Cara McStef,
ho un problema che mi angoscia. Amo moltissimo mio marito e, fedele ai dictat della chiesa non desidero altro uomo all'infuori di lui. Ma c'è un problema, come faccio a dirgli che al mattino appena sveglia, mentre lui è già prontissimo all'azione, io sto facendo fatica a capire se sono una donna, una mamma, una casalinga disperata, una donna in carriera/in corriera o un bradipo e che aggrovigliarmi tra le lenzuola non rientra nel percorso per comprenderlo? Come spiegargli che non sono una fanatica delle manovre d'avvicinamento e dei preliminari, ma ho bisogno di entrare nel climax della cosa?
Ti prego appena affronto l'argomento varia tra due reazioni, sdegno profondo e frase “tu non vuoi mai” e labbruccio da bambino a cui si è detto che non può giocare.
Grazie per l'aiuto
Tua affezionata lettrice, moglie innamorata e tormentata.
Cara Innamorata e tormentata,
quello dei tempo dell'aggrovigliamento è un problema che ci coinvolge tutti.
Il problema di base è tecnico.
Affluenza sanguigna.
Per noi, contorte e incasinate, prima di arrivare lì deve passare per gli emisferi cerebrali, per loro quando il sangue va lì è tutto a posto.
E non c'è un momento preciso, a loro i flussi fan scherzi bizzarri, possono esser stimolati da dieci centimetri di gamba a livello tibiale che si scopre all'improvviso, allo scostarsi dei capelli dal collo, al risveglio.
Quello del risveglio con il loro compagno di avventure che fa il saluto al sole, stato altrimenti detto “momento dell' Ercolino sempre in piedi” credo abbia spiegazioni fisiche, ma mi piace pensare che il flusso che noi usiamo per sognare, facendo castelli in aria, loro lo utilizzino per una revisione giornaliera dell'apparato.
In fondo svegliarsi con la sensazione che lì da basso è tutto a posto dà una sicurezza che li accompagna con letizia all'inizio del nuovo giorno.
Detto questo come spiegargli il tuo punto di vista.
Io proverei con la metafora sportiva, che, si sa, è sempre una cosa che funziona.
Infatti iniziare parlando di sport è spiazzante: ascoltano per concetto, per partito preso, e quando si accorgerà che vuoi arrivare altrove sarà troppo tardi.
Potresti cominciare facendo un rapporto sulla gioia di assistere ad un goal, canestro, record, vittoria, a seconda dello sport, dopo una gara coinvolgente, che parte magari in sordina, arrivando ad infiammarsi passaggio dopo passaggio, e perché no, goal dopo goal, chilometro dopo chilometro, arrivando al fischio finale tra il tripudio generale e il pubblico che anela nel replay.
Certo anche arrivare davanti allo schermo a risultato acquisito, giusto in tempo per il fischio finale, può essere a volte gratificante ma altre volte può diventare una scocciatura, giungere all'ultimo sapendo di essersi perso il bello dell'azione può togliere ogni soddisfazione.
Ma noi donne pratiche, non inclini a stupidi tabù e con i tempi ristretti che la nostra vita ci impone non disdegniamo la vecchia e cara sveltina, per troppo tempo attribuita ad una concezione maschile dell'approccio fisico.
Ma anche qui non è che noi, mentre si passano i piatti, prima di infilarli in quella inetta di lavastoviglie, valutando se controllare i compiti o far finta di niente, che tanto li han fatti male e a quest'ora sarebbero grane, abbiamo la prorompente voglia di sentire la porta della cucina sbarrarsi e la cerniera scendere, anche perché, ben che vada, all'entrata in cucina, speriamo al massimo in un aiuto e otterrà di più prendendo in mano un asciuga piatti che alzandoci la gonna.
Ecco in questo caso puoi sempre ricordargli di quando, impossibilitato a godersi l'evento in diretta passa tutta la giornata a rimuginarci, cercando di cogliere un'informazione lì e l'altra là, parlandone e facendo crescere l'interesse nell'attesa di godere, come un mandrillo, davanti al televideo, atto che costerà pochissimo tempo ma darà una grande soddisfazione.
Per ultimo potresti ricordargli della sua mania di registrare gli eventi, per poi goderseli con calma.
Senza interferenze e salti di immagini, che altrimenti, si sa, non potrebbe influire sul risultato finale.
Prova a figurargli il momento: lui che si siede, sta pregustando il momento che porterà, si spera, alla vittoria, quando, l'immagine si ferma, il protagonista si blocca e guardandolo negli occhi, gli urla il risultato finale iniziando ad esultare senza fargli vedere niente.
Ecco a questo punto dovrebbe aver capito, anche perché, cara amica, non riuscirà a non pensare che lui, quel giocatore che non l'ha coinvolto e ha esultato solo, lo venderebbe a parametro zero.
