Amenità Varie... ma anche no
  • HOME
  • SU DI ME
  • ARCHIVIO
    • PILLOLE DI BLOG: LA MALINCONIA DI UN SABATO MATTINA... >
      • PILLOLE DI BLOG
    • CLAUDIA SWIFFER >
      • DI RAGAZZE, FANTASMI E LUCI COLORATE
    • RE-CYCLE
    • VI RACCONTO UNA STORIA...
    • DEDICATO A TE
    • SU DI ME...SU DI NOI >
      • COME IL PRIMO BACIO
    • AMENITA' VARIE...MA A VOLTE ANCHE NO
    • I MIEI PREFERITI
    • PODISTA PER CASO
    • AMENITA'...FORSE
  • IL MIO LIBRO
  • CONSIGLI PER SOGNARE
  • McStef
    • McStef: breaking news
    • Meghan, dolce Meghan
  • BLOG
  • LINK
  • DOLESCENTI VS LAVATRICE
  • Blog
  • FIFTY NANI
    • FIFTYNANI BUONA LA PRIMA

DAMMI SOLO UN MINUTO, UN SOFFIO DI FIATO UN ATTIMO ANCORA

12/9/2015

2 Commenti

 
Immagine
​Negli ultimi anni, ma soprattutto nell’ultimo periodo,  pare ci sia stata un’impennata drastica delle richieste di porto d’armi.
Come per la storia del crocifisso, leggi qui, non voglio sottovalutare le motivazioni e il senso di paura e d’impotenza che hanno portato a questo: non ci sentiamo abbastanza difesi, le leggi sono carenti e, quando non lo sono, ci sono vizi di forma e ritardi che non ci danno nessuna sicurezza.
Detto ciò penso che le armi siano il problema e non la cura.
Le armi sono criminogene per definizione.
Se hai un’arma spesso tendi ad usarla, se ce l’hai per paura ancora di più.
Senza contare chi si sente Burt Lancaster redivivo e crede che l’Ok Corral sia una periferia di Quartoggiaro.
Immagino che negli Stati Uniti, dove la liberalizzazione è sancita dal secondo emendamento, non esistano le riunioni di condominio.
Da noi sarebbe un grande problema in questo momento di stallo per il mercato immobiliare, appartamenti liberi come se piovesse, l’amministratore sarebbe un lavoro ad alto rischio con polizze sulla vita da pagare con mutui decennali.
Ma facciamo che non vi ho convinto, che volete difendere voi e la vostra progenie, come è giusto che sia, da chiunque si introduca in casa vostra con intenzioni, non dico solo delittuose ma anche solo delinquenziali.
Partiamo dalla casa.
Se abitate in una villa da 15 camere probabilmente avete un signor antifurto che scatta appena la nonna ha il singhiozzo, ma potremmo essere davanti a professionisti che han studiato il piano per bene, neutralizzato il chihuahua bellicoso e zittito le 25 sirene del costosissimo sistema d’allarme.
Ecco, se sono arrivati a tanto sappiate che probabilmente hanno una lista completa delle armi che possedete, quante ore d’addestramento al poligono avete e quanto eravate ubriachi ieri sera prima di andare a letto e quindi: ladri organizzati battano possidente battagliero e appena sveglio 1 a 0.
Per tutti gli altri, quelli che vivono in 2, ma anche 3, 4 camere e cucina mi permetto una simulazione.
Evitando i turni di sentinella con vostra moglie, che tanto di armi noi donne non ci capiamo un cazzo e figurati che ce le lascereste usare, diciamo che state dormendo.
Bene, secondo la legge italiana, perché a volte le sappiamo fare le leggi, c’è l’obbligo di tenere le armi sotto chiave chiuse in armadietti blindati.
Questo, immagino, oltre che per evitare furti occasionali, anche per difenderci da noi stessi, per far sì che i bambini, magari frugando negli armadi verso Natale in cerca dei regali occultati non incappino in una Beretta calibro nove e, pensando che sia loro, non facciano come con il walkman e provini a vedere se funziona.
