Trovo Donne una generalizzazione inaccettabile.
Esattamente come lo è Uomini.
Mi repelle l'idea che le donne siano da celebrare in quanto donne, non è un merito acquisito, è un genere.
Quindi io oggi celebro alcune donne.
Celebro le donne che si rispettano.
Celebro le donne che rispettano le altre donne.
Quelle che riescono a non provare invidia, quella cattiva, che invidiare il culo di Belen, se non le si augura del male, è cosa buona e giusta.
Quelle che però dopo averlo invidiato sanno accettarsi o tentano di migliorarsi senza affannarsi troppo.
Quelle solidali ma non faziose, che dopo averti ascoltato ti offrono una spalla ma anche un punto di vista obbiettivo, perché viste da fuori non abbiamo mica sempre ragione né.
Celebro le donne che al primo “quella lì è una troia” detto dal figlio maschio, rivolto a una che ha come unico torto quello di averla data anche alla caritas tranne che a lui, fanno partire uno sberlone con rincorsa che il muro glielo restituisce doppio, perché abbiamo il sacrosanto diritto di scegliere a chi far beneficienza.
Perché non è con i grandi discorsi che si crescono uomini rispettosi, ma con le piccole cose giornaliere, e i turni per i piatti divisi equamente.
Celebro le donne che si raccontano attraverso l'arte.
Che mostrano l'anima anche quando è devastata, ma la sanno raccogliere da terra e con due punti e un giro di nastro adesivo la rimettono in sesto.
Quelle che se non hanno il nastro adesivo chiedono aiuto, perché hanno capito che le supereroine non esistono e comunque hanno tutte delle tutine striminzite che ci stanno malissimo e andare in bagno diventa un disastro.
Che capiscono che aiuto possono anche chiederlo ad un uomo senza perdere in forza e autorevolezza, perché uomini che ti aiutano e non pensano che tu sia debole ci sono eccome.
Celebro le donne che insegnano alle loro bambine a difendersi e rispettarsi. Perché se è vero che avremmo il diritto di uscire di casa anche in mutande e non essere toccate, è anche vero che non è saggio e neanche dignitoso.
Celebro le donne che trovano le quote rosa fastidiose e discriminatorie, perché le vedono per quel che sono, non un contentino, ma un alibi per poter non esaltare le nostre capacità come ci meritiamo. Un'ombra di dubbio, un incidentale errore.
Insomma celebro le donne che sanno cosa fare dei diritti ottenuti grazie a chi, negli anni in cui non potevamo neanche metterci i pantaloni, è sceso in piazza e ha detto basta.
Perché se siamo ancora al punto in cui per inquadrare una donna di carattere dobbiamo sentirci dire che abbiamo i coglioni, temo che ci sia qualcosa che non quadra, perché se bastassero un paio di palle per decretare la levatura di una persona le cose andrebbero diversamente.
E ricordatevi che quando un uomo ve lo dice, il complimento lo sta facendo a se stesso.
Esattamente come lo è Uomini.
Mi repelle l'idea che le donne siano da celebrare in quanto donne, non è un merito acquisito, è un genere.
Quindi io oggi celebro alcune donne.
Celebro le donne che si rispettano.
Celebro le donne che rispettano le altre donne.
Quelle che riescono a non provare invidia, quella cattiva, che invidiare il culo di Belen, se non le si augura del male, è cosa buona e giusta.
Quelle che però dopo averlo invidiato sanno accettarsi o tentano di migliorarsi senza affannarsi troppo.
Quelle solidali ma non faziose, che dopo averti ascoltato ti offrono una spalla ma anche un punto di vista obbiettivo, perché viste da fuori non abbiamo mica sempre ragione né.
Celebro le donne che al primo “quella lì è una troia” detto dal figlio maschio, rivolto a una che ha come unico torto quello di averla data anche alla caritas tranne che a lui, fanno partire uno sberlone con rincorsa che il muro glielo restituisce doppio, perché abbiamo il sacrosanto diritto di scegliere a chi far beneficienza.
Perché non è con i grandi discorsi che si crescono uomini rispettosi, ma con le piccole cose giornaliere, e i turni per i piatti divisi equamente.
Celebro le donne che si raccontano attraverso l'arte.
Che mostrano l'anima anche quando è devastata, ma la sanno raccogliere da terra e con due punti e un giro di nastro adesivo la rimettono in sesto.
Quelle che se non hanno il nastro adesivo chiedono aiuto, perché hanno capito che le supereroine non esistono e comunque hanno tutte delle tutine striminzite che ci stanno malissimo e andare in bagno diventa un disastro.
Che capiscono che aiuto possono anche chiederlo ad un uomo senza perdere in forza e autorevolezza, perché uomini che ti aiutano e non pensano che tu sia debole ci sono eccome.
Celebro le donne che insegnano alle loro bambine a difendersi e rispettarsi. Perché se è vero che avremmo il diritto di uscire di casa anche in mutande e non essere toccate, è anche vero che non è saggio e neanche dignitoso.
Celebro le donne che trovano le quote rosa fastidiose e discriminatorie, perché le vedono per quel che sono, non un contentino, ma un alibi per poter non esaltare le nostre capacità come ci meritiamo. Un'ombra di dubbio, un incidentale errore.
Insomma celebro le donne che sanno cosa fare dei diritti ottenuti grazie a chi, negli anni in cui non potevamo neanche metterci i pantaloni, è sceso in piazza e ha detto basta.
Perché se siamo ancora al punto in cui per inquadrare una donna di carattere dobbiamo sentirci dire che abbiamo i coglioni, temo che ci sia qualcosa che non quadra, perché se bastassero un paio di palle per decretare la levatura di una persona le cose andrebbero diversamente.
E ricordatevi che quando un uomo ve lo dice, il complimento lo sta facendo a se stesso.