Sempre tua Nanny McStef.
ho un problema che mi angoscia. Amo moltissimo mio marito e, fedele ai dictat della chiesa non desidero altro uomo all'infuori di lui. Ma c'è un problema, come faccio a dirgli che al mattino appena sveglia, mentre lui è già prontissimo all'azione, io sto facendo fatica a capire se sono una donna, una mamma, una casalinga disperata, una donna in carriera/in corriera o un bradipo e che aggrovigliarmi tra le lenzuola non rientra nel percorso per comprenderlo? Come spiegargli che non sono una fanatica delle manovre d'avvicinamento e dei preliminari, ma ho bisogno di entrare nel climax della cosa?
Ti prego appena affronto l'argomento varia tra due reazioni, sdegno profondo e frase “tu non vuoi mai” e labbruccio da bambino a cui si è detto che non può giocare.
Grazie per l'aiuto
Tua affezionata lettrice, moglie innamorata e tormentata.
Cara Innamorata e tormentata,
quello dei tempo dell'aggrovigliamento è un problema che ci coinvolge tutti.
Il problema di base è tecnico.
Affluenza sanguigna.
Per noi, contorte e incasinate, prima di arrivare lì deve passare per gli emisferi cerebrali, per loro quando il sangue va lì è tutto a posto.
E non c'è un momento preciso, a loro i flussi fan scherzi bizzarri, possono esser stimolati da dieci centimetri di gamba a livello tibiale che si scopre all'improvviso, allo scostarsi dei capelli dal collo, al risveglio.
Quello del risveglio con il loro compagno di avventure che fa il saluto al sole, stato altrimenti detto “momento dell' Ercolino sempre in piedi” credo abbia spiegazioni fisiche, ma mi piace pensare che il flusso che noi usiamo per sognare, facendo castelli in aria, loro lo utilizzino per una revisione giornaliera dell'apparato.
In fondo svegliarsi con la sensazione che lì da basso è tutto a posto dà una sicurezza che li accompagna con letizia all'inizio del nuovo giorno.
Detto questo come spiegargli il tuo punto di vista.
Io proverei con la metafora sportiva, che, si sa, è sempre una cosa che funziona.
Infatti iniziare parlando di sport è spiazzante: ascoltano per concetto, per partito preso, e quando si accorgerà che vuoi arrivare altrove sarà troppo tardi.
Potresti cominciare facendo un rapporto sulla gioia di assistere ad un goal, canestro, record, vittoria, a seconda dello sport, dopo una gara coinvolgente, che parte magari in sordina, arrivando ad infiammarsi passaggio dopo passaggio, e perché no, goal dopo goal, chilometro dopo chilometro, arrivando al fischio finale tra il tripudio generale e il pubblico che anela nel replay.
Certo anche arrivare davanti allo schermo a risultato acquisito, giusto in tempo per il fischio finale, può essere a volte gratificante ma altre volte può diventare una scocciatura, giungere all'ultimo sapendo di essersi perso il bello dell'azione può togliere ogni soddisfazione.
Ma noi donne pratiche, non inclini a stupidi tabù e con i tempi ristretti che la nostra vita ci impone non disdegniamo la vecchia e cara sveltina, per troppo tempo attribuita ad una concezione maschile dell'approccio fisico.
Ma anche qui non è che noi, mentre si passano i piatti, prima di infilarli in quella inetta di lavastoviglie, valutando se controllare i compiti o far finta di niente, che tanto li han fatti male e a quest'ora sarebbero grane, abbiamo la prorompente voglia di sentire la porta della cucina sbarrarsi e la cerniera scendere, anche perché, ben che vada, all'entrata in cucina, speriamo al massimo in un aiuto e otterrà di più prendendo in mano un asciuga piatti che alzandoci la gonna.
Ecco in questo caso puoi sempre ricordargli di quando, impossibilitato a godersi l'evento in diretta passa tutta la giornata a rimuginarci, cercando di cogliere un'informazione lì e l'altra là, parlandone e facendo crescere l'interesse nell'attesa di godere, come un mandrillo, davanti al televideo, atto che costerà pochissimo tempo ma darà una grande soddisfazione.
Per ultimo potresti ricordargli della sua mania di registrare gli eventi, per poi goderseli con calma.
Senza interferenze e salti di immagini, che altrimenti, si sa, non potrebbe influire sul risultato finale.
Prova a figurargli il momento: lui che si siede, sta pregustando il momento che porterà, si spera, alla vittoria, quando, l'immagine si ferma, il protagonista si blocca e guardandolo negli occhi, gli urla il risultato finale iniziando ad esultare senza fargli vedere niente.
Ecco a questo punto dovrebbe aver capito, anche perché, cara amica, non riuscirà a non pensare che lui, quel giocatore che non l'ha coinvolto e ha esultato solo, lo venderebbe a parametro zero.
Sempre tua Nanny McStef.