
E’ giusto di qualche giorno fa l’articolo in cui diffondevo il verbo dell’università’ di New York.
Articolo secondo il quale, la chiave per risolvere ogni problema femminile, dall’insonnia allo stress fino ad arrivare alla depressione, parebbe essere praticar fellazio come non ci fosse un domani, e già spuntano nuovi studi che rincarano la dose e incentivano l’uso alternativo della bocca. leggi qui
Pare infatti, e stavolta son gli inglesi a mettere il naso nei libri, che ci sia una disarmonia tra l’apparato uditivo/ ricettivo maschile e quello fonetico/espositivo femminile.
Ovvero quando parliamo diam fastidio da matti.
Ma non per colpa loro, no poveri, è che fan fatica a seguirci.
Siamo in pratica troppo articolate, non han le basi, si perdono, fan casino e gli scoppia il fatidico mal di testa da sovraccarico e intanto a noi parte la depressione dell’incompresa cronica.
E come dar torto a New York a questo punto, tacere, abbassare la testa: a loro il flusso sanguigno si sposta e dai tre neuroni va ai due…., la rima fatela voi, e siam tutti felici.
Almeno così dicono.
Loro felici lo son di certo.
Sul fatto che lo si sia anche noi è tutta da dimostrare, ma vogliam fidarci.
Ma non è questo il punto, infatti, anche se potrebbe sembrare che volessi far della polemica mi preme sottolineare che non era mia intenzione.
Anzi.
Perché, se lo studio di New York mi ha lasciato un po’ scettica, non tanto per le conclusioni, ma per le spiegazioni delle stesse, quello inglese mi trova concorde su tutta la linea.
Talmente d’accordo che lo metterei di diritto nelle letture consigliate per ragazze.
Piccole donne, Jane Eyre, Lettera a un bambino mai nato, Alice nel Paese delle meraviglie e quello studio lì.
Anche perché diciamocelo sorelle, prima capiamo che dobbiamo, nonostante la natura ci doti e voglia altro, esprimerci con semplice basicità e prima ne veniamo a capo.
Che poi, non ci sarebbe stato così tanto bisogno di studiare, basta guardarsi intorno per accorgersi che una ragazzotta ucraina che dice giusto sì e …si’ ottiene di più di una laureata in psicologia omnia cum laude alla Cattolica.
Detto questo non è complicato: parlare chiaro, scandendo le parole, usarne il meno possibile e di semplice fattura.
Evitare le frasi con troppi incisi, i lemmi con più di quattro sillabe e le digressioni articolate.
O almeno, fatelo pure, ma solo se il vostro preciso interesse è quello di confondere, annoiare e farsi’ che vi chiedano un MomentAct, altrimenti evitate.
Un’altra cosa, che nell’articolo non si dice, che vi consiglierei è quella del contatto visivo.
Parlate sempre guardandoli negli occhi, dopo aver accuratamente allacciato gli ultimi tre bottoni della camicia, infatti, pare che anche alcuni reggiseni abbiano una composizione tale da potare a un allontanamento dal focus della conversazione.
Che cosa volete farci, poveri, anche il cotone egiziano mischiato con il pizzo francese è contro di loro, una vitaccia!
Ricapitolando, se siete mamme o avete cresciuto dei fratellini o cugini siete avvantaggiate, avete presente il periodo della lallazione?
Perfetto! Quello.
Altrimenti tranquille, fate finta di parlare al cucciolo, pare infatti che i toni dolci siano graditi e se per caso non lo fossero c’e’ sempre l’opzione B: SITZ!
Unico inconveniente? Beh che inizi a chiamarvi mamma….
p.s. ovviamente tutto cio’ e’ ironico, mi chiedo solo se chi ha fatto lo studio, che potrebbe anche essere vero, non ha ragionato sulla estrema figura da pirla del povero cromosoma y
Articolo secondo il quale, la chiave per risolvere ogni problema femminile, dall’insonnia allo stress fino ad arrivare alla depressione, parebbe essere praticar fellazio come non ci fosse un domani, e già spuntano nuovi studi che rincarano la dose e incentivano l’uso alternativo della bocca. leggi qui
Pare infatti, e stavolta son gli inglesi a mettere il naso nei libri, che ci sia una disarmonia tra l’apparato uditivo/ ricettivo maschile e quello fonetico/espositivo femminile.
Ovvero quando parliamo diam fastidio da matti.
Ma non per colpa loro, no poveri, è che fan fatica a seguirci.
Siamo in pratica troppo articolate, non han le basi, si perdono, fan casino e gli scoppia il fatidico mal di testa da sovraccarico e intanto a noi parte la depressione dell’incompresa cronica.
E come dar torto a New York a questo punto, tacere, abbassare la testa: a loro il flusso sanguigno si sposta e dai tre neuroni va ai due…., la rima fatela voi, e siam tutti felici.
Almeno così dicono.
Loro felici lo son di certo.
Sul fatto che lo si sia anche noi è tutta da dimostrare, ma vogliam fidarci.
Ma non è questo il punto, infatti, anche se potrebbe sembrare che volessi far della polemica mi preme sottolineare che non era mia intenzione.
Anzi.
Perché, se lo studio di New York mi ha lasciato un po’ scettica, non tanto per le conclusioni, ma per le spiegazioni delle stesse, quello inglese mi trova concorde su tutta la linea.
Talmente d’accordo che lo metterei di diritto nelle letture consigliate per ragazze.
Piccole donne, Jane Eyre, Lettera a un bambino mai nato, Alice nel Paese delle meraviglie e quello studio lì.
Anche perché diciamocelo sorelle, prima capiamo che dobbiamo, nonostante la natura ci doti e voglia altro, esprimerci con semplice basicità e prima ne veniamo a capo.
Che poi, non ci sarebbe stato così tanto bisogno di studiare, basta guardarsi intorno per accorgersi che una ragazzotta ucraina che dice giusto sì e …si’ ottiene di più di una laureata in psicologia omnia cum laude alla Cattolica.
Detto questo non è complicato: parlare chiaro, scandendo le parole, usarne il meno possibile e di semplice fattura.
Evitare le frasi con troppi incisi, i lemmi con più di quattro sillabe e le digressioni articolate.
O almeno, fatelo pure, ma solo se il vostro preciso interesse è quello di confondere, annoiare e farsi’ che vi chiedano un MomentAct, altrimenti evitate.
Un’altra cosa, che nell’articolo non si dice, che vi consiglierei è quella del contatto visivo.
Parlate sempre guardandoli negli occhi, dopo aver accuratamente allacciato gli ultimi tre bottoni della camicia, infatti, pare che anche alcuni reggiseni abbiano una composizione tale da potare a un allontanamento dal focus della conversazione.
Che cosa volete farci, poveri, anche il cotone egiziano mischiato con il pizzo francese è contro di loro, una vitaccia!
Ricapitolando, se siete mamme o avete cresciuto dei fratellini o cugini siete avvantaggiate, avete presente il periodo della lallazione?
Perfetto! Quello.
Altrimenti tranquille, fate finta di parlare al cucciolo, pare infatti che i toni dolci siano graditi e se per caso non lo fossero c’e’ sempre l’opzione B: SITZ!
Unico inconveniente? Beh che inizi a chiamarvi mamma….
p.s. ovviamente tutto cio’ e’ ironico, mi chiedo solo se chi ha fatto lo studio, che potrebbe anche essere vero, non ha ragionato sulla estrema figura da pirla del povero cromosoma y