A quelle che....
hanno i figli sempre coordinati dalla scarpa alla mutanda;
quelle che hanno un filo diretto con la pediatra e sanno fare diagnosi meglio di lei;
al primo giorno di scuola sanno già i nomi di tutte le professoresse, da dove vengono, se son di ruolo e anche accenni di anamnesi mediche delle stesse;
non lanciano i figli al volo dall'auto al mattino e non li lasciano mai fuori da scuola con l'aria dei martiri protocristiani in attesa del giudizio;
non hanno bisogno di vedere il diario: loro sanno. Conoscono il programma svolto come e meglio delle insegnanti;
quelle che non hanno mai la faccia stupita quando sentono le altre mamme parlare di riunioni, castighi e verifiche: le riunioni le hanno indette loro, i castighi suggeriti e le verifiche preparate fino a notte fonda;
quelle che supervisionano la recita di Natale dando il loro supporto artistico alla sceneggiatura, mentre dipingono scenografie e cuciono vestiti da angelo su misura meglio dei topini di Cenerentola;
quelle che abbinano facce e nomi di compagni e genitori, che sanno sempre con chi stanno parlando per non parlare di quel che stanno dicendo;
quelle a cui non capita mai di arrivare a scuola con i capelli a nido di chiurlo, con l'occhio pesto e il sorriso storto;
quelle che cantano nel coro della scuola, che da piccole avevano fatto la selezione per lo Zecchino d'oro, ma Cristina D'avena era una raccomandata e il moscerino l'avevano dato a lei;
quelle che io non devo dirgli di fare i compiti, lavarsi i denti, cambiarsi le mutande, preparare la cartella, studiare, esercitarsi col flauto, andare a letto, leggere tre capitoli prima di dormire.....lo fa da solo, sa che è il suo dovere, in fondo lo sappiamo, l'importante è il metodo;
quelle che fanno dolci da esposizione e manufatti da estasi per i mercatini di Natale, Pasqua, Feste varie ed eventuali e che quando li consegnano lo fanno con un rilassatissimo cosa vuoi che sia, ieri ho finito presto una riunione e prima di cena, avevo già i cannelloni pronti, ho fatto due stupidate;
quelle che i miei sanno quando rientrare e avvertono sempre quando hanno un contrattempo o ritardano, altrimenti sono consapevoli delle conseguenze;
ecco quelle lì con noi non hanno niente a che fare.
Noi incasinate, interrotte, incostanti, a fasi alterne, piene di voglia di fare ma scarse di concentrazione, noi sempre di corsa, con l'anima allo sbando e i capelli freelance.
Noi che di tutte queste cose possiamo sceglierne al massimo due alla volta, e quasi sempre nel momento sbagliato.
Noi che ci ricordiamo i nomi dei professori che ci piacciono, e che gli altri li impareremo verso maggio, noi che abbiamo figli per cui gli avvisi sono un optional e l'ordine una fortunata serie di eventi.
Noi che mettiamo due merende in una cartella e niente nell'altra, sperando che riescano a nutrirsi per osmosi.
Noi che ci proviamo, ci proviamo sempre, noi a quelle vogliamo dire il più accorato, affettuoso, insindacabile vaffanculo.
Perché lo sappiamo che sono nate per farci sentire inadeguate, lo sappiamo che la perfezione è insita nel loro essere, ma sappiamo anche che se non facessero tutto con quel sorrisetto da è un gioco da ragazzi, ci starebbero un pochino più simpatiche.
Perché noi siamo abituate a perdere riunioni, figli, avvisi, faccia, ma loro dovrebbero imparare a vincere con più classe.
hanno i figli sempre coordinati dalla scarpa alla mutanda;
quelle che hanno un filo diretto con la pediatra e sanno fare diagnosi meglio di lei;
al primo giorno di scuola sanno già i nomi di tutte le professoresse, da dove vengono, se son di ruolo e anche accenni di anamnesi mediche delle stesse;
non lanciano i figli al volo dall'auto al mattino e non li lasciano mai fuori da scuola con l'aria dei martiri protocristiani in attesa del giudizio;
non hanno bisogno di vedere il diario: loro sanno. Conoscono il programma svolto come e meglio delle insegnanti;
quelle che non hanno mai la faccia stupita quando sentono le altre mamme parlare di riunioni, castighi e verifiche: le riunioni le hanno indette loro, i castighi suggeriti e le verifiche preparate fino a notte fonda;
quelle che supervisionano la recita di Natale dando il loro supporto artistico alla sceneggiatura, mentre dipingono scenografie e cuciono vestiti da angelo su misura meglio dei topini di Cenerentola;
quelle che abbinano facce e nomi di compagni e genitori, che sanno sempre con chi stanno parlando per non parlare di quel che stanno dicendo;
quelle a cui non capita mai di arrivare a scuola con i capelli a nido di chiurlo, con l'occhio pesto e il sorriso storto;
quelle che cantano nel coro della scuola, che da piccole avevano fatto la selezione per lo Zecchino d'oro, ma Cristina D'avena era una raccomandata e il moscerino l'avevano dato a lei;
quelle che io non devo dirgli di fare i compiti, lavarsi i denti, cambiarsi le mutande, preparare la cartella, studiare, esercitarsi col flauto, andare a letto, leggere tre capitoli prima di dormire.....lo fa da solo, sa che è il suo dovere, in fondo lo sappiamo, l'importante è il metodo;
quelle che fanno dolci da esposizione e manufatti da estasi per i mercatini di Natale, Pasqua, Feste varie ed eventuali e che quando li consegnano lo fanno con un rilassatissimo cosa vuoi che sia, ieri ho finito presto una riunione e prima di cena, avevo già i cannelloni pronti, ho fatto due stupidate;
quelle che i miei sanno quando rientrare e avvertono sempre quando hanno un contrattempo o ritardano, altrimenti sono consapevoli delle conseguenze;
ecco quelle lì con noi non hanno niente a che fare.
Noi incasinate, interrotte, incostanti, a fasi alterne, piene di voglia di fare ma scarse di concentrazione, noi sempre di corsa, con l'anima allo sbando e i capelli freelance.
Noi che di tutte queste cose possiamo sceglierne al massimo due alla volta, e quasi sempre nel momento sbagliato.
Noi che ci ricordiamo i nomi dei professori che ci piacciono, e che gli altri li impareremo verso maggio, noi che abbiamo figli per cui gli avvisi sono un optional e l'ordine una fortunata serie di eventi.
Noi che mettiamo due merende in una cartella e niente nell'altra, sperando che riescano a nutrirsi per osmosi.
Noi che ci proviamo, ci proviamo sempre, noi a quelle vogliamo dire il più accorato, affettuoso, insindacabile vaffanculo.
Perché lo sappiamo che sono nate per farci sentire inadeguate, lo sappiamo che la perfezione è insita nel loro essere, ma sappiamo anche che se non facessero tutto con quel sorrisetto da è un gioco da ragazzi, ci starebbero un pochino più simpatiche.
Perché noi siamo abituate a perdere riunioni, figli, avvisi, faccia, ma loro dovrebbero imparare a vincere con più classe.