
Non ho mai fatto una maratona e non credo la farò mai.
Il mio ginocchio non la gradirebbe.
Non la voglio abbastanza.
Ma amo le donne che la corrono.
Ho il privilegio di conoscerne parecchie e di considerarle amiche.
Non si arrabbino gli uomini, ma una donna che prepara una maratona deve faticare di più.
Fisicamente abbiamo in dote un 65% della forza di un uomo e socialmente solo la metà delle agevolazioni.
Una donna che prepara una maratona toglie il tempo a tante cose: ai figli che nascendo le hanno anche cambiato la meccanica della corsa, al lavoro in cui dobbiamo essere brave il doppio per ottenere il giusto, al sonno, alla famiglia.
Le donne che decidono di correre quei 42,195 km sono delle macchine perfette, niente lasciato al caso, tutto organizzato, anche chi la farà in più 5 ore è professionale, seria.
Io non sopporto i pressapochisti, i non competenti, quelli che le cose le fanno tanto per fare, quelli che arrivati ad un certo punto si arrogano il diritto di poter anche sbagliare senza preoccuparsene troppo.
Ieri alla Maratona di Milano tante delle mie ragazze correvano.
C'era chi lo faceva per rientrare in maratona dopo un infortunio e si accontentava di fare i primi 13,5 km della staffetta, chi si regalava la fatica dopo una gravidanza e riconquistava se stessa per potersi donare meglio agli altri e poi c'era chi inseguiva un traguardo importante.
Se le prime due sono patrimonio di chi le ama, la terza è patrimonio di tanta gente.
Di tutti noi che la conosciamo da anni, che la vediamo in tante gare, sorridente e gentile, umile e cordiale.
Claudia Gelsomino è una che lascia il segno.
Sempre solare e sempre micidiale, fortissima e concentrata: una seria.
Ieri dopo dieci minuti che seguivo la telecronaca della Maratona su Rai Sport avevo dato fondo a tutto il repertorio di improperi.
Che il signor Franco Bragagna stesse ormai perdendo i colpi l'avevamo capito da tempo, il suo modo di infarcire le telecronache di note caratteristiche e informazioni random sarebbe anche gradevole, sempre che si sforzasse di accertarne le fonti e la veridicità.
Ma in fondo forse siamo noi che non sappiamo, forse con i recenti tafferugli di rivendicazione di territori padani ci è sfuggito che la meravigliosa Boffalora sopra Ticino è stata annessa al territorio emiliano.
Infatti abbiamo appreso stupiti che la nostra Claudia, altri non è che un'emiliana che torna alle gare dopo un lungo infortunio.
Che dire, per una acciaccata non è male fare tre maratone in meno di due mesi.
Ma cosa aspettarsi da una diretta in cui viene incasellato Danilo Goffi come amatore.
E via così di strafalcioni in banalità, ci hanno svelato tra l'altro che i ragazzi fumano per un'idea di emancipazione anticipata cosa a cui nessuno al mondo avrebbe mai pensato, fino ad arrivare a top della giornata.
L'interruzione a pochi minuti dall'arrivo di Claudia, nuova campionessa italiana di Maratona, titolo in palio ieri, e sesta assoluta, per trasmettere una cosa di vitale importanza: atalanta-brescia campionato primavera.
Ora che noi ci si indigni è giusto e sacrosanto, ma che i telecronisti non puntino i piedi e non impongano le loro idee, sempre che ne abbiano, è indecoroso.
Le persone serie lottano per poter fare il loro lavoro al meglio, per poter dare la miglior immagine di sé, e lasciare che ci interrompano a 5 minuti dal raggiungimento dell'obbiettivo non è serio.
Ed è indubbio che l'obbiettivo ieri era incoronare i campioni italiani.
È ovvio poi che le organizzazioni facciano acqua e non si riesca a fermare il traffico per il tempo necessario, se anche chi dovrebbe promuovere lo sport lo fa con così poca autorevolezza e credendoci cosi poco non potremo mai ottenere di più.
Ma non sono stati solo loro a sbagliare.
È proprio la categoria.
Il giornalismo purtroppo è ormai talmente incancrenito nel proprio ruolo leader, che presuppone che quel che dice sia verità, che la ricerca e l'approfondimento non valgono nulla.
Io dico quindi decreto.
Ed è così che sul televideo si può leggere che la nuova campionessa italiana è Valentina Gelsomino o che sulla bibbia rosa, il vademecum dello sportivo calcistico, perché per gli altri sport è carta da imbianchini, si può vedere la foto di Claudia che in didascalia diventa Valeria Straneo.
Trovo che questo atteggiamento d'indifferenza nozionistica sia estremamente scortese, non c'è niente di peggio di chi per lavoro dovrebbe esaltare e invece non rispetta l'eccellenza altrui.
Spero che si possa trovare un modo per invertire la tendenza ma fino ad allora non resta che indignarci e magari, alla fine, riderci anche su.
A Claudia posso dire solo una cosa.
Chi sei noi lo sappiamo benissimo, che sei “nostra” anche, arrabbiati il giusto e se puoi punta i piedi e poi continua a fare quel che sai.
Corri, corri più che puoi, usando la testa e il cuore, emozionandoci e rendendoci fieri di te..
