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COME IL PRIMO BACIO

10/16/2015

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Inizia tutto facendosi pipì sulle dita.
Un po’ perché ti tremano le mani per l’emozione, un po’ perché quando la devi fare le guarnizioni diventano a tenuta stagna e tocca impegnarsi, un po’ perché non sai bene dove posizionarlo quello stick e stai sempre o troppo lontano o troppo sotto.
Poco male pensi è poca cosa, in fondo stai leggendo la cosa più importante della tua vita, e non è una schedina da 35 milioni di euro, non è la lettera di un avvocato che ti dice che uno zio che non sapevi d’avere ti ha nominata erede universale e neanche il contratto di lavoro che sogni da sempre, e non è neppure scritta in lettere o numeri, è più un frammento di codice a barre…son due linee
Due linee che stanno a dire che cambia tutto, iniziando da te.
Da quel momento in poi non sei più padrona del tuo corpo.
Puoi solo assecondarlo, trovare palliativi per arginare reazioni inconsulte e umori altalenanti.
Quello che ti piaceva potrebbe ad un tratto iniziare a farti anche un  po’ schifo, il tuo stomaco decidere che necessita di vuotarsi immantinente sulle scarpe nuove di tuo marito, e visto che mentre tu sei verde lui sta benissimo magari la cosa è quasi karmica ma, soprattutto, mentre fai tutto questo potresti alternare risate a pianti repentini, degni della bipolarità più sfolgorate.
Ti nutri di crackers e noccioline, corri in bagno come un centometrista e torni a metterti i calzoni da bambino: con la regolazione ad elastico in vita.
L’ombelico sparisce, diventa piatto, la pancia lucida, il seno è ormai fuori controllo, dallo sterno in su sei l’invidia di tutte le piallate del mondo e poco importa se ti tocca andare al reparto velico per un reggiseno, tanto non decidi mica tu.
Intanto continui a non sopportare odori e sapori, ma non credere di cavartela così, oltre ai sapori e agli odori adesso hai un peso immenso sulla vescica e allora anche starnutire può farti regredire allo stato animale, se hai senso dell’umorismo ti salvi altrimenti il magone viene.
E non ti chiedi perché sopporti, non te lo chiedi perché lo sai.
Sopporti perché ogni tanto ti piazzano davanti ad un video e tu inebetisci all’istante, non senti dolori, nausee, i piedi non son più gonfi ed è il nirvana e dire che nessuno te l’aveva detto che l’unico rumore percepibile in paradiso sarebbe stato un tuntuntuntuntuntun accelerato.
Fissi immobile linee rosse e blu che si intersecano, salgono, scendono, come il complesso ammasso di fili elettrici di una bomba e un po’ stupida speri che a nessuno venga mai in mente di disinnescarla.
Poi ad un tratto, senza preavviso, come per i regali migliori, passa tutto.
Stai bene, anzi stai benissimo come non mai in vita tua, passi ore a sentire colpi e vedere piccole scosse, grandi onde, capisci che puoi tenderti all’infinito senza romperti, che tutto in te è vitale e mobile, compatto e mutevole.
E torni ad essere un animale, questa volta nella sua accezione migliore: prepari il nido.
Ribalti casa, costringi tutti a farlo con te, ti incastri sotto i mobili, entri fisicamente negli armadi per poi capire che da sola non ne uscirai mai.
E allora inizia lo show del turnica, voltati, developpa…insomma devi girarti e ti vien da ridere e pensi che  sarai stata anche malissimo per mesi, ma lo scherzone adesso glielo fai tu, rifilandogli una mamma imbecille.
E alla fine arriva il giorno, può essere a sorpresa o no.
13 anni fa non lo era, sapevo che sarebbero arrivati il 16 di ottobre.
Comunque saperlo o meno non cambia nulla, non ci si arriva mai preparati, anche dopo 100 figli.
E non parlo della capacità tecnica.
La prima volta che li vedi capisci che nessuno era riuscito a spiegartelo quel momento perché non si può fare.
Sarebbe come tentare di spiegare il primo bacio o la prima volta che fai l’amore con amore.
Come fai a spiegarlo un cuore che si ferma, accelera e ti scoppia dentro?
Come fai a spiegare che quel musino che ti piazzano a due cm dal tuo diventa immediatamente la cosa più preziosa che hai?
Come fai a spiegare che una cosa che era dentro di te diventa immediatamente il tuo mondo e ti ingloba…che passerai la vita a scrutare e asciugare quegli occhi che ancora non ti vedono ma ti riconoscono…
In questi 13 anni ci siamo amati, sopportati e sfanculati, a tratti mi sono stati anche sulle balle e sicuramente la cosa è reciproca, ma restano sempre il centro e perimetro del mondo.
Saranno per sempre l’emozione del primo bacio

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