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NELLA BOCCIA DI VETRO

9/7/2015

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“E’ che mi era sembrato un tipo a posto. Simpatico, divertente, aveva il mio stesso senso dell’umorismo…non so se mi spiego…è che le sue battute le capivo al volo, anche quando non erano così dirette. All’inizio erano solo “mi piace” reciproci ai commenti sui post della mia amica..l’unica che avevamo in comune e accettare la richiesta d’amicizia non era stato un problema. Poi una volta mi ha scritto in privato. Avevo fatto un post rabbioso, un po’ triste, mi aveva scritto non chiedendo spiegazioni o facendo domande personali, l’aveva fatto solo per strapparmi un sorriso e c’era riuscito. Da allora saluti al mattino, alla sera, liste di cose fatte durante il giorno e gusti musicali, tutto condito con ironia...non so neanch’io quando il registro è cambiato, so solo che ad un certo punto ho sentito una punta di fastidio…le domande che diventavano più private, insinuanti, il tono più febbrile, indagante…io ho iniziato a prendere le distanze, a rispondere con più fatica, facevo passare tempo…come se ci fosse paura nel digitare i tasti...pensavo attentamente alle parole da usare…e più io tardavo a rispondere più diventava pressante sei arrabbiata con me?cosa ti ho fatto?...perché non l’ho bloccato subito? Perché pensavo di riuscire a gestirlo, di farlo ragionare, non mi piace cancellare la gente dalla mia vita…anche solo virtualmente. E poi perché mi sentivo responsabile, pensavo di aver fatto o detto qualcosa che poteva averlo portato a pensare che mi interessasse davvero…ho letto e riletto tutte le conversazioni centinaia di volte, mi sono data dell’imbecille altrettante volte per quella foto sulla spiaggia in costume, con il bicchiere in mano, inviata solo per dirgli “alla salute”. Non è mai stato violento a parole, almeno non nel modo convenzionale, ma mi ha accusata di averlo illuso, di aver fatto un cambio di rotta. Lo so, dovevo cancellarlo subito…ma mi ha spiazzata, non potevo crederci…era lo stesso che mi faceva ridere e che mi faceva da spalla nelle battute più assurde…ma alla fine l’ho cancellato… mi ha scritto una notte dicendo che mi amava, credo avesse bevuto, le frasi erano sconclusionate, un po’ deliranti, aggressive…l’ho bloccato…avevo paura ad aprire le notifiche…volevo anche togliermi da facebook, avevo paura che  guardasse il mio profilo usando quello di altri…adesso non ci penso quasi più…ma non do più l’amicizia se non conosco…dovrebbero scriverlo all’atto della registrazione…che vale la stessa regola delle caramelle dagli sconosciuti…”

“Ho pensato anche di cambiare casa…non solo per me…per i miei figli…lo vedo sempre accostato nel buio…lo vedo in tutte le ombre che si allungano nella sera, mi pare di riconoscerlo nei riflessi delle vetrine…è alle mie spalle e sorride…solo con la bocca però…gli occhi no, gli occhi sono un’altra cosa, con gli occhi non mi sorride più da tanto, da molto prima che gli dicessi che era finita. E pensare che io lo amavo, prima dei pedinamenti, delle piazzate, del telefono passato al setaccio, dei profili social violati per leggere conversazioni private e cercare qualcosa che non c’era…prima di questo, io lo amavo sul serio. Non gli avrei aperto la porta di casa, non gli avrei fatto conoscere i bambini…mai, mai avrei rischiato. Ad un certo punto però la mia parola non è bastata più, a setir lui io mentivo sempre, su dove ero stata…con chi…a far cosa.
All’inizio, ma proprio all’inizio, un pochino mi ha lusingato, ci teneva a me ed era geloso, il suo amore per me lo faceva sbroccare…ma è durata poco però questa sensazione di potenza, è durata giusto un secondo, ho realizzato immediatamente che non c’è amore, c’è desiderio di un possesso malato, non solo sulla mia persona, ma sulla mia vita.
Ho smesso di fare tutto quello che facevo, di frequentare i posti che amo, ho cambiato palestra, vario le strade per tornare a casa, non faccio mai lo stesso percorso quando esco per correre e ormai corro solo in centro in piena luce. Ho cambiato numero di telefono, ho chiuso più profili facebook che finestre d’inverno, ma poi dico che no, cazzo, non può limitarmi così, non posso fargli gestire la mia vita e ci riprovo…
Ricomincio ad uscire, ritorno sui social e tutto per qualche giorno mi sembra normale…io credo che lui lo sappia, quelli come lui lo sanno sempre…hanno pazienza loro, ti danno giusto il tempo di sentirti al sicuro ed è allora che rispuntano più violenti e tossici di prima…si ecco tossico è il termine giusto…rendono l’aria irrespirabile, ti senti boccheggiare,come uno di quei pesci rossi chiusi in una boccia di vetro senza un angolo dove nasconderti…e vedi i suoi occhi che ti scrutano e la curvatura del vetro li distorce…li rende enormi…riempiono tutto il tuo campo visivo e non riesci a distogliere lo sguardo…anche perché pensi che distogliendo lo sguardo non ti accorgeresti mai della mano che potrebbe infilarsi dal buco sopra la boccia, per toglierti dall’acqua e lasciarti a dibattere furiosa sul piano di marmo della vita…
Ho parlato con i Carabinieri…ma non mi ha mai picchiata…non ha mai fatto niente che possa essere portato come prova…è bravo, sa preservarsi…ma hanno detto che posso fare una diffida legale…vorrei tanto potesse servire davvero…”

Lo stalking è forse il modo più vigliacco per imporre la propria forza su di un altro essere umano.
Perché ruba la vita, genera paure dove prima c’erano piaceri, toglie il fiato e il sorriso.
Fa diventare silenziosi essere vittima di stalking, è un silenzio diffuso fatto di rumori attutiti e pensieri non espressi.
Fa venir voglia di essere trasparenti, di passare sulla vita senza lasciare tracce, senza lasciare impronte…
Perché ogni impronta lasciata, ogni risata che fai, può essere usata contro di te.


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