Ma anche, che ne so, per scongiurare un epilogo apocalittico alla riunione di famiglia, al minestrone che fa schifo o alla sorella di vostro marito che vi sta sui maroni in maniera esponenziale fin dagli albori.
Ci sono 8000 cose che potrebbero far scattare il criminale insito in  noi, cose che il più delle volte bastano 40 secondi per ridimensionare, ovvero più o meno il tempo di cercare la chiave dell’armadietto.
Torniamo però alla simulazione.
Per citare Guccini e la sua Genesi, e se non sapete cosa sto dicendo andate su youtube, voi siete lì nel vostro candido lettino e dormite come un angioletto.
Siete stati accorti e l’armadietto blindato l’avete in camera da letto, se così non fosse giratevi da parte e fate finta di russare che è meglio.
Anzi forse non solo lo avete in camera, ci avete appoggiato sopra il centrino ad uncinetto, la lampada, il bicchier d’acqua e il rosario, unica cosa saggia, proviamo anche con Dio non si sa mai, e quindi l’arma è lì, di fianco a voi.
Bene sentite il rumore.
Sfanculate il vicino che, cazzo, pare vi voglia entrare in casa ogni volta che torna ubriaco.
Risentite il rumore.
Usti, stavolta è veramente entrato in casa.
Realizzate.
Ma siete fighi e vi concedo che ci mettiate solo 10 secondi dallo stupore, alla paura, all’audacia coraggiosa.
Accendete la luce.
Gli intrusi vi sgamano, arrivano in camera e vi prendono a mazzate: game over.
Ok rifacciamo.
Non accendete la luce.
Andate a tentoni, cercate la chiave delle cassaforte,  magari nello svuota tasche sul comodino, cosa non sicurissima ma lasciamo perdere. Diciamo che l’avete al collo.
Con una laccio lungo, rischiando l’impiccagione notte dopo notte, perché deve essere usata o tolta in fretta.
Ma potrebbe essere anche a combinazione l’apertura, tanto il film non cambia, anzi si complica, ma non divaghiamo.
Bene.
Raggiungete l’armadio.
A questo punto dovete fare una cosa che, lo sappiamo, raramente vi riesce così, di colpo, senza esitazione: dovete centrare la serratura, al buio, agitati, magari prima che si svegli vostra moglie, che poi ha sempre da ridire su come fate le cose.
Nel caso ci siano dei pulsantini da digitare oltre alla luce magari servirebbero anche gli occhiali che ‘ste tastierine le fan sempre più piccole, ma a voi che vi frega, dormite con la collo anche quelli e passa la paura.
Magari li avete presi con le lucine a lato occhi, quelli per leggere di notte senza svegliare il mondo, ecco forse non accendeteli, farebbero un po’ effetto “colpire qui”, che stiamo tentando di evitare.
Nel frattempo gli intrusi vi rassicurano di far con calma che stanno organizzandosi un spritz, anzi se cortesemente poteste dirgli dove tenete le patatine sarebbe carino.
Alla fine però avete aperto tutto, recuperato l’arma possibilmente non da caricare, altrimenti tombola, e dovete decidere: state fermi dove siete e li aspettate o andate a cercarli rischiando di scoprire vostro figlio in preda alla fame chimica che non aveva voglia di accendere la luce tanto quella del frigo gli basta?
Ma soprattutto…siete davvero sicuri di essere più svelti di uno che se ne fotte di tutto, non ha niente da perdere e si aggira per le case altrui a metà notte?
2 Commenti
Fausto Pacifici
12/9/2015 05:05:01 pm

"HAPPINESS" IS A WARM GUN...

