Ieri sera a mezzanotte l'ultima risata della giornata l'ho fatta con mia figlia grande, ricordavamo questa scena tratta dalla sti-com piu' geniale di sempre The big bang Theory...e tu Penny e daglielo 'sto ovulo sano che il Dr.Spock manca gia'

Basta mettersi d’accordo sulla modalita' da dare al ricordo.
Ricordare qualcuno, qualcuno che non si e’ mai conosciuto ma che ci ha regalato un po’ della sua magica arte, fatta di note, recitazione o segni di vernice, non significa strapparsi le vesti e indire due giorni di digiuno.
Significa semplicemente dire un grazie.
Certo qualcuno esagera…forse, ma in fondo chi siamo per decidere quanta empatia e affetto provino gli altri?
E comunque poco ci dovrebbe interessare, che gli altri facciano quel che vogliono, altra cosa di cui non ci interessa minimamente e di quanto le nostre icone siano state amate.
Non vi piace quel che e’ piaciuto molto ad altri?
E chi ha detto che si necessiti di emozioni condivise, ben per voi, non ne avete sofferto la perdita, non dovete spendere quel famoso grazie di cui parlavo prima.
Io di grazie ne dico tanti.
Sono una curiosa, un’onnivora d’emozioni, mi esalto con poco, ho il brivido facile e la lacrima ancor di piu’.
Per non parlare della risata, ecco quella e’ sempre in tasca e la spendo volentieri, raramente resto senza e quand’anche capiti ho un fido illimitato nella banca dei cialtroni per nascita, scelta e stile di vita.
E non mi limito a ringraziare esseri umani, no, e’ da ieri che ringrazio un mezzo alieno.
Anche perche’ han tentato per anni di farmi credere che Leonard Nimoy fosse un terrestre ma non mi fregano, era quella la sua vera copertura, Lui era il Dr. Spock e basta.
Lui era il figlio di due mondi, lontani anni luce per distanza e tradizioni, sentimenti ed esternazioni.
Era un pastrocchio il Dr.Spock, un disadattato cosmico, guardato con sospetto dai suoi due popoli, un sangue misto e come tutti i sangue misti era una favola!
Era un ponte tra la razionalita’ di Vulcano e l’ incoerenza umana, era uno che rifuggiva i sentimenti solo per poi viverli amplificati in transfert emozionali al limite del sopportabile.
Amico fedele e affidabile ha contribuito a far si’ che Star Trek diventasse I Ching, la base, la summa di tutto.
Sembro esagerata lo so, ma Star Trek e’da considerarsi al pari delle opere letterarie per ragazzi.
Quelle belle, quelle di valore, quelle che ti porti dietro per tutta la vita.
Quelle contenute in libri che non temono i traslochi perche’ un posto per loro, in fondo ad uno scatolone, lo trovi sempre.
Il piccolo principe, Alice, Harry Potter...storie che a seconda dell’eta’ in cui le leggi ti lasciano dentro qualcosa di diverso che ti rimane appiccicato all’anima e che cambia per sempre l’angolazione.
Ecco Star Trek e’ cosi’: accomuna generazioni.
Ha sempre una morale, un valore da insegnare, un perche’.
Certo da bambini il perche’ e’ il teletrasporto.
Chi non ha desiderato di avere uno Scotty personale che all’occorrenza dicesse energia! , per vedersi catapultare fuori dalla classe durante l’interrogazione, lontano dalla figuraccia imminente o via da un dolore che logorava.
Farebbe comodo anche da grandi, soprattutto da grandi, quando le cose da cui prendere le distanze sono piu’ pesanti, invadenti e mutilanti, quando scappare a volte equivarrebbe forse alla sopravvivenza emotiva.
E non solo per scappare, il teletrasporto servirebbe per azzerare distanze, trovarsi sotto il palco di un concerto desiderato, o tra le braccia di chi amiamo.
Ma di Scotty ce n’e’ uno solo e serve all’Enterprise, ma ci resta sempre la filosofia di Spock.
La sua logica ferrea,il suo essere al di sopra delle bassezze umane, il suo schierarsi con il nemico quando la ragione sta inequivocabilmente dalla sua parte.
Ecco di Spock ci manchera’ l’onesta intellettuale, l’incapacita’ di odiare e anche quella figata che faceva con due dita sulla spalla stendendo chiunque.
Quella cosa sarebbe utilissima con i rompiballe, con quello che tenta di fregarti il posto in coda, coi figli iperattivi, suocere moleste e fidanzati noiosi…ma basta sognare.
Noi startrekkiani, cacofonico ma emblematico, ci riconosciamo a pelle.
Non me ne vogliano gli altri, che avranno modo di dimostrarlo con altro o anche di non dimostrarlo ci mancherebbe, noi siam poetici dentro.
Non ho mai letto ricordi belli come in queste ore, poche parole e tanti brividi.
Certo il soggetto aiuta, lo spazio e’ sempre fonte di mistero e il mistero e’ spesso poesia.
E quindi grazie Dr Spock, grazie anche alla tua copertura umana, grazie Leonard.
Pare che prima di andartene tu abbia twittato il tuo consueto saluto lunga vita e prosperita’, non so se sia vero ma anche se non lo fosse e qualcuno l’avesse fatto per te non ha che interpretato il tuo volere.
Vai, il permesso di salire a bordo non te lo neghera’ nessuno voglio credere che tu sia tornato alla tua vita su vulcano pronto per un nuovo viaggio quinquennale, che come dice un amico tu stia gia’ litigando con il Dr.McCoy mentre Scott ride di voi.
