
Cara McStef,
ieri sera sono stata molto in imbarazzo.
Invitata da amici in vacanza, mi hanno portato in un ristorante molto esclusivo e dal nome altisonante. Al momento dell'antipasto?primo? Chi lo sa...mi son vista recapitare il piatto di cui ti allego una foto.
Ora qual'è il limite accettabile? Quando bisogna smettere di pensare, sono io rozza che non capisco, e quando invece è il caso di credere che ci sia qualcuno dietro ad un separè che se la ride pensando ho fregato anche questi vedendo che tutti fan finta di niente?
E soprattutto come reagire? Cosa dire se si decide che tanto non ci vedranno più e quindi conviene, fosse solo per onestà gastrica, mostrare il nostro sdegno?
Grazie, ti leggo sempre con molta attenzione,
tua lettrice perplessa.
ieri sera sono stata molto in imbarazzo.
Invitata da amici in vacanza, mi hanno portato in un ristorante molto esclusivo e dal nome altisonante. Al momento dell'antipasto?primo? Chi lo sa...mi son vista recapitare il piatto di cui ti allego una foto.
Ora qual'è il limite accettabile? Quando bisogna smettere di pensare, sono io rozza che non capisco, e quando invece è il caso di credere che ci sia qualcuno dietro ad un separè che se la ride pensando ho fregato anche questi vedendo che tutti fan finta di niente?
E soprattutto come reagire? Cosa dire se si decide che tanto non ci vedranno più e quindi conviene, fosse solo per onestà gastrica, mostrare il nostro sdegno?
Grazie, ti leggo sempre con molta attenzione,
tua lettrice perplessa.
Cara lettrice perplessa,
in effetti darti torto diventa difficile.
Io, nonostante abbia frequentato i salotti, e le tavole, più aristocratiche e vip d' europa, questa abitudine di presentare piatti solo vagamente sporchi non l'ho mai capita.
Mi ricorda sempre la vecchia favola del vestito dell'imperatore, quando il sarto lo manda in giro nudo descrivendo la magnificenza del tessuto e convincendo la corte che, al passaggio del sovrano, si prodiga in complimenti, finché un bimbo non fa notare a tutti l'evidenza.
Il re è nudo.
Ecco io credo che ci si stia spingendo a questo punto.
Anche perché per i giustificare prezzi, che non son mai bassissimi, le petit merdine, o come dite voi italiani, le scacazzine, presenti nel piatto dovrebbero essere come le gomme da masticare di Willy Wonka: sapere contemporaneamente di zuppa di pomodoro, rost-beef con patate arrosto e torta di mirtilli con gelato.
Certo sarebbe volere comune evitare qualsiasi commento e qualsivoglia rimostranza al momento dell'arrivo del piatto, salvo poi segnarsi, una volta giunti a casa di fare depennare il nome del ristorante da tutti gli archivi telefonici e non, arrivando a immolare la pagina corrispondente al numero da tutte le rubriche telefoniche cartacee degli ultimi 5 anni, che giacciono intonse e inutilizzate nei loro involucri di plastica, esattamente uguali a quando ci sono state consegnate.
Ma se proprio lo sdegno è tanto e la vostra fede è “non esiste rivoluzione finché il primo non si ergerà alla protesta” avete a disposizione più vie.
La prima, incruenta, per voi e per il vostro portafoglio, è molto sociale.
Dopo l'arrivo del primo piatto, vedendone la desolazione e potendo immaginare il magro e dispendioso seguito, potete fermare il cameriere e dire con un timido sorriso sofferto “guardi, so che probabilmente sarà di disturbo, ma sono veramente già sazia, sarebbe uno spreco inutile di cibo farmi portare altro, e io odio gli sprechi”.
Se il cameriere non è scemo, e non lo sono quasi mai, capirà al volo e farà avere la cortese e inattaccabile rimostranza a chi di dovere mentre voi, dopo aver chiesto permesso ai commensali, vi fionderete in bagno a telefonare, sperando ci sia posto verso le undici alla pizzeria sotto casa.
C'è poi la soluzione casalinga in libera uscita.
