
Questa è la storia di un uomo per bene.
Ma in fondo è la storia di tanti uomini per bene, uomini che hanno il solo torto di essere forse un po’ ingenui.
Certo non uomini perfetti, la perfezione non esiste e deve essere anche molto difficile conviverci.
Capita che questi uomini incontrino donne con l’orologio biologico in scadenza e allora succedono cose.
Che non sarebbe niente, il problema è che a volte succedono figli.
Figli che hanno da subito un unico padrone.
Non genitore, perché i genitori sono altro, hanno un padrone.
Uno che decide da subito, che attacca il cartellino, che usa il fatto di averlo portato in grembo per nove mesi come arma e sventola la parola “mamma” come fosse un vessillo di piratesca memoria.
Ma mi spiace, non sono mamme, sono madri geneticamente parlando, ma cosa significa essere mamme non lo sapranno mai.
Sono donne che ti fanno vergognare un po’, che ti fanno rimpiangere il cromosoma y.
Una mamma non vieta al padre di suo figlio una passeggiata, non lo accusa di non essere in grado di curarsene senza mai avergli dato la possibilità di provare e sbagliare, non emette editti, non minaccia, non ricatta.
Una mamma vaglia, concilia, s’impunta ma riconosce valori e meriti e soprattutto pensa al proprio bambino.
Sono la mamma di una ragazza che ha dovuto subire una separazione e un divorzio, di errori ne ho fatti tanti, ma mai ho negato il suo sacro diritto di sapere che ha un padre, mai mi si potrà dire di aver ostacolato il loro rapporto, lui non era l’uomo per me, ma lei non c’entra con questo. E’ suo padre, nel bene e nel male.
E adesso a venti anni deve a se stessa e a lui quello che hanno creato, se non è quello che si aspettavano è un problema loro, se è magnifico bravi loro.
Che poi se le donne capissero che i figli sono persone e non bambini perenni.
I figli crescono, ragionano, capiscono e alla fine giudicheranno.
Ci vorranno anni, ci vorrà tempo, ma arriverà il giorno in cui presenteranno il conto.
E non faranno sconti, caricheranno con la mancia e allora per non perderli toccherà pagare.
Toccherà chiedere scusa.
Ma ci son creature che le scuse non le conoscono, non sanno dove stanno di casa e allora resteranno lì ad aspettare di aver ragione, convinti d’averla.
Alla fine l’affetto non sarà negato, perché la mamma è la mamma, ma tra l’affetto e l’amore ci son montagne d’abbracci e baci, ci sono sorrisi condivisi e scelte comuni, tra l’amore e l’affetto c’e’ un sacco di vita.
Se poi il figlio è maschio, il rischio è maggiore, arriverà comunque un momento in cui preferirà un’altra donna a noi e sarà, naturalmente, un po’ perso e allora potrebbe essere davvero dura.
Quindi, a prescindere dal ticchettio della biologia non crediate di essere la riproduzione terrena di madre natura, siamo e restiamo delle potenziali madri con l’opzione mamma tutta da guadagnare, anche mollando il colpo a volte, anche cedendo, anche lasciando andare.
E andare contro le decisioni dei giudici è pericoloso, lasciarsi andare a isterismi anche, perché è vero che all’inizio si parlava di uomini per bene, ma gli uomini per bene non sono per forza dei coglioni.
Il mio amico è una brava persona, una di quelle che non farebbe mai del male a qualcuno volontariamente, uno conciliante, anche troppo, uno che quando te lo trovi davanti le prime volte non capisci se ci fa o ci e’.
Calmo flemmatico, riflessivo, mai sopra le righe, con una voce profonda e un umorismo articolato e immenso dato dall’intelligenza dalla capacità di fare collegamenti assurdi e astrusi.
Una grande cultura generale e generazionale che sfrutta per giochi di parole e nonsense che adoro.
Ama profondamente suo figlio e credeva fermamente in un progetto di famiglia che purtroppo non ha mai compreso lui.
A lui dico solo stai calmo amico mio, stai sereno, usa la tua flemma per spiazzare, hai le spalle coperte da tante persone che sanno chi sei. Lo vedrai crescere, starai con lui e ti amerà.