Che strano pero’…alla fine le uniche parole che esprimono il mio grazie ce le hai insegnate tu…spazio ultima frontiera.
Ricordare qualcuno, qualcuno che non si e’ mai conosciuto ma che ci ha regalato un po’ della sua magica arte, fatta di note, recitazione o segni di vernice, non significa strapparsi le vesti e indire due giorni di digiuno.
Significa semplicemente dire un grazie.
Certo qualcuno esagera…forse, ma in fondo chi siamo per decidere quanta empatia e affetto provino gli altri?
E comunque poco ci dovrebbe interessare, che gli altri facciano quel che vogliono, altra cosa di cui non ci interessa minimamente e di quanto le nostre icone siano state amate.
Non vi piace quel che e’ piaciuto molto ad altri?
E chi ha detto che si necessiti di emozioni condivise, ben per voi, non ne avete sofferto la perdita, non dovete spendere quel famoso grazie di cui parlavo prima.
Io di grazie ne dico tanti.
Sono una curiosa, un’onnivora d’emozioni, mi esalto con poco, ho il brivido facile e la lacrima ancor di piu’.
Per non parlare della risata, ecco quella e’ sempre in tasca e la spendo volentieri, raramente resto senza e quand’anche capiti ho un fido illimitato nella banca dei cialtroni per nascita, scelta e stile di vita.
E non mi limito a ringraziare esseri umani, no, e’ da ieri che ringrazio un mezzo alieno.
Anche perche’ han tentato per anni di farmi credere che Leonard Nimoy fosse un terrestre ma non mi fregano, era quella la sua vera copertura, Lui era il Dr. Spock e basta.
Lui era il figlio di due mondi, lontani anni luce per distanza e tradizioni, sentimenti ed esternazioni.
Era un pastrocchio il Dr.Spock, un disadattato cosmico, guardato con sospetto dai suoi due popoli, un sangue misto e come tutti i sangue misti era una favola!
Era un ponte tra la razionalita’ di Vulcano e l’ incoerenza umana, era uno che rifuggiva i sentimenti solo per poi viverli amplificati in transfert emozionali al limite del sopportabile.
Amico fedele e affidabile ha contribuito a far si’ che Star Trek diventasse I Ching, la base, la summa di tutto.
Sembro esagerata lo so, ma Star Trek e’da considerarsi al pari delle opere letterarie per ragazzi.
Quelle belle, quelle di valore, quelle che ti porti dietro per tutta la vita.
Quelle contenute in libri che non temono i traslochi perche’ un posto per loro, in fondo ad uno scatolone, lo trovi sempre.
Il piccolo principe, Alice, Harry Potter...storie che a seconda dell’eta’ in cui le leggi ti lasciano dentro qualcosa di diverso che ti rimane appiccicato all’anima e che cambia per sempre l’angolazione.
Ecco Star Trek e’ cosi’: accomuna generazioni.
Ha sempre una morale, un valore da insegnare, un perche’.
Certo da bambini il perche’ e’ il teletrasporto.
Chi non ha desiderato di avere uno Scotty personale che all’occorrenza dicesse energia! , per vedersi catapultare fuori dalla classe durante l’interrogazione, lontano dalla figuraccia imminente o via da un dolore che logorava.
Farebbe comodo anche da grandi, soprattutto da grandi, quando le cose da cui prendere le distanze sono piu’ pesanti, invadenti e mutilanti, quando scappare a volte equivarrebbe forse alla sopravvivenza emotiva.
E non solo per scappare, il teletrasporto servirebbe per azzerare distanze, trovarsi sotto il palco di un concerto desiderato, o tra le braccia di chi amiamo.
Ma di Scotty ce n’e’ uno solo e serve all’Enterprise, ma ci resta sempre la filosofia di Spock.
La sua logica ferrea,il suo essere al di sopra delle bassezze umane, il suo schierarsi con il nemico quando la ragione sta inequivocabilmente dalla sua parte.
Ecco di Spock ci manchera’ l’onesta intellettuale, l’incapacita’ di odiare e anche quella figata che faceva con due dita sulla spalla stendendo chiunque.
Quella cosa sarebbe utilissima con i rompiballe, con quello che tenta di fregarti il posto in coda, coi figli iperattivi, suocere moleste e fidanzati noiosi…ma basta sognare.
Noi startrekkiani, cacofonico ma emblematico, ci riconosciamo a pelle.
Non me ne vogliano gli altri, che avranno modo di dimostrarlo con altro o anche di non dimostrarlo ci mancherebbe, noi siam poetici dentro.
Non ho mai letto ricordi belli come in queste ore, poche parole e tanti brividi.
Certo il soggetto aiuta, lo spazio e’ sempre fonte di mistero e il mistero e’ spesso poesia.
E quindi grazie Dr Spock, grazie anche alla tua copertura umana, grazie Leonard.
Pare che prima di andartene tu abbia twittato il tuo consueto saluto lunga vita e prosperita’, non so se sia vero ma anche se non lo fosse e qualcuno l’avesse fatto per te non ha che interpretato il tuo volere.
Vai, il permesso di salire a bordo non te lo neghera’ nessuno voglio credere che tu sia tornato alla tua vita su vulcano pronto per un nuovo viaggio quinquennale, che come dice un amico tu stia gia’ litigando con il Dr.McCoy mentre Scott ride di voi.
Che strano pero’…alla fine le uniche parole che esprimono il mio grazie ce le hai insegnate tu…spazio ultima frontiera.