Dopo aver ricevuto il piatto dovrete toccare con grazia la manica del cameriere facendogli segno di avvicinarsi, una volta che le vostre teste saranno vicine iniziate con fare cameratesco “scusi ma il piatto è sporco, lo so che non è colpa vostra, può capitare scaricando la lavastoviglie di non accorgersi, che poi ormai, ha notato?, non lavano più niente, bisogna far tutto a mano e loro si limitano ad una passatina veloce, facciamo così, io guardo altrove e lei lo sostituisca”
Qui i camerieri si potrebbero dividere in due categorie.
Il composto e fiero, che, orgoglioso del suo posto di lavoro e che ormai ha assorbito la spocchia della clientela altolocata, vi farà notare che quello è il capolavoro del maestro, un piatto che si è guadagnato il premio “Essenzialità e gusto 2012” e che i critici di tutto il mondo hanno definito una “Stonehenge di sapori e magie”.
A questo punto dipende dal coraggio che vi sentite d'avere.
Potete far finta di niente ed incassare il rimprovero o, alzando il sopracciglio, fargli la vostra miglior faccia da “che cavolo stai dicendo Willi” imparata a suo tempo dal mitico Arnold.
Facendogli poi notare che a Stonehenge, quella volta che vi siete dimenticati la colazione al sacco, tra bacche e germogli avete mangiato molto, ma molto di più.
L'opzione B è che il cameriere sia di quelli che ogni sera non riesce a credere ai proprio occhi, quando nessuno, all'arrivo della cena, batte ciglio.
In questo caso, vi offrirà un sorriso, tutta la sua comprensione e niente più, ma voi ve le farete bastare, anche perché saprete che ad ogni portata avrete chi capirà le vostre battute e sorrisetti e alla fine avrete mangiato anche poco, ma vi sarete divertiti, che trovare una spalla con cui farlo non è mai così semplice.
Ci sarebbe anche il gesto estremo, quello dello sdegno plateale, quello di chi pretende di parlare con direttore e chef, ma ve lo sconsiglio caldamente.
Sarà pur vero che se nessuno si erge la rivoluzione non si fa, ma se vi darete un'occhiata intorno capirete che quella gente lì la rivoluzione non la farà mai, e non c'entra il conto in banca.
Loro non stanno mangiando lì, stanno esibendo un simbolo, di soldi, raffinatezza, vera o presunta, o anche solo si son detti perché no, una volta nella vita.
Quindi correte il rischio di trovarvi da soli sul muro con gli occhi puntati contro e a questo punto, o avete davvero fegato da vendere e iniziate un comizio sull'incoerenza umana e gli sprechi che verrà interrotto solo dall'arrivo delle forze dell'ordine o lasciate perdere.
Anche perché in fondo, già che siete lì, conviene che mangiate, per poco che sia, magari il gusto sarà così appagante da giustificare il conto.
Il conto che, per coerenza con i patti vuoti, pagherete ovviamente con un assegno scoperto.
Sempre vostra
Nanny McStef
p.s. la nostra lettrice perplessa ci informa che ha scoperto che questo, nelle intenzioni del ristorante, era il benvenuto...chissà cosa avrebbero mai fatto se non fossero stati contenti di vederla...
in effetti darti torto diventa difficile.
Io, nonostante abbia frequentato i salotti, e le tavole, più aristocratiche e vip d' europa, questa abitudine di presentare piatti solo vagamente sporchi non l'ho mai capita.
Mi ricorda sempre la vecchia favola del vestito dell'imperatore, quando il sarto lo manda in giro nudo descrivendo la magnificenza del tessuto e convincendo la corte che, al passaggio del sovrano, si prodiga in complimenti, finché un bimbo non fa notare a tutti l'evidenza.
Il re è nudo.
Ecco io credo che ci si stia spingendo a questo punto.
Anche perché per i giustificare prezzi, che non son mai bassissimi, le petit merdine, o come dite voi italiani, le scacazzine, presenti nel piatto dovrebbero essere come le gomme da masticare di Willy Wonka: sapere contemporaneamente di zuppa di pomodoro, rost-beef con patate arrosto e torta di mirtilli con gelato.
Certo sarebbe volere comune evitare qualsiasi commento e qualsivoglia rimostranza al momento dell'arrivo del piatto, salvo poi segnarsi, una volta giunti a casa di fare depennare il nome del ristorante da tutti gli archivi telefonici e non, arrivando a immolare la pagina corrispondente al numero da tutte le rubriche telefoniche cartacee degli ultimi 5 anni, che giacciono intonse e inutilizzate nei loro involucri di plastica, esattamente uguali a quando ci sono state consegnate.