E lo so perché è impossibile non farlo.
Ma in fondo è la storia di tanti uomini per bene, uomini che hanno il solo torto di essere forse un po’ ingenui.
Certo non uomini perfetti, la perfezione non esiste e deve essere anche molto difficile conviverci.
Capita che questi uomini incontrino donne con l’orologio biologico in scadenza e allora succedono cose.
Che non sarebbe niente, il problema è che a volte succedono figli.
Figli che hanno da subito un unico padrone.
Non genitore, perché i genitori sono altro, hanno un padrone.
Uno che decide da subito, che attacca il cartellino, che usa il fatto di averlo portato in grembo per nove mesi come arma e sventola la parola “mamma” come fosse un vessillo di piratesca memoria.
Ma mi spiace, non sono mamme, sono madri geneticamente parlando, ma cosa significa essere mamme non lo sapranno mai.
Sono donne che ti fanno vergognare un po’, che ti fanno rimpiangere il cromosoma y.
Una mamma non vieta al padre di suo figlio una passeggiata, non lo accusa di non essere in grado di curarsene senza mai avergli dato la possibilità di provare e sbagliare, non emette editti, non minaccia, non ricatta.
Una mamma vaglia, concilia, s’impunta ma riconosce valori e meriti e soprattutto pensa al proprio bambino.
Sono la mamma di una ragazza che ha dovuto subire una separazione e un divorzio, di errori ne ho fatti tanti, ma mai ho negato il suo sacro diritto di sapere che ha un padre, mai mi si potrà dire di aver ostacolato il loro rapporto, lui non era l’uomo per me, ma lei non c’entra con questo. E’ suo padre, nel bene e nel male.
E adesso a venti anni deve a se stessa e a lui quello che hanno creato, se non è quello che si aspettavano è un problema loro, se è magnifico bravi loro.
Che poi se le donne capissero che i figli sono persone e non bambini perenni.
I figli crescono, ragionano, capiscono e alla fine giudicheranno.
Ci vorranno anni, ci vorrà tempo, ma arriverà il giorno in cui presenteranno il conto.
E non faranno sconti, caricheranno con la mancia e allora per non perderli toccherà pagare.
Toccherà chiedere scusa.
Ma ci son creature che le scuse non le conoscono, non sanno dove stanno di casa e allora resteranno lì ad aspettare di aver ragione, convinti d’averla.
Alla fine l’affetto non sarà negato, perché la mamma è la mamma, ma tra l’affetto e l’amore ci son montagne d’abbracci e baci, ci sono sorrisi condivisi e scelte comuni, tra l’amore e l’affetto c’e’ un sacco di vita.
Se poi il figlio è maschio, il rischio è maggiore, arriverà comunque un momento in cui preferirà un’altra donna a noi e sarà, naturalmente, un po’ perso e allora potrebbe essere davvero dura.
Quindi, a prescindere dal ticchettio della biologia non crediate di essere la riproduzione terrena di madre natura, siamo e restiamo delle potenziali madri con l’opzione mamma tutta da guadagnare, anche mollando il colpo a volte, anche cedendo, anche lasciando andare.
E andare contro le decisioni dei giudici è pericoloso, lasciarsi andare a isterismi anche, perché è vero che all’inizio si parlava di uomini per bene, ma gli uomini per bene non sono per forza dei coglioni.
Il mio amico è una brava persona, una di quelle che non farebbe mai del male a qualcuno volontariamente, uno conciliante, anche troppo, uno che quando te lo trovi davanti le prime volte non capisci se ci fa o ci e’.
Calmo flemmatico, riflessivo, mai sopra le righe, con una voce profonda e un umorismo articolato e immenso dato dall’intelligenza dalla capacità di fare collegamenti assurdi e astrusi.
Una grande cultura generale e generazionale che sfrutta per giochi di parole e nonsense che adoro.
Ama profondamente suo figlio e credeva fermamente in un progetto di famiglia che purtroppo non ha mai compreso lui.
A lui dico solo stai calmo amico mio, stai sereno, usa la tua flemma per spiazzare, hai le spalle coperte da tante persone che sanno chi sei. Lo vedrai crescere, starai con lui e ti amerà.
E lo so perché è impossibile non farlo.