Se c'è una cosa che ho capito dal matrimonio dei duchi del Sussex è che noi donne siamo delle pazze votate al sacrificio.
Delle mentecatte proprio.
Senza speranza e senza assoluzione.
Questa settimana la bandiera davanti al corteo la porta quella disgraziata di Chelsy, l'ex del rosso.
Ora sia chiaro a tutte, una volta per tutte, al matrimonio dell'ex non si va, mai, a meno che non ti sia sposata prima tu, abbia un marito da sballo, non sia ingrassata neanche di un etto e la mattina ti svegli ancora come quella gran culo di Cenerentola, il giorno dopo aver detto sì e buttato fuori a calci matrigna e sorellastre.
Che poi, anche lì, non ci vai lo stesso, perché, se sei felice come un sorcio in un caseificio non vai a rompere i maroni a una che avrà un sacco di problemi per la testa e l'ultima cosa di cui ha bisogno è vederti ilare e gnocca, chiedendosi “cazzo ma allora si diventa così dopo averlo lasciato”?.
Chelsy aveva un unica carta da giocare: inventare balle.
Il gatto che somatizza se lasciato solo; il mal d'africa; una rivolta immaginaria in Zimbabwe; una zia aggredita da un diamante da 10 carati geneticamente modificato; i colpi di sole da rifare.
Qualsiasi cosa.
Ecco forse l'unica sarebbe stata, come ha suggerito un'amica geniale, tante delle mie amiche lo sono, presentarsi con una Mary Jane qualunque e introdurla dicendo “ecco lei è la mia fidanzata, adesso ho capito cosa ti mancava caro Harry” o “quel c'era di troppo tra noi” se preferite.
Perché non importa se hai voltato pagina, non importa quanto ti sia resa conto del culo immenso avuto a passar oltre, neanche il fatto di aver ricominciato ad uscire, divertirti, senza pensare a quante corna ti stava mettendo conta, se sarai là, in quel momento lì, non potrai che chiederti “e se avessi tenuto duro, se fossi passata sopra alla tavoletta del cesso e alle calze sotto il letto in decomposizione, se ci fossi io adesso a firmare?”
Già perché il problema non è il sì, il problema è la firma, infatti la faccia peggiore è stata in quel momento lì, quando tutti erano in canonica con la penna in mano.
E questi pensieri ti vengono con tutti gli ex, non è necessario che siano di sangue blu e portino in dote una contea, questa cosa la pensi anche se a sposarsi è l'idraulico un filo sovrappeso che in fondo ti stava anche un attimo sui maroni.
Delle mentecatte proprio.
Senza speranza e senza assoluzione.
Questa settimana la bandiera davanti al corteo la porta quella disgraziata di Chelsy, l'ex del rosso.
Ora sia chiaro a tutte, una volta per tutte, al matrimonio dell'ex non si va, mai, a meno che non ti sia sposata prima tu, abbia un marito da sballo, non sia ingrassata neanche di un etto e la mattina ti svegli ancora come quella gran culo di Cenerentola, il giorno dopo aver detto sì e buttato fuori a calci matrigna e sorellastre.
Che poi, anche lì, non ci vai lo stesso, perché, se sei felice come un sorcio in un caseificio non vai a rompere i maroni a una che avrà un sacco di problemi per la testa e l'ultima cosa di cui ha bisogno è vederti ilare e gnocca, chiedendosi “cazzo ma allora si diventa così dopo averlo lasciato”?.
Chelsy aveva un unica carta da giocare: inventare balle.
Il gatto che somatizza se lasciato solo; il mal d'africa; una rivolta immaginaria in Zimbabwe; una zia aggredita da un diamante da 10 carati geneticamente modificato; i colpi di sole da rifare.
Qualsiasi cosa.
Ecco forse l'unica sarebbe stata, come ha suggerito un'amica geniale, tante delle mie amiche lo sono, presentarsi con una Mary Jane qualunque e introdurla dicendo “ecco lei è la mia fidanzata, adesso ho capito cosa ti mancava caro Harry” o “quel c'era di troppo tra noi” se preferite.
Perché non importa se hai voltato pagina, non importa quanto ti sia resa conto del culo immenso avuto a passar oltre, neanche il fatto di aver ricominciato ad uscire, divertirti, senza pensare a quante corna ti stava mettendo conta, se sarai là, in quel momento lì, non potrai che chiederti “e se avessi tenuto duro, se fossi passata sopra alla tavoletta del cesso e alle calze sotto il letto in decomposizione, se ci fossi io adesso a firmare?”
Già perché il problema non è il sì, il problema è la firma, infatti la faccia peggiore è stata in quel momento lì, quando tutti erano in canonica con la penna in mano.
E questi pensieri ti vengono con tutti gli ex, non è necessario che siano di sangue blu e portino in dote una contea, questa cosa la pensi anche se a sposarsi è l'idraulico un filo sovrappeso che in fondo ti stava anche un attimo sui maroni.
Ma non è solo lei la matta che gira intorno a questo circo.
Ci sono quelle che hanno ricoperto di improperi la povera Victoria.