Ma se proprio lo sdegno è tanto e la vostra fede è “non esiste rivoluzione finché il primo non si ergerà alla protesta” avete a disposizione più vie.
La prima, incruenta, per voi e per il vostro portafoglio, è molto sociale.
Dopo l'arrivo del primo piatto, vedendone la desolazione e potendo immaginare il magro e dispendioso seguito, potete fermare il cameriere e dire con un timido sorriso sofferto “guardi, so che probabilmente sarà di disturbo, ma sono veramente già sazia, sarebbe uno spreco inutile di cibo farmi portare altro, e io odio gli sprechi”.
Se il cameriere non è scemo, e non lo sono quasi mai, capirà al volo e farà avere la cortese e inattaccabile rimostranza a chi di dovere mentre voi, dopo aver chiesto permesso ai commensali, vi fionderete in bagno a telefonare, sperando ci sia posto verso le undici alla pizzeria sotto casa.
C'è poi la soluzione casalinga in libera uscita.
Dopo aver ricevuto il piatto dovrete toccare con grazia la manica del cameriere facendogli segno di avvicinarsi, una volta che le vostre teste saranno vicine iniziate con fare cameratesco “scusi ma il piatto è sporco, lo so che non è colpa vostra, può capitare scaricando la lavastoviglie di non accorgersi, che poi ormai, ha notato?, non lavano più niente, bisogna far tutto a mano e loro si limitano ad una passatina veloce, facciamo così, io guardo altrove e lei lo sostituisca”
Qui i camerieri si potrebbero dividere in due categorie.
Il composto e fiero, che, orgoglioso del suo posto di lavoro e che ormai ha assorbito la spocchia della clientela altolocata, vi farà notare che quello è il capolavoro del maestro, un piatto che si è guadagnato il premio “Essenzialità e gusto 2012” e che i critici di tutto il mondo hanno definito una “Stonehenge di sapori e magie”.
A questo punto dipende dal coraggio che vi sentite d'avere.
Potete far finta di niente ed incassare il rimprovero o, alzando il sopracciglio, fargli la vostra miglior faccia da “che cavolo stai dicendo Willi” imparata a suo tempo dal mitico Arnold.
Facendogli poi notare che a Stonehenge, quella volta che vi siete dimenticati la colazione al sacco, tra bacche e germogli avete mangiato molto, ma molto di più.
L'opzione B è che il cameriere sia di quelli che ogni sera non riesce a credere ai proprio occhi, quando nessuno, all'arrivo della cena, batte ciglio.
In questo caso, vi offrirà un sorriso, tutta la sua comprensione e niente più, ma voi ve le farete bastare, anche perché saprete che ad ogni portata avrete chi capirà le vostre battute e sorrisetti e alla fine avrete mangiato anche poco, ma vi sarete divertiti, che trovare una spalla con cui farlo non è mai così semplice.
Ci sarebbe anche il gesto estremo, quello dello sdegno plateale, quello di chi pretende di parlare con direttore e chef, ma ve lo sconsiglio caldamente.
Sarà pur vero che se nessuno si erge la rivoluzione non si fa, ma se vi darete un'occhiata intorno capirete che quella gente lì la rivoluzione non la farà mai, e non c'entra il conto in banca.
Loro non stanno mangiando lì, stanno esibendo un simbolo, di soldi, raffinatezza, vera o presunta, o anche solo si son detti perché no, una volta nella vita.
Quindi correte il rischio di trovarvi da soli sul muro con gli occhi puntati contro e a questo punto, o avete davvero fegato da vendere e iniziate un comizio sull'incoerenza umana e gli sprechi che verrà interrotto solo dall'arrivo delle forze dell'ordine o lasciate perdere.
Anche perché in fondo, già che siete lì, conviene che mangiate, per poco che sia, magari il gusto sarà così appagante da giustificare il conto.
Il conto che, per coerenza con i patti vuoti, pagherete ovviamente con un assegno scoperto.
Sempre vostra
Nanny McStef
p.s. la nostra lettrice perplessa ci informa che ha scoperto che questo, nelle intenzioni del ristorante, era il benvenuto...chissà cosa avrebbero mai fatto se non fossero stati contenti di vederla...