Il mio ginocchio non la gradirebbe.
Non la voglio abbastanza.
Ma amo le donne che la corrono.
Ho il privilegio di conoscerne parecchie e di considerarle amiche.
Non si arrabbino gli uomini, ma una donna che prepara una maratona deve faticare di più.
Fisicamente abbiamo in dote un 65% della forza di un uomo e socialmente solo la metà delle agevolazioni.
Una donna che prepara una maratona toglie il tempo a tante cose: ai figli che nascendo le hanno anche cambiato la meccanica della corsa, al lavoro in cui dobbiamo essere brave il doppio per ottenere il giusto, al sonno, alla famiglia.
Le donne che decidono di correre quei 42,195 km sono delle macchine perfette, niente lasciato al caso, tutto organizzato, anche chi la farà in più 5 ore è professionale, seria.
Io non sopporto i pressapochisti, i non competenti, quelli che le cose le fanno tanto per fare, quelli che arrivati ad un certo punto si arrogano il diritto di poter anche sbagliare senza preoccuparsene troppo.
Ieri alla Maratona di Milano tante delle mie ragazze correvano.
C'era chi lo faceva per rientrare in maratona dopo un infortunio e si accontentava di fare i primi 13,5 km della staffetta, chi si regalava la fatica dopo una gravidanza e riconquistava se stessa per potersi donare meglio agli altri e poi c'era chi inseguiva un traguardo importante.
Se le prime due sono patrimonio di chi le ama, la terza è patrimonio di tanta gente.
Di tutti noi che la conosciamo da anni, che la vediamo in tante gare, sorridente e gentile, umile e cordiale.
Claudia Gelsomino è una che lascia il segno.
Sempre solare e sempre micidiale, fortissima e concentrata: una seria.
Ieri dopo dieci minuti che seguivo la telecronaca della Maratona su Rai Sport avevo dato fondo a tutto il repertorio di improperi.
Che il signor Franco Bragagna stesse ormai perdendo i colpi l'avevamo capito da tempo, il suo modo di infarcire le telecronache di note caratteristiche e informazioni random sarebbe anche gradevole, sempre che si sforzasse di accertarne le fonti e la veridicità.
Ma in fondo forse siamo noi che non sappiamo, forse con i recenti tafferugli di rivendicazione di territori padani ci è sfuggito che la meravigliosa Boffalora sopra Ticino è stata annessa al territorio emiliano.
Infatti abbiamo appreso stupiti che la nostra Claudia, altri non è che un'emiliana che torna alle gare dopo un lungo infortunio.
Che dire, per una acciaccata non è male fare tre maratone in meno di due mesi.
Ma cosa aspettarsi da una diretta in cui viene incasellato Danilo Goffi come amatore.
E via così di strafalcioni in banalità, ci hanno svelato tra l'altro che i ragazzi fumano per un'idea di emancipazione anticipata cosa a cui nessuno al mondo avrebbe mai pensato, fino ad arrivare a top della giornata.
L'interruzione a pochi minuti dall'arrivo di Claudia, nuova campionessa italiana di Maratona, titolo in palio ieri, e sesta assoluta, per trasmettere una cosa di vitale importanza: atalanta-brescia campionato primavera.
Ora che noi ci si indigni è giusto e sacrosanto, ma che i telecronisti non puntino i piedi e non impongano le loro idee, sempre che ne abbiano, è indecoroso.
Le persone serie lottano per poter fare il loro lavoro al meglio, per poter dare la miglior immagine di sé, e lasciare che ci interrompano a 5 minuti dal raggiungimento dell'obbiettivo non è serio.
Ed è indubbio che l'obbiettivo ieri era incoronare i campioni italiani.
È ovvio poi che le organizzazioni facciano acqua e non si riesca a fermare il traffico per il tempo necessario, se anche chi dovrebbe promuovere lo sport lo fa con così poca autorevolezza e credendoci cosi poco non potremo mai ottenere di più.
Ma non sono stati solo loro a sbagliare.
È proprio la categoria.
Il giornalismo purtroppo è ormai talmente incancrenito nel proprio ruolo leader, che presuppone che quel che dice sia verità, che la ricerca e l'approfondimento non valgono nulla.
Io dico quindi decreto.
Ed è così che sul televideo si può leggere che la nuova campionessa italiana è Valentina Gelsomino o che sulla bibbia rosa, il vademecum dello sportivo calcistico, perché per gli altri sport è carta da imbianchini, si può vedere la foto di Claudia che in didascalia diventa Valeria Straneo.
Trovo che questo atteggiamento d'indifferenza nozionistica sia estremamente scortese, non c'è niente di peggio di chi per lavoro dovrebbe esaltare e invece non rispetta l'eccellenza altrui.
Spero che si possa trovare un modo per invertire la tendenza ma fino ad allora non resta che indignarci e magari, alla fine, riderci anche su.
A Claudia posso dire solo una cosa.
Chi sei noi lo sappiamo benissimo, che sei “nostra” anche, arrabbiati il giusto e se puoi punta i piedi e poi continua a fare quel che sai.
Corri, corri più che puoi, usando la testa e il cuore, emozionandoci e rendendoci fieri di te..