Penso... Io guardo le autorità, gli agenti intorno alle grandi personalità, ai politici di turno, alle alte-medie-basse cariche dello Stato, guardo le loro armi e, per inconvenienti di lavoro, arrivo anche a sentirmele strofinare addosso nella calca che spesso va a crearsi. Non è una bella sensazione ma non è questo il punto. Molte persone la buttano semplicisticamente sul concetto seguente: guardate quanta scorta armata, spesso paradossalmente, a difesa degli stessi che ammoniscono riguardo la necessità di porre limiti più severi alle licenze per le armi, poi guardate quanta ce n'è invece intorno ad ognuno di noi comuni mortali...
Ok, ma cosa si pretenderebbe, la security armata pro capite? Presìdi delle forze dell'ordine e dell'esercito in ogni metro quadrato di suolo pubblico?
Poi, io non capisco perché la rabbia per tutto ciò che di profondamente storto ed insensato esiste in questa triste società debba trovare il suo naturale sfogo nella spinosa questione delle armi da dare in dotazione ai cittadini comuni.
"Procurati l'arma e ti sentirai protetto visto che non c'è nessuno a proteggerti!". Allora prepariamoci anche a (non) dormire con un occhio chiuso e uno aperto, arma CARICA sotto il cuscino, tutti stragasati per dare l'esempio "giusto", fomentati dalla rabbia e dalle esternazioni irresponsabili di troppi cervelli decomposti esercitanti indegnamente la libertà di parola e pronti a sforacchiare qualsiasi malintenzionato che dovesse intrufolarsi in casa.
Facile, no? E che ci vuole? Tempo una settimana e tutti in terapia (sempre che non accada prima qualche esemplare tragedia dell'imbecillità sul modello di Oscar Pistorius) per cui, licenza ritirata e buonanotte ai suonatori.

Non so, forse non è questo il messaggio che da più parti s'intende far passare ma la parola "armi", che è una costante in molti dei ragionamenti che sento, leggo e neppure commento, fa suonare più di una sirena in quanto mi risulta che un oggetto definibile come arma non sia propriamente associabile a concetti di cordialità e benvenuto.

Distinguiamo allora, per piacere: un agente nell'esercizio delle proprie funzioni, purché psicologicamente integro, sa che l'arma in sua dotazione non serve a giocare ai cowboy. Sa che non dovrà mai usarla contro un essere umano disarmato e inerme, per quanto equivoco, scalmanato o agitato possa essere il suo atteggiamento. Sa che l'arma è uno strumento con cui non si deve scherzare e NON DEVE RAGIONARE come tutti quei cittadini arrabbiati, frustrati ed esausti che intenderebbero trasformare in un bersaglio chiunque rappresenti una minaccia per i loro interessi, quando è grasso che cola se riusciranno a tirarsi giù la zip prima di pisciarsi nei calzoni dalla fifa.
Un agente è addestrato ad operare sotto le peggiori condizioni di stress, è cosciente del pericolo che la sua arma rappresenta per sé e per gli altri, ha ben chiaro che i princìpi di dissuasione e di difesa devono prevalere sempre su quello dell'attacco e la sua professione, tra le più difficili che si possano immaginare, richiede abilità fuori della portata della maggior parte delle persone. Abilità affinate lungo un percorso formativo duro e finalizzato a rendere responsabili delle proprie azioni, a prendere le decisioni più critiche anche quando non ci sono le condizioni ed il tempo per farlo.
Un cittadino comune, dal canto suo, può sottoporsi a tutti i test di questo mondo, coltivare legittima passione per fucili e pistole, ottenere regolari licenze per possesso e porto degli stessi, esercitarsi ai poligoni, praticare caccia e varie discipline sportive, ma tutto questo non farà mai di lui un paladino della giustizia o una persona realmente capace di difendersi e difendere con lo strumento da fuoco che detiene, per questo occorre ben altro e lo stesso concetto di giustizia fai-da-te è alla base del più infame dei mali presenti nel nostro paese. Vergognosamente esportato in altre nazioni dove, guarda caso, l'industria delle armi porta da sempre faraonici profitti ai produttori stessi, ai governi, alle riserve nazionali e, più in generale, alle economie altrimenti fragili e totalmente incapaci di far fronte alla spregiudicatezza degli speculatori nelle Borse o alla criminalità di chi elargisce finanziamenti a soggetti recidivi che non li restituiranno mai.

Non smetterò mai di riflettere su quanto deboli si possa essere per illudersi di sentirsi al sicuro con un'arma da fuoco a disposizione.
Come non smetterò mai di pormi sempre delle domande.

Risposta
Stefania link
12/9/2015 05:26:16 pm

Direi cristallino! Perfetto

Risposta



Lascia una risposta.

    Autore

    Scrivi qualcosa su di te. Non deve essere niente di ricercato, solo una descrizione generale.

    Archivi

    Dicembre 2015

    Categorie

    Tutto

    Feed RSS

Powered by Create your own unique website with customizable templates.