Quello che so è che è rimasta lì, ad aspettare le decisioni, pronta a sostenerle e condividerle, perché noi ragazze siamo fatte anche così, e capiamo quando l'unica cosa che ci resta è metterci al fianco della nostra persona e dire sono qui, comunque vada, qualsiasi cosa tu decida.
E questo ha incantato tutti.
Ci ha catturati e tenuti incollati a facebook, impazienti di notizie.
Fino alla fine, fino ad adesso.
Adesso che, mentre scrivo, è arrivato un suo messaggio che ci chiama a raccolta e che ci avverte, taggandoci tutti, che tra 20 minuti taglierà il traguardo.
Brava Scilla, ma bravissima tu Lidia.
Bravissima tu che in questo mondo in cui i sentimenti hanno la consistenza di nuvole di passaggio, sai ancora legare delle creature ad un sogno, far sì che lo sentano loro.
Perché i sogni che senti tuoi restano per sempre dentro di te.
Brava Lidia che sai ancora creare ricordi.
p.s. pensatela come volete, ma è arrivata giusto 30 secondi dopo che avevo messo l'ultimo punto....coincidenza? Se ci credete voi....