Mai nella vita mi sarei aspettata di difendere Victoria, lo giuro, ma a voler ben vedere ho difeso la Tatangelo a suo tempo, quindi perché non l'unica Spice Girl inutile.
Uhh, ahhh, mmmhh, me cojoni, quanto è figo David, fattela una risata visto che ti svegli tutti i giorni con lui.
Ecco il problema è quello.
Perché finché si sogna una botta e via, facciamo due, meglio tre, con mr. Beckam, niente da dire, bello è bello assai, ma che lei abbia da essere un carnevale di rio, un tripudio di fuochi d'artificio, una pizzica innaffiata dal negramaro, solo per il fatto di averlo tra i piedi ad ogni ora, mi pare francamente eccessivo.
Partiamo dal presupposto che la ragazza non credo abbia più riso dall '98, quando Geri ha lasciato il gruppo, non vedo perché debba iniziare adesso.
Continuiamo ricordando che suocere, figli e mariti altrui sono di facilissima gestione e tendono ad avere pochissimi difetti, no i figli no, quelli i difetti ce li hanno e di solito li imputiamo alla madre.
Ma lui, David, è noto abbia un master in corna messe 4 a 4, in più è uno che fa a chi piscia più lontano col figlio diciannovenne su Instagram, che gli ricorda le sue gesta calcistiche e lo sgrida perché non è a scuola.
Un figlio che ha chiamato Brooklyn perché sul ponte è stato concepito, che come cattiveria mi apre possa bastare, un po' come se molti di noi dovessero chiamarsi “Panda rossa con il freno a mano piantato nella schiena”, avremmo il benestare divino alle peggio cose.
In fondo quello che tendiamo a dimenticarci è che siamo esseri bizzarri, con una patologica ricerca al sempre di più, e una tendenza masochistica a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto.
Ma, soprattutto, fortemente adattabili, ci assuefacciamo a qualsiasi cosa.
Eppure dovremmo aver imparato, per esperienza, con quanta facilità un supposto principe azzurro, che ci aveva fatto scoppiare il cuore, possa diventare una supposta mal inserita.
E sì, David è uhhh ahhhh mmhhhh osti, ma alla fine, dopo vent'anni, è sempre quello che vi ha tirato centinaia di pacchi, scordato promesse perché non vi ascolta, continuato a buttare le mutande nere nel cesto del bianco e, nel suo caso, raccolto tutti i perizomi che gli hanno tirato.
E comunque le scarpe di Victoria al Royal Wedding non si battono e, a saperle interpretare, secondo me raccontano un'altra storia.
Ci sono quelle che hanno ricoperto di improperi la povera Victoria.
Mai nella vita mi sarei aspettata di difendere Victoria, lo giuro, ma a voler ben vedere ho difeso la Tatangelo a suo tempo, quindi perché non l'unica Spice Girl inutile.
Uhh, ahhh, mmmhh, me cojoni, quanto è figo David, fattela una risata visto che ti svegli tutti i giorni con lui.
Ecco il problema è quello.
Perché finché si sogna una botta e via, facciamo due, meglio tre, con mr. Beckam, niente da dire, bello è bello assai, ma che lei abbia da essere un carnevale di rio, un tripudio di fuochi d'artificio, una pizzica innaffiata dal negramaro, solo per il fatto di averlo tra i piedi ad ogni ora, mi pare francamente eccessivo.
Partiamo dal presupposto che la ragazza non credo abbia più riso dall '98, quando Geri ha lasciato il gruppo, non vedo perché debba iniziare adesso.
Continuiamo ricordando che suocere, figli e mariti altrui sono di facilissima gestione e tendono ad avere pochissimi difetti, no i figli no, quelli i difetti ce li hanno e di solito li imputiamo alla madre.
Ma lui, David, è noto abbia un master in corna messe 4 a 4, in più è uno che fa a chi piscia più lontano col figlio diciannovenne su Instagram, che gli ricorda le sue gesta calcistiche e lo sgrida perché non è a scuola.
Un figlio che ha chiamato Brooklyn perché sul ponte è stato concepito, che come cattiveria mi apre possa bastare, un po' come se molti di noi dovessero chiamarsi “Panda rossa con il freno a mano piantato nella schiena”, avremmo il benestare divino alle peggio cose.
In fondo quello che tendiamo a dimenticarci è che siamo esseri bizzarri, con una patologica ricerca al sempre di più, e una tendenza masochistica a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto.
Ma, soprattutto, fortemente adattabili, ci assuefacciamo a qualsiasi cosa.
Eppure dovremmo aver imparato, per esperienza, con quanta facilità un supposto principe azzurro, che ci aveva fatto scoppiare il cuore, possa diventare una supposta mal inserita.
E sì, David è uhhh ahhhh mmhhhh osti, ma alla fine, dopo vent'anni, è sempre quello che vi ha tirato centinaia di pacchi, scordato promesse perché non vi ascolta, continuato a buttare le mutande nere nel cesto del bianco e, nel suo caso, raccolto tutti i perizomi che gli hanno tirato.
E comunque le scarpe di Victoria al Royal Wedding non si battono e, a saperle interpretare, secondo me raccontano un'altra storia.