UN PIRLA INUTILE

Bilancia: oggi affrontate i contrattempi con ironia.
Voi non avete idea di come mi scoccia dire che la De Giuli aveva ragione!
Parto male.
Al primo contrattempo mi girano i maroni.
Non tanto per l'intoppo, che si è risolto subito, ma per la supponenza con cui l'ha trattato quella che doveva aiutarmi a risolverlo.
Non capisco e non capirò mai chi usa i dieci minuti di potere che ha su di te, dovuti al fatto che sta facendo il suo lavoro di cui tu, che di quella cosa avrai bisogno due volte in vita tua, non sai niente.
Io penso che se abbiamo una competenza e ci troviamo davanti a chi, gioco forza, non ce l'ha, dovremmo rassicuralo ed accompagnarlo alla soluzione e non farlo sentire inadeguato.
Comunque incasellando la cosa sotto l'etichetta preferita di mia nonna,“quand la merda la munta scagn o la spuza o la fa dagn” che tradotto sarebbe “quando una persona di infimo valore sale sul trono olezza o crea disagi”, passo oltre, ma la stelle sono in buona e mi danno una seconda opportunità
E passar oltre è una capatina in banca ad ascoltare un'altra cosa di cui capisco poco.
Sono infatti 15 giorni che un funzionario della filiale dove abbiamo il conto ci sta col fiato sul collo.
Ha chiamato a fasi alterne me e Lui, pare che il nostro conto sia vecchio e vada adeguato.
Io, che resto dell'idea che l'unico modo d'adeguarlo sarebbe che ci versassero dei soldi, vado ad ascoltare scettica.
Conosco il tipo da anni.
Classico figo di parigi, brizzolato, lampadato, sguardo di sufficienza, parlata strascicata a bordo labbra...pare il signor Paribas.
Entro, mi avvicino al loculo in cui, perché c'è una giustizia divina, l'han recluso e dico “Buongiorno sono Zampini, mi ha chiamato per un adeguamento del conto”
Mi guarda di traverso, mi squadra e sbiascica “Può darsi”.
E a me, santa De Giuli, inizia a venir da ridere.
Prende il mouse, lo sbatacchia e clicca, sul computer appare la sua agenda elettronica in cui ci sono segnati ben 4 nomi.
Quindi caro il mio wolf di wall street, ci sfrantumi allegramente le palle per settimane e non ti ricordi 4 nomi in croce, direi che inizi bene.
Dopo di che clicca sul nostro conto e si blocca e con fare quasi scocciato mi dice “Ma voi siete immigrati in hello bank!”
Lo guardo e sogghignando gli chiedo “Dov'è che siamo immigrati noi?”
“In hello bank, e allora io non posso più operare, non posso fare più niente per voi”
Che detto così farebbe anche molto “lasciate ogni speranza voi entrate” ma che a me fa ancora più ridere, perché, a parte che non so cosa sia hello bank, anche se credo possa essere l'istituto bancario di una gatta di nome Kitty, non capisco se mi sta pigliando per il sedere o se sono su candid camera.
Lo guardo e possibilista rispondo che a me non risulta di essere immigrata, almeno non ancora, e comunque l'avrei fatto in Madagascar, ma che chiederò a mio marito, che quello è già immigrato da Ferrara magari c'ha preso gusto.
O almeno è quello che gli avrei detto se non fossi usa a non regalare ironia a chi non la saprebbe apprezzare e dico “chiederò a casa”.
Lui continua, mi spiega un'altra volta che il conto resta lo stesso, che le operazioni si eseguono nel medesimo modo ma che lui, e sottolinea lui, per me non può fare niente.
E io cedo e rido.
Mi scuso per la faccia basita e gli faccio notare che io, immigrata o no, stavo benissimo seduta alla scrivania di casa mia e che se son lì è perché lui mi ha convocata e che mai mi son sognata di chiedergli di far qualcosa per me.
E a questo punto il tocco da maestro, lui, yuppie, residuato bellico di fine anni 80, in linea col miglior personaggio dei Fratelli Vanzina mi dice come fossi oca “Beh ma io lo vedo adesso che siete immigrati”.
A questo punto avevo alcune possibilità, indignarmi e dirgli che prima di scomodare la gente, e magari fargli prendere ferie, dovrebbe avere un quadro completo; fargli notare la sua assoluta incompetenza, il tutto magari alzando un pochino la voce.
Oppure tacere e dire buongiorno uscendo ridendo dall'uffico.
Ho riso, come una matta, anche perché, come ho spiegato al mio attonito papà, se mai avessi parlato sarebbe stato per dirgli: “Caro il mio lampadato segregato in una scatola da scarpe, non era necessario farmi arrivare fin qui, son dieci anni che son consapevole che tu non puoi fare niente per me e in effetti non ti ho mai chiesto niente. Ma grazie lo stesso, mi hai fatto scoprire una nuova categoria. Prima pensavo che tu fossi un pirla. Uno di quelli che non eccelle, che però all'occorrenza può servire, ma senza esagerare. Adesso mi si è aperto un mondo: quello dei pirla inutili e devo dire che tu sei cintura nera!”.
