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PERCHE' SANREMO è SANREMO

2/10/2016

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E finalmente anche quest'anno è arrivata la settimana del Festival!
Sono a Sanremo accompagnata da Nany McStef , inviata in esclusiva per Nabikiblob e la Swiffer, che nella terra delle ugole d'oro racconterà gli outfit, il trucco e parrucco dei partecipanti, per Stylettissimo.
E che ci faccio con queste due io? Semplice, mi accerto che la McStef non soffochi Claudia con un cuscino e che Claudia non chiuda la Nany in un armadio. Si detestano cordialmente.
Unico punto in comune: il ph.
Minchia se son acide, quindi bando alle ciance, stando attenta a dividerle senza toccarle, partiamo con il resoconto della prima giornata sanremese.


Si inizia benissimo, una carrellata di tutti i vincitori, da dove si evince che:
le canzoni che han vinto Sanremo agli albori erano pazzesche, che gli anni 80 sono stati il top e che da allora in poi la voglia di farla finita ingozzandosi di trofie al pesto potrebbe prenderti all'improvviso.
Lo ammetto, arrivati a Povia che canta del piccione ho pensato di andare a vedere cosa succede guidando a fari spente nella notte per poi raccontarlo a Lucio, sempre sia lodato.


Ma quando ci si diverte il tempo passa in un attimo e allora si va ad incominciare.
Carlo Conti è il solito signore, vestito con classe, il viso con un colorito più probabile del solito e una fluidità invidiabile.


Pronti partenza via e arriva Fragola Lorenzo, al primo sguardo salta all'occhio che almeno la taglia del vestito quest'anno l'hanno azzeccata e non c'è, come l'anno scorso, un povero bambino che farà la comunione in mutande. Al secondo ascolto della canzone invece, quello che si deduce è che, se si vuole evitare uno spaccamento di maroni colossale, ascoltando la canzone che decreterà da qui a luglio inoltrato la Strawberry season, conviene emigrare.


La seconda in ordine d'apparizione è Noemi e io ho il primo sussulto d'orgoglio! Ce l'ha fatta! Dopo 200 tra sanremi e apparizioni passati a vestirsi al buio, azzecca un outfit! Complice l'assenza totale di tette, sfoggia un abito nero con una scollatura vertiginosa in contrasto con la la carnagione da rossa, se poi aggiungiamo che è la prima ad avere i nastri del #Sanremoarcobaleno, che col total black stan da dio, direi che vince tutto. La canzone ha un testo che commuove, peccato che invece la melodia a primo ascolto faccia piangere...ma confidiamo nel secondo passaggio se ci sarà.


I Caro Giacomo, nella nuova versione post Alessio Bernabei, sembrano scoprire che i ragazzi sono capici di vestirsi senza mostrare le mutande e è già tantissima roba, la canzone al secondo ascolto è orecchiabile, al primo non proprio e infatti sono rimandati.


A questo punto la mia anima da vicepresidente di una squadra d'atletica esulta!
Appare Ottaviani, classe 1916, che detiene la quasi totalità dei record nelle varie specialità, dai 60 metri, al salto triplo. Certo il fatto che di centenari che si possono permettere tre balzi e un colpo al culo potendo raccontarlo non ce ne siano tanti  aiuta, ma vi posso assicurare che dal vivo questo ometto fa abbastanza paura...sul palco di Sanremo mentre canta Vecchio Scarpone un po' meno, o un po' di più, a secondo di cosa s'intenda per paura.


Archiviato il momento all'urlo di VIVA LA FIDAL e che dio la benedigal aggiungerei, arriva lui.
Aspetto questo momento da giorni.
Gabriele Garko, pare Ken vintage, ma anche un po' l'Arcuri, una tinta nera che si è diviso con la Iurato, due borse sotto gli occhi marcate Carpisa e una verve da attaccapanni. I suoi interventi si possono commentare in tre parole: “sti cazzi no?”, tanto sono pertinenti e arguti. Unica cosa che lo salva è la tenerezza per quell'arto perso durante l'esplosione a pochi giorni dal Festival. È infatti l'unica spiegazione,   non toglie la mano dalla tasca neanche per pulirsi il sedere.

A lui il compito di presentare Caccamo e l'amica di Maria e io apprezzo, sempre concentrare i momenti tristi...passano prima.
Di lui, Caccamo, ricordiamo il mirabile testo dell'anno scorso in cui diceva di avercelo in mano (si lo so lui sostiene fosse “cielo in mano”...ma sei serio?) di lei...che si fa la tinta con Garko.
Lui ha rubato una camicia a Tom Selleck e lei...beh lei...lei ha condensato un talent canoro e una cooking class, presentandosi come una melanzana ripiena canterina e, come se non bastasse, su tricipiti e bicipiti, si è appiccicata degli arabeschi di velluto tolti dalle finestre il 6 gennaio. Le loro voci urticano invece falangi falangine e falangette di chi scrive e quindi soprassediamo.