Voi non avete idea di come mi scoccia dire che la De Giuli aveva ragione!
Parto male.
Al primo contrattempo mi girano i maroni.
Non tanto per l'intoppo, che si è risolto subito, ma per la supponenza con cui l'ha trattato quella che doveva aiutarmi a risolverlo.
Non capisco e non capirò mai chi usa i dieci minuti di potere che ha su di te, dovuti al fatto che sta facendo il suo lavoro di cui tu, che di quella cosa avrai bisogno due volte in vita tua, non sai niente.
Io penso che se abbiamo una competenza e ci troviamo davanti a chi, gioco forza, non ce l'ha, dovremmo rassicuralo ed accompagnarlo alla soluzione e non farlo sentire inadeguato.
Comunque incasellando la cosa sotto l'etichetta preferita di mia nonna,“quand la merda la munta scagn o la spuza o la fa dagn” che tradotto sarebbe “quando una persona di infimo valore sale sul trono olezza o crea disagi”, passo oltre, ma la stelle sono in buona e mi danno una seconda opportunità
E passar oltre è una capatina in banca ad ascoltare un'altra cosa di cui capisco poco.
Sono infatti 15 giorni che un funzionario della filiale dove abbiamo il conto ci sta col fiato sul collo.
Ha chiamato a fasi alterne me e Lui, pare che il nostro conto sia vecchio e vada adeguato.
Io, che resto dell'idea che l'unico modo d'adeguarlo sarebbe che ci versassero dei soldi, vado ad ascoltare scettica.
Conosco il tipo da anni.
Classico figo di parigi, brizzolato, lampadato, sguardo di sufficienza, parlata strascicata a bordo labbra...pare il signor Paribas.
Entro, mi avvicino al loculo in cui, perché c'è una giustizia divina, l'han recluso e dico “Buongiorno sono Zampini, mi ha chiamato per un adeguamento del conto”
Mi guarda di traverso, mi squadra e sbiascica “Può darsi”.
E a me, santa De Giuli, inizia a venir da ridere.
Prende il mouse, lo sbatacchia e clicca, sul computer appare la sua agenda elettronica in cui ci sono segnati ben 4 nomi.
Quindi caro il mio wolf di wall street, ci sfrantumi allegramente le palle per settimane e non ti ricordi 4 nomi in croce, direi che inizi bene.
Dopo di che clicca sul nostro conto e si blocca e con fare quasi scocciato mi dice “Ma voi siete immigrati in hello bank!”
Lo guardo e sogghignando gli chiedo “Dov'è che siamo immigrati noi?”
“In hello bank, e allora io non posso più operare, non posso fare più niente per voi”
Che detto così farebbe anche molto “lasciate ogni speranza voi entrate” ma che a me fa ancora più ridere, perché, a parte che non so cosa sia hello bank, anche se credo possa essere l'istituto bancario di una gatta di nome Kitty, non capisco se mi sta pigliando per il sedere o se sono su candid camera.
Lo guardo e possibilista rispondo che a me non risulta di essere immigrata, almeno non ancora, e comunque l'avrei fatto in Madagascar, ma che chiederò a mio marito, che quello è già immigrato da Ferrara magari c'ha preso gusto.
O almeno è quello che gli avrei detto se non fossi usa a non regalare ironia a chi non la saprebbe apprezzare e dico “chiederò a casa”.
Lui continua, mi spiega un'altra volta che il conto resta lo stesso, che le operazioni si eseguono nel medesimo modo ma che lui, e sottolinea lui, per me non può fare niente.
E io cedo e rido.
Mi scuso per la faccia basita e gli faccio notare che io, immigrata o no, stavo benissimo seduta alla scrivania di casa mia e che se son lì è perché lui mi ha convocata e che mai mi son sognata di chiedergli di far qualcosa per me.
E a questo punto il tocco da maestro, lui, yuppie, residuato bellico di fine anni 80, in linea col miglior personaggio dei Fratelli Vanzina mi dice come fossi oca “Beh ma io lo vedo adesso che siete immigrati”.
A questo punto avevo alcune possibilità, indignarmi e dirgli che prima di scomodare la gente, e magari fargli prendere ferie, dovrebbe avere un quadro completo; fargli notare la sua assoluta incompetenza, il tutto magari alzando un pochino la voce.
Oppure tacere e dire buongiorno uscendo ridendo dall'uffico.
Ho riso, come una matta, anche perché, come ho spiegato al mio attonito papà, se mai avessi parlato sarebbe stato per dirgli: “Caro il mio lampadato segregato in una scatola da scarpe, non era necessario farmi arrivare fin qui, son dieci anni che son consapevole che tu non puoi fare niente per me e in effetti non ti ho mai chiesto niente. Ma grazie lo stesso, mi hai fatto scoprire una nuova categoria. Prima pensavo che tu fossi un pirla. Uno di quelli che non eccelle, che però all'occorrenza può servire, ma senza esagerare. Adesso mi si è aperto un mondo: quello dei pirla inutili e devo dire che tu sei cintura nera!”.