Ma parliamo un attimo delle due signore che si alternano alla co-conduzione.
La Raffaele nei panni della Ferilli è immensa e anche più figa dell'originale, tiene su tutto con grandissima verve, offre due outfit da sballo e merita applausi e inchini e poi c'è lei....Madalina.
Oh gnocca è gnocca, ma fare il suo ingresso paludata nel copriletto di Moira Orfei non mi è parsa una grande idea, con oltretutto degli shatush terribili, sembra però che si sia già corsi ai ripari, oggi dovrebbe avere un paio d'ore di ripetizione con Valerione Scanu: glieli spiega lui i segreti della decolorazione.


Comunque per far sì che io non mi chiuda in bagno a piangere, dopo Caccamo e la melanzana, arriva Lauretta. Allora siam tutti d'accordo, la Pausini la sobrietà, non essendo una piadina, non sa manco dove stia di casa. Arriva emozionatissima tutta coperta da pietre preziose, inizia un mini showcase e il divano di casa mia diventa una curva da stadio. La fanno duettare con una se stessa 18enne sul grande schermo, ma è al grido “daje amore mio” che tributa al marito sul palco che decido che a questa non si può dire un cazzo perché è una pazza vera e tutto può...anche un vestito dimmerda.


Gli Stadio commuovono il divano appena sedato, la canzone parla di un padre e una figlia e l'anima trema...anche la loro prostata e non son cose belle..


Ma è qui che arriva il meglio: Arisa.
Cazzo ne avessi imbroccata una Rosalba! Ma come si fa! Passi che ti sei tagliata i capelli con il tagliaunghie, altrimenti non si spiega, ma la tinta! Quel colore lì si ottiene solo dopo un trattamento antipediculare aggressivo! ok fino al collo sei un casino, scendiamo giù e che fai? Ti infili un miniabito stazzonato trasparente di simil lurex dell'87, ma è l'acb! non si compra alla Benetton in saldo! Ti dan roba di vent'anni fa, è palese, infilarlo sulla sottoveste poi...ti si vuol bene, ma cazzo però...
La canzone è un tributo al grande Toto Cutugno, infatti ci informa che la prossima vita non la passerà in città e a me viene uno stentoreo “Voglio andare a vivere in campagna oh oh ohoh” che salva la performance.


Su Aldo Giovanni E Giacomo non dico nulla, riporto solo la battuta più bella sentita : un pezzo così vecchio che si meriterebbero di essere pagati in lire, che comunque pare devolvano in beneficienza e ci mancherebbe anche.


Arriva Ruggeri, uno dei miei preferiti, gli manca la catena del motorino al collo e il mezzo guanto di pelle, ma lui, come ricordava in una canzone mitica, è stato punk prima di me...e di voi e quindi può.


È l'ora di Morgan, che cadendo dallo skateboard mi aveva illuso, e capisco una cosa: mi sta sempre più sulle balle.
La cosa migliore della performance? La seconda voce che lo aiuta e la giacca di Andy...e Andy che è sempre figo.


Ed è la volta di Sir Elton John, che pare un Biscardi bolso con gli occhiali, come sempre il look è discreto, tutto tempestato di punti luce neri, sembra un ossimoro ma non lo è, e corone dorate, pare che lo stilista sia Baby George che al grido “non fare il poraccio che sei un baronetto” gli abbia cucito addosso il primo straccetto che ha trovato.
Chiude con Sorry seems to be the hardest word...che sarà pur bella ma son sempre le undici passate e un po' di pietà ci vorrebbe.


Infatti per evitare che la letargia dilaghi oltre le terze file arriva Rocco Hunt.
Piaccia o no sveglia, a me piace, discutibili gli occhiali e i catenoni, ma dopo Arisa anche Platinette in baby doll sarebbe accettabile.


A questo punto manca solo lei: Zolletta.
La figlia di Zucchero ci raccontano sia una star internazionale e a me vien da pensare che la fuga di cervelli all'estero a volte non è una cattiva cosa. Ha un vestito di raso nero che non le sta male, poi la guardi bene e ti vien da chiederle a che punto sia la transazione. Sfoggia una mascella che Ridge se la sogna e due spalle da giavellottista della DDR che ti fan ben sperare in vista di Brasile 2016, sia mai che una medaglia la vinciamo. Sempre che si riprenda, voci dicono che,  ascoltata Anna Foglietta cantare subito dopo di lei, presa da sconforto da confronto, abbia tentato di levarsi dalle balle usando direttamente i nastri del #sanremoarcobaleno.


E la gara finisce, arriva il francese di Est ce que tu m'aimes e il gruppo d'ascolto in facebook ha un orgasmo plurimo, che a quest'ora di notte non è neanche così fuori luogo.


Pubblicità, telegiornale e classifica.
A rischio Zolletta Bluvertigo e io parto con la ola, ma anche Noemi, e il mio cuore perde un colpo, e Caro Giacomo.
A parte la Rossa tutto prevedibile, ma ci sono i ripescaggi e non si sa mai...perchè....
beh perchè Sanremo è Sanremo


tanti fiori e passerelle a voi...
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